Cetàcei
IndiceZoologia
Sm. pl. [sec. XVIII; da ceto (zoologia)]. Ordine (Cetacea) di Mammiferi che comprende quelli maggiormente specializzati per la vita acquatica, quasi tutti marini. Il corpo è affusolato, spesso di elegante linea idrodinamica, come nei delfini, talora più tozzo, come nelle balene; in molte specie il muso è allungato a formare una sorta di becco o rostro. L'anatomia dei Cetacei è assai complessa: le cavità nasali comunicano con l'esterno mediante un condotto, detto sfiatatoiouna (Odontoceti) o con due (Misticeti) aperture, poste alla sommità della parte frontale del capo (tranne nel capodoglio); gli occhi sono minuscoli; manca il padiglione auricolare; gli arti posteriori sono scomparsi (persistono solo rudimenti del bacino), quelli anteriori sono trasformati in pinne. L'organo propulsore nel nuoto è la robusta e poderosa coda terminante a pinna piatta bilobata priva di supporto osseo. In molte specie esiste una pinna dorsale, priva di parti ossee. La pelle, molto sottile e nuda, è levigatissima e ricopre uno spesso pannicolo adiposo a prevalente funzione di isolante termico. I peli persistono in alcune specie solo sul muso (balenottere). I Cetacei Misticeti mantengono abbozzi dentali solo negli embrioni, ma hanno però sviluppato speciali formazioni cornee del palato laminari e sfrangiate (fanoni), che rendono possibile la filtrazione del plancton (krill) dall'acqua. Gli Odontoceti, invece, in genere carnivori, hanno denti di tipo subeguale, di solito assai numerosi. Le vie alimentari e respiratorie sono separate: lo stomaco è complicato, con 3-14 concamerazioni, e l'intestino è molto lungo. Gli apparati respiratorio e circolatorio sono adattati alle lunghe immersioni: i polmoni hanno dimensioni ridotte, maggiormente nei Cetacei che scendono a grandi profondità; l'ossigeno è immagazzinato in alte concentrazioni (41%), oltre che nel sangue, anche nei muscoli, dove è combinato con la mioglobina. I giovani, alla nascita, sono già molto sviluppati ma incapaci di succhiare: il latte viene spremuto nella loro bocca dalla madre mediante contrazioni addominali; le femmine, infatti, hanno due mammelle poste nel basso ventre. La lunghezza dei Cetacei può variare da 1,2 m (focene, alcuni delfini) fino a 33 m (nella balenottera azzurra, che è il più grande fra tutti gli animali noti sia viventi sia fossili); in genere la mole è cospicua e il peso può raggiungere le 130 t. La distribuzione geografica dei Cetacei interessa praticamente tutti i mari e anche diversi fiumi di primaria grandezza, popolati da gruppi particolari (Platanistidi, Delfinidi). La maggior parte delle specie compie vere migrazioni. L'ordine dei Cetacei si divide nei sottordini Archeoceti, tutti estinti, Odontoceti e Misticeti.
Delfino. Voce di un delfino (Delphinus delphis).
Paleontologia
Dei Cetacei allo stato fossile sono conosciuti soprattutto gli Archeoceti, diffusi durante il Terziario inferiore, in particolare dall'Eocene inferiore al Miocene inferiore. Questo sottordine è il più antico e comprende animali di piccole dimensioni con caratteri molto primitivi, che però hanno già subito buona parte di quelle trasformazioni che fanno dei i Cetacei i Mammiferi meglio adattati alla vita acquatica. Il loro cranio aveva ancora notevoli affinità con quello dei Carnivori primitivi con una dentatura molto simile; lo scheletro postcraniale invece aveva raggiunto una forma altamente idrodinamica perfettamente adatta all'ambiente acquatico, aveva forma estremamente allungata e aveva perduto gli arti posteriori. Da questo primo gruppo di Cetacei derivato da primitivi Carnivori all'inizio del Terziario, e di cui il genere Zeuglodon può essere considerato un tipico rappresentante, pare siano derivati rispettivamente nell'Oligocene e nel Miocene, in due linee separate, i sottordini Odontoceti e Misticeti, gruppi che hanno lasciato numerosi resti fossili soprattutto nei terreni miocenici e pliocenici ma la cui separazione dal gruppo genitore sembra essersi attuata in tempi molto più antichi. Resti fossili di questi due sottordini non sono rari in Italia: numerosi esemplari sono stati rinvenuti nei sedimenti marini miocenico-pliocenici diffusi alla base dell'Appennino in una lunga fascia su tutta la penisola.