Burano, Scuòla di-
denominazione che si riferisce, più che a una scuola, ai caratteri di una precisa stagione della pittura veneziana moderna, che fiorì nel paesaggio lagunare di Burano, a partire dal 1910 e i cui epigoni giungono fin quasi all'avvento delle poetiche dell'astrattismo e dell'informale, sullo stimolo di ideali ed esigenze estetiche di alcuni artisti (Gino Rossi, Umberto Moggioli, Pio Semeghini) operanti nell'ambito delle mostre di Ca' Pesaro. Dentro e fuori della cosiddetta Scuola di Burano, che nel periodo tra le due guerre segnò interessanti sviluppi, operarono artisti diversi come L. Scopinich, N. Springolo, G. Oreffice, C. Dalla Zorza, F. Seibezzi, M. Vellani Marchi, M. Novati, S. Consadori, R. De Grada, M. Varagnolo, F. De Pisis, G. Guidi e altri che seguirono nel tempo, fino a quella generazione più giovane che nel dopoguerra, con intendimenti di rinnovamento o con polemica azione di rottura (E. Vedova, B. Romagnoni), sottolinearono vivacemente il declino di questa tradizione attraverso la partecipazione alle edizioni del “Premio Burano” (1946, 1951, 1953, 1956). Delle varie fasi di questa lunga stagione artistica si costituisce esemplare sintesi, per coerenza e misura morale, l'opera di Gigi Candiani (1903-1963), solitaria figura d'artista, che seppe accogliere e far propria l'eredità dei primi fondamenti della pittura di Burano.