Andhra (dinastia dell'India)

Indice

Storia

Dinastia (sec. I a. C.-III d. C.) ariana di stirpe brahmanica, originaria del Deccannordoccidentale. In realtà la dinastia si chiamava, per quanto ci è dato conoscere attraverso le iscrizioni, Sātavahāna. Il nome Andhra, attribuitole nei Purāṇa, finì col prevalere soprattutto dopo che il centro della sua potenza fu trasferito dalla sede originaria al territorio degli Andhra (sec. II d. C.). I suoi re furono conquistatori e guerrieri e nel periodo di maggior splendore regnarono su tutta l'India centrale organizzando il primo grande Stato, veicolo per l'espansione politica e culturale ariana nel Deccan; l'ubicazione geografica del loro dominio, che era compreso tra due mari, facilitava inoltre i commerci con l'estero (frequenti furono i rapporti con l'Impero romano). La decadenza degli Andhra, iniziata durante il regno di Sirī Puḷūmāvī (Siroptolemaios di Tolomeo), quando essi avevano dovuto abbandonare le regioni del Deccan nordoccidentale, e la scomparsa della dinastia (metà del sec. III d. C.) favorirono l'affermarsi nella regione di regni autonomi.

Arte

Le qualità più immediate della raffinata cultura degli Andhra, nettamente determinate nel contesto delle correnti artistiche di transizione sviluppatesi tra il sec. II a. C. e il sec. IV d. C., cioè dalla fine dell'arte Maurya all'inizio di quella Gupta, sono espresse nelle arti figurative e nell'architettura di templi e monasteri rupestri (Kanheri, Karla, Nasik, Bhaja). Il vasto e complesso rigoglio della scultura buddhistica, che per concordanze stilistiche si ricollega alla scuola di Amaravati, è soltanto una delle maggiori e più appariscenti manifestazioni della civiltà degli Andhra, la cui evoluzione si svolge con precise caratteristiche costanti (dai toraṇa per gli stūpa 1 e 3 di Sanchi, del sec. I a. C., alle varie fasi artistiche dei rilievi del grande stūpa di Amaravati, databili al sec. II d. C.), attraverso le quali l'espressione plastica e lo spiccato senso narrativo giungono a una sintesi formale di rara efficacia. Accanto a questi valori, attestati nelle sculture di numerosi monumenti (Nāgārjunakonda, Goli, Guntapalle, Jaggayyapeta, Ghantasala), si possono cogliere immagini di vita e di costume dell'India del tempo, come si ritrovano raffigurate nelle più antiche grotte (IX e X) di Ajanta, che contengono gli unici esempi noti di pittura Sātavahāna.

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