Approfondimenti
- L'Impero all'asta: il potere dell'esercito
L'Impero all'asta: il potere dell'esercito
Più volte nel corso dell'Impero fu l'esercito a deciderne le sorti. Un caso singolare accadde nel 193, quando i pretoriani assassinarono Elvio Pertinace, successore di Commodo. Rimasto vacante il potere per qualche giorno, i soldati del Castro Pretorio decisero allora di mettere l'Impero letteralmente all'asta per il miglior offerente. Senatori e aristocrazia, sdegnati, rifiutarono la proposta, che fu invece accolta dal ricco cittadino Didio Giuliano. Le antiche fonti raccontano che la sua offerta fu di 30000 sesterzi a testa. Il suo regno fu breve poiché fu ucciso da altri soldati. Il potere veniva così conferito da chi aveva la forza di imporre il proprio volere con le armi in pugno. Questo fu ancora più evidente nei 50 anni di “anarchia militare”: il senato fu esautorato e i vari eserciti via via proclamarono imperatori i loro comandanti, scavalcando qualunque via legale.