Approfondimenti
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La Guerra civile spagnola
Quando, alle elezioni del '36, un Fronte popolare composto da repubblicani, socialisti e comunisti, vinse le elezioni, nella neonata repubblica di Spagna (costituita nel '31) la destra (a cui aderivano i proprietari fondiari, il clero, le alte sfere dell'esercito e gli esponenti del partito falangista-fascista, fondato nel '33) al governo nel '34-'35 (bienio nigro) con metodi coercitivi, vide in pericolo i propri interessi: a sollevazioni di popolo, essa rispose organizzando squadre armate di repressione. Il 13 lug., ucciso il leader di destra Sotelo da alcuni socialisti, le truppe del generale Francisco Franco, di stanza nel Marocco Spagnolo, insorsero. In breve la rivolta avvampò in Spagna dando inizio alla guerra civile tra franchisti e repubblicani. Ignorando il “non intervento” internazionale, l'Italia e la Germania inviarono a Franco massicci aiuti, analogamente l'URSS offrì supporto tecnico-tattico ai repubblicani con cui si schierarono anche molti intellettuali stranieri (Ernest Hemingway, Carlo Rosselli e altri). Per gli aiuti ricevuti e l'indebolimento repubblicano dovuto a contrasti tra comunisti e socialisti, Franco (“generalissimo” dal 29 sett. '36) il 28 mar. 1939 entrò vincitore a Madrid: il suo regime filo-fascista durò, nei fatti, fino al 1975. La guerrà causò 1 milione di morti.