Approfondimenti
- San Benedetto e la regola benedettina
- L'Editto di Rotari
San Benedetto e la regola benedettina
San Benedetto, del quale abbiamo notizie attraverso l'opera di Gregorio I, i Dialoghi, dopo aver fondato alcune piccole comunità a Subiaco, ne fondò un'altra a Montecassino nel 529. Qui elaborò la Regola, basandosi sulle Sacre Scritture, sulla tradizione monastica e su quella ascetica. Nell'introduzione Benedetto si sofferma in modo particolare sul carattere spirituale della vocazione e della vita monastica. Nel monastero il monaco impara, guidato dall'abate, le virtù cristiane, soprattutto l'obbedienza, l'umiltà e il silenzio. Nella vita monastica (su cui Benedetto si sofferma nella parte successiva) il monaco prega, pratica atti di penitenza e lavora (lavoro manuale, artigianale e agricolo), compiti sintetizzati nella formula Ora et labora. Negli ultimi capitoli l'accento è posto sulla vita comunitaria e sui rapporti tra i monaci. Fondamentale è la carità che vivifica sia la vita personale sia quella comunitaria. Gli insegnamenti di San Benedetto furono diffusi dai suoi monaci rifugiatisi a Roma dopo la distruzione del monastero (577) da parte del duca longobardo Zotone. Nell'VIII sec. i monaci poterono tornare a Montecassino dove costruirono una nuova abbazia e dall'817 la Regola si estese a tutti i monasteri carolingi.