Rappresentanza e partecipazione
- Introduzione
- I partiti politici
I partiti politici
Certamente la situazione della rappresentanza è mutata relativamente alla progressiva affermazione, avvenuta soprattutto a partire dalla fine della seconda guerra mondiale, dei partiti politici (e per alcuni aspetti dei sindacati), che si sono imposti come luoghi in cui si concentrano le aspirazioni politiche dei cittadini, e quindi si sono sostituiti al Parlamento come luogo reale della rappresentanza. I cittadini, attraverso le elezioni, in misura forse più palese nei sistemi proporzionali, ma in realtà anche nelle varie forme di maggioritario, non scelgono primariamente una certa persona, bensì il candidato di un certo partito. A dominare i meccanismi della partecipazione politica nei paesi democratici sono oggi per lo più i sistemi di partito, al punto che risulta difficile immaginare una democrazia senza partiti.
Il "partito", pensato nel XVIII secolo, per esempio da Edmund Burke, semplicemente come "corpo di individui uniti per promuovere l'interesse nazionale sulla base dei principi che hanno determinato la loro alleanza", acquista gradualmente nel corso del XIX secolo la consistenza di una realtà associativa basata su legami di partecipazione e militanza, connessa a movimenti sociali, capace di trasmettere senso di appartenenza e di ottenere obbedienza. L'avvento delle masse sulla scena politica e il relativo allargarsi della base elettorale segna la definitiva vittoria di questo tipo di forma-partito, che diventa per i cittadini momento essenziale di partecipazione alla vita politico-istituzionale. L'allargamento del suffragio aveva progressivamente eliminato il meccanismo naturale di controllo che le comunità esercitavano sui loro pochi eletti e aveva reso necessaria la creazione di nuovi strumenti di conquista e controllo del consenso. I partiti politici, anche per costruirsi come macchine elettorali, elaborano programmi sempre più precisi, scelgono i propri rappresentanti, ne controllano l'attività: si costruiscono come grandi organizzazioni che hanno propri sistemi di produzione, vendita e consumo di idee, informazioni e propaganda. Gradatamente i partiti accrescono anche le loro potenzialità di educazione delle masse alla partecipazione politica, diventano agenzie di selezione di élite e di distribuzione del potere. Ovviamente, il loro successo varia a seconda dei paesi ed è in relazione alla loro struttura (di partito di massa o di partito di quadri ecc.), ma in generale i partiti politici hanno svolto, almeno tra gli anni '50 e gli anni '70 del XX secolo un ruolo fondamentale di integrazione sociale e di produzione della classe dirigente in quasi tutte le nazioni occidentali. Durante gli ultimi vent'anni del secolo, però, la funzione sociale dei partiti si è allentata: forse la crisi delle ideologie, delle visioni generali del mondo, la frammentazione delle classi, il successo della televisione, che permette la comunicazione diretta col singolo utente-elettore, hanno diminuito il peso del partito come mezzo di formazione e acculturazione politica.