I cambiamenti nella famiglia
Il divorzio
Il fenomeno sociale che con più forza evidenzia la crisi della famiglia coniugale è il divorzio. La possibilità, legalmente riconosciuta, di divorziare fa parte ormai della mentalità comune dell'Occidente industrializzato, se si eccettuano gruppi sempre più ristretti che la escludono per motivi religiosi. Un tempo il divorzio veniva considerato come una sanzione contro il coniuge che si era macchiato di una colpa. Dapprima esso veniva concesso solo in caso di adulterio. Nel corso degli anni '70 il sistema del divorzio-sanzione è stato abbandonato e sostituito da quello del divorzio-fallimento. Perché oggi un tribunale decreti la rottura di un matrimonio non è più necessaria la colpa di uno dei due coniugi: basta che fra marito e moglie vi siano delle "differenze inconciliabili" che rendano la convivenza "intollerabile".
Forse l'affermarsi di questa mentalità è dovuto proprio al rafforzamento dell'autonomia individuale nel campo dei sentimenti e degli affetti, oltre che delle scelte, che è culminata nell'affermazione dell'amore romantico. Se il matrimonio è un'alleanza di interessi in cui i sentimenti sono privi di rilievo, e la famiglia è relativamente un'azienda economica e di potere, è la conservazione stessa degli interessi che cementa l'unione. Ma quando al posto dell'interesse subentra la speranza di felicità, le aspettative dei singoli si collocano su un terreno molto più instabile e rischioso.