Società a confronto
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Il caso degli Arapesh e Mundugumor
Dagli studi dell'antropologa statunitense Margaret Mead sulla vita tradizionale delle tribù Arapesh e Mundugumor della Nuova Guinea si colgono una serie di comportamenti totalmente divergenti. Mentre gli Arapesh costituiscono una società pacifica fondata sulla cooperazione (lavorano insieme la terra, ignorano la guerra e sono turbati da qualsiasi forma di aggressività), i Mundugumor vivono in un costante stato di guerra.
Il bambino Arapesh è allevato ed educato in modo da diventare un adulto mite e gentile. Viene allattato fino all'età di tre anni e i genitori cercano di non avere un altro figlio finché quello precedente non abbia circa due anni. I bambini sono trattati con molto amore e presi in braccio e attaccati al seno non appena strillano. Nel caso in cui si verifichino litigi tra coetanei, questi vengono separati, ma non puniti.
Presso i Mundugumor il nucleo familiare è costituito da un maschio con otto o dieci mogli, acquisite in cambio di una sorella, o di una figlia. In questo modo si generano rapporti di ostilità e competizione tra padre e figlio, che vengono ulteriormente rafforzati dall'usanza di trasmettere l'eredità paterna alla figlia e da questa al figlio maschio. Inoltre, mentre all'interno delle comunità Arapesh i bambini vengono abituati a non far male agli altri, ma a sfogare la propria collera picchiando sul suolo o in qualche altro modo impersonale, nei piccoli Mundugumor si stimola invece l'aggressività, tanto che i bimbi di natura mite vengono destinati a occupare un posto secondario e subordinato rispetto a quelli più aggressivi. Il bimbo Mundugumor nasce in un ambiente ostile e talvolta viene ucciso al momento della nascita. I bambini non sono guardati con simpatia dai genitori: sin da piccoli essi vengono lasciati da soli in uno scomodo cesto. La madre allatta rimanendo in piedi, dimostrando scarsissimo affetto per il bambino e affrettandosi a riporlo nel cesto non appena possibile; man mano che crescono, i fanciulli vengono sempre più soffocati da una serie continua di proibizioni.