La posizione storica
L'importanza di Mozart è enorme: della sua opera compositiva, comprendente tutte le forme e tutti i generi musicali dell'epoca, è difficile un giudizio capace di renderne pienamente il significato e il valore, anche perché l'influenza che essa ha avuto sul concreto atteggiarsi del gusto musicale negli ultimi due secoli non è inferiore alla risonanza che il mito di Mozart ha avuto, da J.W. von Goethe in poi, nella cultura moderna.
Mozart fu anzitutto un genio capace di sintetizzare le esperienze della musica settecentesca europea, che contribuì in maniera decisiva a indirizzare, sottraendola alle remore di una concezione edonistica e artigianale, per la via che sarà seguita da Beethoven e dai romantici: quella del moderno soggettivismo critico. Con Mozart l'aggraziata scrittura rococò si trasforma nell'armoniosa e vigorosa espressione dello stile del classicismo viennese, mantenendo tuttavia, anche nell'uso delle strutture più complesse e nei momenti di più rilevata intensità espressiva, un tono di ingenuo incanto e di soave spontaneità, quale nessun artista conobbe prima di lui e nessuno riuscì più a ripetere. Fu la naturale misura di una nuova classicità, nella quale Goethe celebrò la rinascita dello spirito della più pura arte ellenica, anche se essa era ben lontana dalla fanciullesca inconsapevolezza che la critica romantica volle attribuirle; essa si fondava, al contrario, su precise e tutt'altro che equivoche scelte estetiche e ideologiche, pronte semmai a denunciare la bruciante realtà delle contraddizioni su cui poggiavano. In molte pagine, infatti, la musica di Mozart è solcata da ombre profonde, da vertiginose inquietudini di stampo decisamente preromantico: dalle ultime sonate e fantasie per pianoforte al Concerto in re minore per pianoforte e orchestra K. 466, alla Musica funebre massonica K. 477, al Quintetto per archi in sol minore K. 516, alla Sinfonia in sol minore K. 550, al Don Giovanni, al Requiem in re minore K. 626.