Introduzione
Gli anni dal 1750 al 1775 rappresentarono un periodo di transizione dal barocco al classicismo, in cui le premesse di chiarezza e di facile cantabilità, caratteristiche del rococò e risultanti da una semplificazione del linguaggio barocco, ricercarono esiti di un più profondo impegno, in vista di una più complessa organicità costruttiva. Mentre armonia e modulazioni furono sviluppate a un grado di ricchezza e complessità sconosciuto al rococò, il contrappunto tornò a essere una componente rilevante del discorso musicale. A questa evoluzione linguistica corrisposero una diversa e più autonoma posizione del compositore, un nuovo rapporto con il pubblico, una concezione del fatto musicale non rivolta solo al dilettevole.
Il culmine del classicismo è rappresentato, a diverso titolo, dall'opera dei tre grandi autori che formarono la scuola di Vienna, e cioè Franz Joseph Haydn, Wolfgang Amadeus Mozart e Ludwig van Beethoven: in questo capitolo si affronterà unicamente Haydn. Ancora a Vienna aveva operato Christopher Willibald Gluck , autore di una decisiva riforma del melodramma e considerato il primo esponente del classicismo in campo operistico.