Dall'opera buffa all'"opéra-comique"
Alla crisi dell'opera seria e della tragédie-lyrique concorse, e in qualche modo rispose, l'affacciarsi di nuove forme dagli sviluppi particolarmente significativi in Francia e in Italia: l'opera buffa, l'intermezzo, l'opéra-comique.
L'opera buffa e l'intermezzo
L'origine dell'opera buffa si pone a Napoli agli inizi del Settecento, anche se non mancarono lavori di soggetto comico nella precedente storia dell'opera (se ne ebbero a Roma nel Seicento). Nel periodo in cui più compiutamente si definiva l'opera seria metastasiana, che bandiva rigorosamente la libera mescolanza di tragico e comico tipica di tanta opera secentesca, in Italia l'opera buffa conobbe un ampio sviluppo non solo a Napoli, peraltro il suo centro maggiore, ma anche a Venezia e in altre sedi. All'idealizzata astrattezza dei personaggi metastasiani essa opponeva i personaggi reali, concreti, protagonisti di vicende assai più vicine alla vita quotidiana, e contrapponeva al virtuosismo vocale dei castrati e delle prime donne la nascita di nuovi tipi vocali, al dominio esclusivo dell'aria con il "da capo" la presenza di forme in cui l'azione drammatica cercava di realizzarsi musicalmente attraverso pezzi d'insieme, concertati ecc. Inizialmente in dialetto, poi in lingua, l'opera buffa incontrò un crescente successo, anche nella forma minore e affine degli intermezzi.
Gli intermezzi erano appunto brevi rappresentazioni, in genere comiche, inserite fra un atto e l'altro di uno spettacolo drammatico per occuparne l'intervallo. Protagonisti dell'intermezzo musicale erano di solito un soprano e un basso buffo, i cui caratteri erano modellati secondo i tratti dei personaggi della commedia dell'arte o del contemporaneo teatro comico italiano e francese. Il genere dell'intermezzo, che ha il suo capolavoro nella Serva padrona di G.B. Pergolesi (1733), appunto uno dei primi grandi autori di opera buffa, fu in auge nell'operismo italiano della prima metà del Settecento e tutti i maggiori autori del tempo ne scrissero.
A iniziare da Cecchina ossia La buona figliuola (1760) di N. Piccinni, su libretto di C. Goldoni, ebbe singolare fortuna nell'opera buffa il filone sentimentale, larmoyant. L'impostazione realistico-borghese è riflessa anche nelle novità formali del genere, che alla schematica stilizzazione dell'opera seria contrapponeva una più mossa articolazione con concertati, duetti, terzetti. Rappresentata in Italia da B. Galuppi, Pergolesi, Piccinni, G. Paisiello, D. Cimarosa (Il matrimonio segreto, 1792), per citare solamente i maggiori, l'opera buffa fu condotta a vertici eccelsi nelle supreme formulazioni mozartiane (Le nozze di Figaro, 1786; Don Giovanni, 1787; Così fan tutte, 1790), che trascendono i limiti stessi del genere, e in G. Rossini (L'italiana in Algeri, 1813; Il barbiere di Siviglia, 1816) ebbe l'ultimo esponente, che travolse gli equilibri settecenteschi in un'esperienza irripetibile e conclusiva.
Giovanni Battista Pergolesi
Giovanni Battista Pergolesi nacque a Jesi nel 1710. Allievo di F. Durante e di G. Greco al Conservatorio dei Poveri di Gesù Cristo a Napoli, svolse in questa città, dove morì nel 1736, la quasi totalità della sua brevissima ma altrettanto intensa attività. Segnalatosi già negli anni di scuola con due lavori di carattere religioso (un dramma sacro e un oratorio), nel 1731 esordì come compositore operistico con La Salustia, a cui seguirono nel 1733 il Prigionier Superbo, nel 1734 l'Adriano in Siria e nel 1735 il suo capolavoro nell'ambito del dramma musicale, l'Olimpiade, scritta per le scene di Roma; ma forse ancora più significative sono le sue prove nel campo dell'intermezzo, con La serva padrona (1733), un lavoro che acquistò rapidamente fama europea e nel 1752 fu, come già accennato, al centro della querelle des bouffons, e con Livietta e Tracollo, così come in quello dell'opera buffa, con Lo frate 'nnamorato (1732) e con Il Flaminio (1735).
Altrettanto significative sono le sue composizioni sacre, che comprendono 3 messe, alcuni salmi e mottetti e il celeberrimo Stabat Mater per soprano, contralto, archi e basso continuo, secondo la tradizione composto negli ultimissimi giorni della sua vita, stroncata immaturamente da una grave forma di tubercolosi ossea. Alcune cantate e alcune composizioni strumentali (tra cui un delizioso Concerto per violino, archi e basso continuo) completano la produzione di Pergolesi. I più recenti studi hanno per un verso ridimensionato l'importanza di Pergolesi nei confronti di autori quali L. Vinci, L. Leo e J.A. Hasse, e d'altro canto hanno sottolineato la sua singolare originalità espressiva e la tempestività con cui riflesse nella sua opera i fermenti più vivi della cultura italiana preilluministica.
L'"opéra-comique" e la "querelle des bouffons"
Il genere francese dell'opéra-comique, che alterna parti musicate e dialoghi recitati, trasse origine da spettacoli di carattere popolaresco, di cui conservò a lungo l'impronta; ebbe soggetti per lo più leggeri, anche avventurosi, sempre a lieto fine e con l'inserimento di scene buffe. Se ne considera primo esempio Les troqueurs (1753) di A. d'Auvergne; nel Settecento fu coltivato da A.-E.-M. Grétry, F.-A. Philidor, N.-M. Dalayrac, P.-A. Monsigny, E.-N. Méhul. Una nuova dimensione assunse nell'Ottocento con F.-A. Boïeldieu, A.-C. Adam, D.-F.-E. Auber, che vi introdussero lo spirito del romanticismo. Anche musicisti italiani, quali L. Cherubini e G. Donizetti, ne lasciarono esempi insigni.
L'opéra-comique può senz'altro essere letta nei suoi esiti migliori come una risposta alla medesima querelle des bouffons. Tale querelle sorse a Parigi nel 1752, in seguito alla rappresentazione della Serva padrona, un intermezzo di Pergolesi. La querelle vide schierarsi due gruppi: da un lato, i sostenitori della musica francese, i difensori di Rameau (ramisti); dall'altro, gli ammiratori degli italiani, gli scrittori, i critici e i filosofi (i buffonisti). è assai significativo che per gli enciclopedisti l'opera buffa rappresentasse la nuova forma antiaccademica di teatro borghese, da contrapporre ai fasti aulici della tragédie-lyrique. Nel 1752 la querelle des bouffons favorì la creazione dell'opéra-comique e ne fu il vero catalizzatore.