Georg Philipp Telemann
Georg Philipp Telemann nacque a Magdeburgo nel 1681. Sostanzialmente autodidatta in ambito musicale, studiò nella città natale, a Klausthal-Zellerfeld e a Lipsia, dove nel 1701 si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza e dove fu attivo come fondatore di un Collegium Musicum, operista e organista. Nel 1704 divenne maestro di cappella del conte E. Promnitz a Sorau; nel 1708 si trasferì a Eisenach, dove divenne amico di J.S. Bach; dal 1712 fu intensamente attivo a Francoforte sul Meno e nel 1721, dopo essersi conquistato larga fama, si stabilì ad Amburgo, dove morì nel 1767. In questa città svolse un'attività intensissima come collaboratore del locale teatro d'opera, Musikdirektor nelle maggiori chiese cittadine, direttore del Collegium Musicum, redattore di una rivista musicale da lui fondata nel 1728 ("Der getreue Musicmeister"). Negli ultimi anni si dedicò anche a problemi teorici. La sua produzione, assai vasta, gli valse larga fama in tutta Europa.
Lo stile
Telemann può essere considerato uno dei protagonisti della tarda civiltà barocca, di cui operò una sintesi di respiro universale grazie all'ampiezza dei propri interessi e delle proprie aperture stilistiche. La sua fama decadde verso la fine del XVIII secolo e la riscoperta di J.S. Bach condusse a una polemica contrapposizione di questi a Telemann, divenuto oggetto di un giudizio eccessivamente limitativo.
Gran parte della sua produzione si rivela incline a una sciolta cantabilità melodica, a una semplificazione di certi caratteri del linguaggio barocco che fanno di lui uno dei primi a determinare il nuovo gusto galante. Infatti, la semplicità, l'eleganza, il buon gusto e il tenore spesso decorativo della sua musica ne fanno un rappresentante dell'estetica galante, mentre altri aspetti delle sue composizioni preannunciano il successivo classicismo. Fra questi sono da annoverare: l'abbandono progressivo del basso continuo, sostituito da arpeggi spezzati; la frammentazione del tema in brevi incisi, chiaramente articolati, che si avvicendano all'esposizione sinuosa del tema tipicamente barocca; la cura della colorazione della cellula tematica originale e della strumentazione; l'impiego nella partitura di didascalie espressive (affettuoso, soave, dolce ecc.) e di indicazioni dinamiche quali allegretto, moderato, vivacissimo.
La musica strumentale
Ultimo esponente dell'opera barocca tedesca, Telemann scrisse all'incirca 35 opere di forme diverse, guardando ai generi italiani e tentando di trasportare sulla scena tedesca anche la tragédie-lyrique francese. Compose inoltre 36 oratori, o grandi composizioni corali, 16 messe e 50 passioni. Fu poi autore di una vasta produzione strumentale, circa 600 opere, in cui prende forma il nuovo stile galante. In tal senso sono già da considerare le due collezioni di Piccole fughe (1731) e di Fughe leggere (1739), nelle quali la scrittura abbandona l'abituale stile contrappuntistico per esporre il tema in diverse tonalità, manifestando una grande ricchezza melodica. Nella stessa direzione vanno anche le suite, la cui forma Telemann diede prova di prediligere componendone per trio, per insiemi orchestrali, per orchestre. A tale genere appartiene la "Musica da tavola" (Tafelmusik) pubblicata nel 1733, opera destinata a strumenti solisti e suddivisa in tre sezioni comprendenti ciascuna un'ouverture e una suite, un quartetto, un concerto, un trio, un pezzo solistico e una conclusione. Analogamente sono da giudicare le Sei Ouverture e Suite per orchestra.
Le sonate di Telemann si avvicinano ai modelli italiani, tanto che egli stesso sottotitolò le Sei sonate in trio (1734-35) come "Le corellizzanti". Invero, mentre la struttura (tre sonate da chiesa e tre sonate da camera) resta nettamente ispirata a Corelli, la tematica appare invece personalissima, frequentemente segnata da quell'influenza popolare così caratteristica dello stile di Telemann e particolarmente presente nei movimenti vivaci.