Il romanticismo. Forme e autori del canto solistico
- Introduzione
- Romanticismo
- Franz Schubert
- Robert Schumann
- Gabriel Fauré
- Riepilogando
In sintesi
Redazione De Agostini
Il romanticismo | Il romanticismo musicale fu un fenomeno complesso, impossibile da ridurre a una o poche caratteristiche prevalenti. Può essere inquadrato nel vasto periodo storico compreso fra il secondo decennio e la fine del XIX secolo e se ne può riconoscere il suolo elettivo negli ambiti francese e tedesco. |
Forme romantiche | Vennero ripensate radicalmente le grandi strutture compositive tradizionali (la sinfonia, il concerto, la sonata, il quartetto, il Lied, l'oratorio, l'opera), mentre ne apparvero altre completamente nuove: dai cosiddetti "pezzi caratteristici", frequenti soprattutto nella letteratura pianistica, ai grandi affreschi del poema sinfonico. |
Il "Lied" e la "mélodie" | Una delle più importanti forme musicali romantiche fu il canto solistico, generalmente su un testo poetico, accompagnato da uno strumento: in particolare, il Lied tedesco e la mélodie francese. Forme poetico-musicali analoghe, il Lied e la mélodie possono essere ritenute differenti in quanto al primo compete una maggiore spiritualità, sostenuta da un'espressione più musicale; alla seconda, un'espressione complessivamente forse più intellettuale, di raffinata sensibilità nei confronti della lettera e degli schemi dei testi poetici. Il Lied romantico toccò il suo vertice espressivo con F. Schubert, benché sia di grande rilievo anche la produzione liederistica di R. Schumann, F. Mendelssohn e J. Brahms; con H. Wolf, G. Mahler, e R. Strauss il Lied ottocentesco entrò in una dimensione ormai postromantica. Per quanto riguarda invece la mélodie, venne "preparata" dai lavori di H. Berlioz e poi fatta maturare formalmente soprattutto da C. Gounod. In seguito, il "campione" della mélodie fu G. Fauré, a cui seguirono H. Duparc ed E. Chausson; in ambito postromantico furono poi Debussy e Ravel i grandi prosecutori della tradizione melodica francese. |
Schubert | Schubert compose oltre 600 Lieder, fra i quali emergono i 3 cicli Die schöne Müllerin op. 25 (La bella mugnaia, 1823), Winterreise op. 89 (Viaggio d'inverno, 1827) e Schwanengesang (Canto del cigno, 1828). Nel ciclo Winterreise, il viaggio invernale di un giovane respinto dall'amata diviene un tragico percorso verso l'annientamento e la figura del protagonista appare emblematica di una condizione di estraneità, di un disagio esistenziale che è uno dei caratteri essenziali della poetica di Schubert. "Campione" del Lied, Schubert elaborò un pensiero musicale più complesso, dagli aspetti più tragici e ambigui, le cui espressioni più mature vanno cercate nella produzione strumentale: nelle ultime due sinfonie (Incompiuta, 1822; La Grande, 1828, ma anche in momenti delle precedenti 6 sinfonie, per esempio nella Tragica, 1816); negli ultimi 4 quartetti (1820-26), fra cui La morte e la fanciulla (1824); nelle sonate pianistiche degli anni 1823-28; nei due trii con pianoforte; nel Quintetto per archi in do maggiore (1828); nell'Ottetto (1824). |
Schumann | La consapevolezza culturale di Scumann è rivelata esemplarmente dall'oculata scelta dei testi letterari per i Lieder (circa 250), che rappresentano uno dei settori più caratteristici e stilisticamente più alti della sua intera produzione. La parte più nota e diffusa dell'opera schumanniana è costituita dalle composizioni per pianoforte, documenti dell'originalissima concezione formale del musicista, piegata a rispecchiare le più sottili e nascoste vibrazioni del sentimento. Nelle grandi composizioni sinfonico-corali si fa evidente il problematico, e spesso drammatico, rapporto fra un'intuizione tesa all'individuazione di nuclei musicali di intensissima pregnanza e la necessità di uno sviluppo strutturale legato per tramiti più o meno scoperti alle tradizioni accademiche. |
Fauré | Fauré si mostrò sensibile alle soluzioni che l'impressionismo andava proponendo, inserendole con eleganza nel proprio mondo espressivo. Nelle più mature raccolte di mélodie si intrecciano stilemi classici e moduli impressionistici e tipico diviene il lavoro sull'armonia, alterando accordi e modulando continuamente, quasi sospendendo il principio del basso armonico e risolvendo talora l'armonia stessa in pura fonicità. |