Introduzione
Le radici del jazz (termine misterioso che nessuno è ancora veramente riuscito a decifrare) si trovano in Africa. Le trapiantarono in America gli schiavi neri e per questo le lontane origini del jazz cantano il dolore dell'uomo in catene e la sua speranza di liberazione. Il jazz nasce nei campi di cotone e nelle chiese, celebra i funerali, mette le sue pianticelle su un vasto territorio, ma è a New Orleans che trova il terreno più fertile per diventare una grande pianta. Il jazz si è sviluppato sulle radici del blues, il gospel, il canto di lavoro e di chiesa. Una di queste prime espressioni, il ragtime, vide fra i suoi grandi interpreti un pianista di forte inventiva, l'abilissimo Jelly Roll Morton, formatosi negli allegri saloon di New Orleans, che ne alimentarono l'estroversa creatività. Roll Morton ebbe modo di duettare con King Oliver, che sarebbe divenuto suo contraltare alla tromba.
Il suono della cornetta di King Oliver risvegliò altri musicisti: nacquero i pianisti, come J.P. Johnson, che inseguiva le ultime manifestazioni del ragtime, accompagnava la cantante Bessie Smith e gettava le fondamenta dello stile Harlem. Era il preludio a successivi, affascinanti capitoli della storia del jazz.