Il naturalismo
- Il naturalismo
- Sfondo e aspetti del naturalismo
- Hauptmann, drammaturgo e narratore del naturalismo
- Altri protagonisti del teatro naturalistico
- La lirica del naturalismo: Liliencron
- Riepilogando
Hauptmann, drammaturgo e narratore del naturalismo
Gerhart Hauptmann (Obersalzbrunn, Slesia, 1862 - Agnetendorf 1946) trascorse la prima giovinezza nella cittadina termale di Obersalzbrunn, dove il padre gestiva un albergo. Conclusa nel 1878 con voti mediocri la scuola, incominciò per lui un periodo di profonda incertezza: studiò dapprima scultura a Breslavia, quindi frequentò un semestre di filosofia e storia all'università di Jena. Alla fine del 1883 compì un viaggio in Italia e visse sei mesi a Roma facendo lo scultore. Si trasferì poi a Berlino, dove frequentò i teatri e prese lezioni di recitazione; qui, dopo avere sposato la ricca Mary Thienemann (1885), ebbe l'opportunità di optare, per la carriera di scrittore. Il suo “dramma sociale” Prima dell'alba (Vor Sonnenaufgang, 1889) lo portò di colpo alla notorietà. Hauptmann viaggiò molto e finché lasciò la moglie e si stabilì con la nuova compagna, Margarete Marschalk, ad Agnetendorf. Premi e lauree honoris causa piovvero numerosi sull'ormai famoso drammaturgo, culminando nel conferimento del premio Nobel nel 1912. Dopo la prima guerra mondiale si pronunciò pubblicamente per la democrazia e strinse amicizia con l'uomo politico W. Rathenau. Più incerto fu il suo atteggiamento nei confronti del regime nazista, che criticò in privato senza però prendere mai pubblicamente posizione. Dopo la liberazione della Germania orientale a opera dei russi, ricevette l'invito a trasferirsi a Berlino per ricoprirvi la carica di presidente onorario della Associazione culturale per il rinnovamento democratico della Germania. Hauptmann accettò, ma morì prima di raggiungere la metropoli.
Le opere
Già la prima produzione di Hauptmann, benché rechi il segno inconfondibile di una forte e originale personalità, mostra evidente l'influsso del naturalismo. C'è in effetti molto di Zola nel mirabile racconto Il cantoniere Thiel (Bahnwärter Thiel, 1888), che descrive la pazzia omicida del protagonista, il cui bambino è stato travolto dal treno, così come in Prima dell'alba, cruda rappresentazione di una famiglia contadina distrutta dall'alcolismo. Una catastrofe famigliare è pure al centro dei due drammi La festa della pace (Das Friedensfest, 1890) e Anime solitarie (Einsame Menschen, 1891). In queste tre opere l'accento sembra cadere, più che sul determinismo dell'ereditarietà, su una sorta di fato che richiama la tragedia classica. Con I tessitori (Die Weber, 1892) l'adesione al naturalismo si fa più stretta: nel rappresentare l'insurrezione dei tessitori slesiani del 1844, Hauptmann si serve, nella prima redazione dell'opera, del dialetto e presenta i suoi personaggi come insieme sociale più che come singole individualità, affondandoli alla fine in una cupa disperazione. La fortunata commedia La pelliccia di castoro (Der Biberpelz, 1893) imperniata sulla figura di una lavandaia, mentre L'ascensione di Hannele (Hanneles Himmelfahrt, 1893; terza versione 1896) sovrappone a un tema ancora naturalistico, la triste storia di una bimba seviziata dal patrigno, una rappresentazione scenica quasi romantico-simbolistica del delirio della piccola protagonista. Le due grandi tragedie Il vetturale Henschel (Fuhrmann Henschel, 1899) e Rose Bernd (1903), ricche di dinamismo drammatico, rientrano anch'esse a pieno titolo nel naturalismo. Toni fiabesco-simbolistici si rivelano in La campana sommersa (Die versunkene Glocke, 1897), in versi, e in E Pippa balla! (Und Pippa tantzt!, 1906). Un mutamento nell'ispirazione e nell'atmosfera dei testi di Hauptmann si manifesta dopo il conferimento del Nobel. I toni cupi prevalgono infatti sempre più, talora con risvolti religiosi, come nel romanzo Emanuel Quint, il pazzo in Cristo (Der Narr in Christo Emanuel Quint, 1910), talora con accenti pagani di derivazione nietzscheana come nella tarda Tetralogia degli Atridi, composta da Ifigenia a Delfi (Iphigenie in Delphi, 1941), Ifigenia in Aulide (Iphigenie in Aulis, 1944), La morte di Agamennone (Agamennons Tod, 1948, postumo), Elettra (Elektra, 1948, postumo). Una sorta di paganesimo, solare e vitale però, si era peraltro già manifestato nel magistrale racconto L'eretico di Soana (Der Ketzer von Soana, 1918). Nell'ultimo periodo creativo di Hauptmann si è voluto scorgere un disorientamento ideale e un affievolirsi dell'ispirazione; certo il crescente interesse per tematiche mistico-religiose sembra provare un suo avvicinamento al decadentismo e all'espressionismo.