Caratteri del trascendentalismo
Il sospettoso isolazionismo dei primi anni postrivoluzionari aveva bisogno di una serie completamente diversa di aperture e di influssi culturali nei confronti dell'Europa. Inoltre, il terreno era ormai maturo per una svolta radicale, come era ampiamente dimostrato dalle polemiche religiose, dall'insoddisfazione nei confronti delle Chiese e confessioni dominanti, dalla ribellione e dall'abbandono del sacerdozio da parte di personaggi eminenti (fra cui lo stesso Emerson). La rivolta era contro la freddezza, la facilità nel trovare compromessi tipiche di molte tendenze battiste, una rivolta in questo senso irrazionalista e romanticheggiante.
Il movimento, filosofico e letterario, si diffuse negli Stati Uniti fra il 1830 e il 1850 ed ebbe il merito di affrancare la cultura americana da quella inglese e in genere europea. Innestando elementi desunti dall'idealismo tedesco e dalla filosofia platonica e neoplatonica, e affidandosi alla dottrina della corrispondenza tra anima individuale e anima universale (Over-Soul), i trascendentalisti elaborarono il concetto di self-reliance (fiducia in se stessi) che, applicato a livello nazionale, veniva facilmente a significare self-culture (autonomia culturale). Tali premesse spesso portarono i trascendentalisti su posizioni mistiche e contemporaneamente anarchiche e individualistiche (H.D. Thoreau).
Il nucleo storico del movimento, costituito inizialmente dal Trascendental Club fondato nel 1836 da Emerson, e comprendente fra gli altri A.B. Alcott, si allargò in seguito a includere H.D. Thoreau, S.M. Fuller, W.E. Channing ed ebbe nella rivista "The Dial" (1840-44) il suo organo ufficiale. Sempre nell'orbita del trascendentalismo si mossero molti dei maggiori esponenti della cultura del tempo: da Whitman a Hawthorne, da Emily Dickinson ai poeti del circolo bostoniano.