La via americana alla letteratura
In sintesi
Redazione De Agostini
Il "Rinascimento americano" | All'inizio dell'Ottocento la letteratura americana si affranca dalle convenzioni letterarie ereditate dall'Europa e acquista coscienza della propria lingua e della propria storia. Il gruppo dei cosiddetti "bramini" assegna alla cultura americana un ruolo di sintesi, in continuità con l'eredità angloeuropea. Vi si oppongono altri che hanno come obiettivo forme "originali" e un linguaggio nuovo per nuovi contenuti ed esperienze. William Cullen Bryant (1794-1878) combina nella propria poesia entrambe le posizioni. |
Irving | Washington Irving (1783-1859), nato a New York, soggiorna per diciassette anni in Europa. Nasce così Il libro degli schizzi (1819-20), in cui egli si presenta come un viaggiatore pronto a registrare tutto ciò che osserva. Fra i racconti, derivati spesso da originali tedeschi, due sono ripresentati da Irving in perfetta versione americana: La leggenda della valle addormentata e Rip Van Winkle, protagonista di una fuga simbolica che ne precorre altre, caratteristiche della letteratura americana. |
Cooper | James Fenimore Cooper (1789-1851 scrive romanzi storici sulla rivoluzione americana (La spia, 1821), romanzi marinareschi (Il corsaro rosso, 1828; I leoni del mare, 1849) e soprattutto con i romanzi della frontiera, fra cui il celebre romanzo L'ultimo dei mohicani (1826). La narrativa di Cooper non è sempre curata stilisticamente e soffre di una certa arbitrarietà delle trame e di un umorismo un po' forzato, ma ha il grande merito di aver aperto la via al romanzo di argomento americano. |