Eugene O'Neill
Eugene O'Neill (1888-1953) fu l'interprete emblematico delle inquietudini della società e della cultura americana.
La vita
Figlio di un attore, immigrato irlandese, visse fin da piccolo nell'ambiente del teatro. Fino a sette anni seguì il padre nelle sue tournée, poi frequentò scuole di rigida osservanza cattolica. Nel 1906 entrò alla Princeton University, dove rimase per brevissimo tempo, preferendo lavorare come impiegato a New York. Anche questa esperienza fu di breve durata: infatti, attratto dall'avventura partecipò a una spedizione esplorativa dell'Honduras spagnolo, dove però si ammalò di malaria e fu costretto a tornare negli Stati Uniti. Assunse la vicedirezione della compagnia teatrale del padre, ma stanco del mediocre livello delle rappresentazioni decise di imbarcarsi come marinaio su un veliero norvegese diretto a Buenos Aires. Nel 1913 dovette ricoverarsi in sanatorio per un principio di tubercolosi e cominciò allora a scrivere per il teatro, basandosi sulle sue esperienze di mare e su quelle vissute fra i reietti dei luoghi che aveva visitato. La compagnia dei Provincetown Players rappresentò i suoi primi atti unici. La messa in scena a New York del dramma Beyond the horizon (Al di là dell'orizzonte, 1920), che ottenne il premio Pulitzer, lo consacrò come uno degli attori di spicco del teatro americano. Trascorse gli anni della maturità impegnato in una ricchissima e tormentata attività di scrittore. Nel 1936 venne insignito del premio Nobel.
Le opere
Già nelle prime opere, gli atti unici Bound east for Cardiff (Rotta a oriente per Cardiff, 1916) e The long voyage home (Il lungo viaggio di ritorno, 1917), raccolti con altri in un volume del 1923, furono evidenti le novità del suo modo di fare teatro, sia sul piano stilistico (situazioni antieroiche narrate con un linguaggio piano e colloquiale), sia su quello dei contenuti: l'individuo era dominato dalla paura e condannato alla sconfitta di fronte a forze sovrastanti. Il vero successo arrivò nel 1920 con il dramma Beyond the horizon (Al di là dell'orizzonte), prima opera di lungo respiro, rappresentata a Broadway, che vinse il premio Pulitzer. Era uno studio naturalistico delle tragiche frustrazioni dell'America moderna e di una serie di aspri contrasti esistenziali. Iniziò quindi un decennio di intensa produzione e di fama crescente: O'Neill fra il 1920 e il 1930 compose una ventina di drammi, spesso di carattere sperimentale e pervasi da atmosfere che risentivano del teatro di Ibsen e della filosofia di Nietzsche; dopo Emperor John e The hairy ape (La scimmia villana), del 1922, la lirica e romantica The fountain (La fontana, 1925), i più noti furono: Desire under the elms (Desiderio sotto gli olmi, 1924); Strange interlude (Strano interludio, 1928); Mourning becomes Electra (Il lutto si addice a Elettra, 1931), adattamento in chiave psicoanalitica dell'Orestea di Eschilo; Days without end (Giorni senza fine, 1934), in cui si riavvicinava alla religione cattolica; The iceman cometh (Arriva l'uomo del ghiaccio, 1946). Vertice della sua arte drammatica è considerata Long day's journey into night (Lunga giornata di viaggio verso la notte, 1956), una tragedia autobiografica scritta nel 1940 ma pubblicata per volontà dello scrittore dopo la sua morte.