La storiografia di Polibio
Politico e storico
La figura di Polibio è di grande importanza all'interno del mondo antico: storico, ma innanzitutto uomo politico, è il primo intellettuale greco che rivolge il suo interesse al popolo latino, dando inizio al fruttuoso accordo tra sapienza greca e potenza romana. L'interpretazione data da Polibio della cultura dei nuovi dominatori e del rapporto da instaurare con essi determina la scelta letteraria che sta alla base delle Storie.
La vita
Nato a Megalopoli (in Arcadia) attorno al 200 a.C. dallo statista Licorta, che fu più volte stratega della Lega Achea, iniziò presto l'attività politica, ricoprendo incarichi di natura militare e diplomatica, fino a ottenere la carica di ipparco (170-169), la seconda, per importanza, nell'ambito della Lega dopo quella di stratega. Dopo la vittoria del console Emilio Paolo a Pidna (168) durante la terza guerra macedonica, venne deportato a Roma con altre mille personalità di spicco, accusate di essere neutrali, se non ostili, verso i romani. Gli ostaggi furono trattenuti per ben 17 anni e generalmente inviati al confino in varie località dell'Etruria; Polibio, invece, ebbe l'opportunità di diventare maestro e poi amico di Cornelio Scipione Emiliano, il cui “circolo” era l'espressione di maggior prestigio della vita politica e culturale del tempo. L'amicizia e la collaborazione tra i due divennero sempre più strette tanto che lo storico fu spesso al seguito del suo mecenate e lo accompagnò in ogni genere di spedizioni o di viaggi (in Spagna, in Portogallo, in Africa) divenendo testimone diretto dei più importanti eventi storici del tempo. Nel 146, dopo aver assistito alla distruzione di Cartagine e di Corinto, Polibio rientrò in patria svolgendo, in questa occasione, una preziosa opera di mediazione tra la patria e il potere ormai soverchiante dei vincitori. Maturò nel frattempo il progetto delle Storie, opera di notevole impegno storiografico, volta ad illustrare le cause del successo romano. Fu presente anche alla campagna di Scipione in Spagna, conclusa con la distruzione di Numanzia (133), che descrisse accuratamente in una monografia strettamente legata all'opera principale. Morì a oltre 80 anni, per una caduta da cavallo, nel 120 a.C.
Le opere
Oltre alla sua opera principale, le Storie, Polibio scrisse una biografia sulla Vita di Filopemene, uomo politico assassinato durante la rivolta di Messene e molto amato da Polibio stesso; una monografia Sulla guerra di Numanzia, città spagnola distrutta da Scipione nel 133 a.C.; due trattati Sulla tattica e Sull'abitabilità delle zone equatoriali. Di queste e di altre opere minori non rimane nulla fuorché brevi citazioni da fonti indirette.