La poesia bucolica e Teocrito

Teocrito

Teocrito, figlio di Prassagora, nacque a Siracusa probabilmente attorno al 310 a.C. Le scarse notizie sulla sua vita si ricavano da alcuni cenni presenti nella sua opera. Nel carme XVI, l'encomio rivolto a Ierone di Siracusa allo scopo di ottenerne la protezione, permette di ritenere che il poeta si trovasse ancora in Sicilia intorno al 275-74 (data probabile del componimento). Pochi anni dopo dovette trasferirsi ad Alessandria, come testimonia l'encomio a Tolomeo, re d'Egitto, databile intorno al 270. Fra le due date è possibile ipotizzare un soggiorno del poeta a Cos: nell'isola, cui lo legavano forse le origini della sua famiglia e sicuramente l'adesione al circolo poetico gravitante intorno a Fileta, Teocrito ritornò più volte, incantato dalla luminosa bellezza del suo paesaggio e dal calore degli affetti che lo legavano a numerosi amici. Qui forse egli morì nel 260 circa a.C.

Il corpus teocriteo comprende: 24 epigrammi, confluiti nell'Antologia Palatina e ispirati ai temi tradizionali del genere (dediche, iscrizioni funebri, celebrazioni di poeti, ecc.); La zampogna, un technopáignion (carme figurato, in cui la diversa estensione dei versi riproduceva l'immagine dell'oggetto cantato) e soprattutto 30 componimenti, solo in parte autentici, che portano il nome di Idilli, ma tra i quali figurano anche mimi, epilli ed encomi. Non è facile fissare la cronologia di questi carmi, tra i quali cinque sono considerati sicuramente spuri e molto probabilmente anche altri due. Generalmente si usano raggruppare, secondo i loro contenuti, come segue: carmi d'amore efebico; epilli o poemetti mitologici (tra cui Epitalamio di Elena; I dioscuri; Eracle bambino); mimi (L'incantarice; L'amore di Cinisca; Le siracusane); idilli bucolici (tra cui Tirsi o la canzone; Il capraio e il pastore; Pastori poeti; Le Talisie; I mietitori; Il ciclope). I carmi XVI e XVII sono i già citati encomi di Ierone di Siracusa e di Tolomeo Filadelfo.