La poesia bucolica e Teocrito

I continuatori del genere bucolico

Teocrito portò ad alta dignità artistica il genere della poesia pastorale. Alla sua lezione si ispirarono, nel mondo greco, Mosco e Bione; ma l'erede più grande fu il latino Virgilio autore delle Bucoliche (39 a. C.).

Mosco di Siracusa

Secondo il Lessico Suda, Mosco nacque a Siracusa attorno alla metà del sec. II a.C. e fu allievo del filologo Aristarco. Sono stati tramandati come suoi 9 idilli di argomento pastorale ed erotico, tra i quali è celebre l'Eros fuggitivo, breve composizione in esametri e dialetto dorico basata sulla descrizione manieristica del dio. In alcuni manoscritti gli è assegnato anche un epillio di 166 esametri sul ratto di Europa.

Accanto agli altri due poeti bucolici Teocrito e Bione, Mosco si segnala per una grazia sottile, ora venata di sensualità, ora leziosamente fredda. Ammirato per il classico nitore dei suoi versi, è stato tradotto più volte: tra i suoi traduttori Poliziano e Leopardi.

Bione

Nulla si sa di lui tranne che nacque a Flossa, presso Smirne, tra il 130 e il 50 a.C. e che visse per qualche tempo in Sicilia. Qui molto probabilmente compose il poemetto Epitaffio di Adone, che canta, in un centinaio di versi in dialetto dorico, la morte del giovane amato da Afrodite. Il carme è giunto nel corpus delle opere di Teocrito, al quale è stato talvolta attribuito, per le evidenti influenze che si riscontrano nel poemetto. Del tutto originale è però la tonalità patetica e voluttuosa che permea lo scritto e che ha fatto pensare a influssi orientali. Di Bione restano anche alcuni frammenti di carmi bucolici.