La narrativa
- Introduzione
- Il romanzo
- Alexandre Dumas padre
- Il racconto fantastico
- Riepilogando
Il racconto fantastico
I caratteri di questo genere, reazione agli anni dei philosophes che si manifesta con una forte spinta verso l'irrazionale, sono la presenza del soprannaturale, l'ambientazione spesso medievale, il gusto per il mistero o il demoniaco, l'irruzione del doppio o di morti nella realtà quotidiana.
Prosper Mérimée
Il parigino Prosper Mérimée (1803-1870), dopo aver seguito gli studi di diritto ed essere diventato avvocato, si impose nel 1825 con un'opera nella quale emerge il suo gusto per la mistificazione: il Théâtre de Clara Gazul, raccolta di drammi romantici attribuiti a una presunta attrice spagnola. Seguì La Guzla (1827), presentata come una raccolta di canti illirici. Si accostò quindi al romanzo storico con la Chronique du règne de Charles IX (Cronaca del regno di Carlo IX, 1829), in cui appare già la preferenza per le brevi scene in sé concluse rispetto all'affresco di ampio respiro. Con la pubblicazione di alcune novelle sulla "Revue de Paris" individuò nel racconto breve la forma espressiva a lui più congeniale. Si ricordano: Mateo Falcone (1829), Les âmes du Purgatoire (Le anime del Purgatorio, 1834), La Vénus d'Ille (La Venere d'Ille, 1837), Colomba (1840), Carmen (1845), cui si ispirò la celebre opera di Bizet (1873), Les deux héritages (Le due eredità, 1853), Lokis (1868). Le novelle di Mérimée contano tra i capolavori del genere per la concisione, la chiarezza, la leggerezza precisa della prosa. Egli sa fondere l'impassibilità quasi realista della narrazione con la sensibilità romantica, l'ambiguità del fantastico con una distaccata ironia. Le sue opere teatrali, spesso trascurate a favore delle novelle, presentano una notevole originalità; si ricorda in particolare Le carrosse du Saint-Sacrement (La carrozza del Santo Sacramento, 1830), da cui Jean Renoir trasse il bellissimo film La carrozza d'oro (1952).
Charles Nodier
Charles Nodier (1780-1844), figlio del presidente del Tribunale di Besançon, crebbe nell'ambiente della Rivoluzione ed ebbe una giovinezza inquieta, combattuta fra la ricerca erudita e il romanzo malinconico di imitazione wertheriana. Nominato segretario alla biblioteca dell'Arsenal di Parigi nel 1824, si circondò di scrittori e artisti, fondando il primo cenacolo romantico. Intorno al 1830 il suo ruolo tra i romantici venne offuscato dal carisma di Victor Hugo. Ebbero allora inizio anni difficili, aggravati da squilibri nervosi e difficoltà economiche. Dopo le opere giovanili (Les proscrits, I proscritti, 1802; Le dernier chapitre de mon roman, L'ultimo capitolo del mio romanzo, 1803; Jean Sbogar, 1818; Le vampire, Il vampiro, 1820), individuò nel racconto fantastico e onirico lo strumento espressivo più congeniale alla sua sensibilità inquieta e fragile. Smarra ou les démons de la nuit (Smarra o i demoni della notte, 1821), Trilby ou le lutin d'Argail (Trilby ovvero il folletto d'Argail, 1821), La fée aux miettes (La fata delle briciole, 1832), Inès de Las Sierras (1837), La neuvaine de la Chandeleur (La novena della Candelora, 1838) si soffermano sull'inquietante frattura tra realtà e sogno e suggeriscono, al di là dei confini del razionale, un mondo "di invenzione, di fantasia e d'amore", la possibilità di una vita più suggestiva e intensa. Determinante il suo contributo alla fioritura della letteratura fantastica in Francia.
Barbey d'Aurevilly
Jules-Amédée Barbey d'Aurevilly (1808-1889), nato in una famiglia aristocratica del Cotentin rovinata dalla Rivoluzione, si trasferì a Parigi nel 1833. Antidemocratico violento e aggressivo, cattolico reazionario, intransigente legittimista, pubblicò articoli critici improntati a un totale rifiuto del naturalismo e del positivismo, raccolti in Les œuvres et les hommes (Le opere e gli uomini, 1860-1902). I suoi romanzi, tra cui L'ensorcelée (L'indemoniata,1854), Un prêtre marié (Un prete sposato, 1865) e i racconti Les diaboliques (Le diaboliche, 1874), insistono sugli aspetti scabrosi, perversi, rivelatori di una sorta di soprannaturale satanico, in uno stile eccessivo e veemente. Le frequenti cadute di gusto e il suo volto diabolico, i tratti sadici e inquietanti costituiscono l'aspetto più originale della sua opera.