Il romanzo del primo Novecento
- Introduzione
- Le tendenze del romanzo
- Anatole France
- Approfondimenti
- Riepilogando
Le tendenze del romanzo
Il rifiuto del naturalismo, maturato nell'ultimo ventennio dell'Ottocento, porta come conseguenza un periodo di incertezza, in cui affiorano tendenze diverse, ancora confuse. Il romanzo psicologico, il romanzo poetico, il romanzo di idee, il romanzo-ciclo sono alcune delle vie esplorate dai narratori con esiti differenti. Paul Bourget (1852-1935) difese la tradizione cattolica in opere dove lo spazio dedicato all'analisi psicologica si allargava a dismisura (Le disciple, Il discepolo, 1889; L'étape, La tappa, 1902). Pierre Loti (1850-1923) affrontò il tema del viaggio e del desiderio di evasione con un linguaggio di facile leggibilità (Pêcheur d'Islande, Pescatore d'Islanda, 1886). Octave Mirbeau (1850-1917) espresse la sua avversione nei confronti del potere in romanzi crudamente realistici (Journal d'une femme de chambre, Diario di una cameriera, 1900). Alcuni tentarono la strada difficile e ambigua del romanzo poetico: in Bruges la morte (Bruges la morta, 1892), del belga Georges Rodenbach (1855-1898), il paesaggio brumoso della città fiamminga diviene simbolo della nostalgia e del passato.
Raymond Roussel
Raymond Roussel (1877-1933), di Parigi, è autore di originali opere narrative (La doublure, Il raddoppio, 1897; La vue, La vista, 1904; Impressions d'Afrique, Impressioni d'Africa, 1910), teatrali (La poussière des soleils, La polvere dei soli, 1926) e poetiche (Nouvelles impressions d'Afrique, Nuove impressioni d'Africa, 1932), nelle quali perseguì la ricerca di nuove forme espressive basate su minuziose descrizioni di tipo fotografico o su complesse associazioni logico-verbali. Ne risultò un singolare universo immaginario, a lungo incompreso prima di essere scoperto dai surrealisti, che lo salutarono come un precursore.
Alain-Fournier
Alain-Fournier, pseudonimo di Henri-Alban Fournier (1886-1914), figlio di maestri elementari, trascorse l'infanzia in un villaggio di campagna. Trasferitosi a Parigi, si diede al giornalismo. Nel 1913, sulla "Nouvelle Revue Française", apparve il suo romanzo Le grand Meaulnes (Il grande Meaulnes). Il suo romanzo spicca nel panorama della narrativa di quegli anni: in un'atmosfera sospesa e quasi onirica, Le grand Meaulnes rievoca gli anni dell'adolescenza, il dolente passaggio alla maturità, la perdita amara delle illusioni, il bisogno di fuga e di evasione. In un difficile equilibrio tra simbolismo e semplicità, favola e realtà, la ricostruzione incantata dell'infanzia, dei suoi sogni e delle sue fantasie va di pari passo con la nostalgia di un amore e di una felicità irraggiungibili.
Maurice Barrès
Maurice Barrès (1862-1923) nelle prime opere narrative, riunite nella trilogia Le culte du moi (Il culto dell'io, 1888-91), esprime un individualismo aristocratico e reazionario. Seguace del reazionario Boulanger, divenne deputato della Destra nel 1889 e da allora sedette sempre alla Camera, sostenitore di un acceso nazionalismo antidemocratico. Nelle trilogie seguenti, Le roman de l'énergie nationale (Il romanzo dell'energia nazionale, 1897-1902) e Les bastions de l'Est (I bastioni dell'Est, 1905-21), Barrès scoprì i rapporti dell'io con il mondo, intesi come legami dell'individuo con la patria e con la religione. Nell'egotismo giovanile e nel successivo nazionalismo estremistico, Barrès cercò sempre una barriera contro l'altro, lo straniero. La sua opera, che riflette la crisi del razionalismo dell'inizio del Novecento, esercitò in quegli anni una grande influenza sulla destra antidemocratica e antiparlamentare.
Romain Rolland
Romain Rolland (1866-1944) si batté per la conciliazione e il superamento dei vari particolarismi. Nel 1914 pubblicò uno scritto pacifista Au dessus de la mêlée (Al di sopra della mischia). La sua vasta opera comprende numerosi saggi di musicologia e storia. Viene ricordato soprattutto per il romanzo fiume Jean-Christophe (10 volumi, 1904-12), che nella tradizione del romanzo-ciclo pone al centro l'analisi di un destino individuale. Nonostante il lirismo a volte faticoso e l'umanesimo un po' ingenuo, la sua opera costituisce una significativa testimonianza morale (più tardi si oppose al nazismo). Ottenne il premio Nobel per la letteratura nel 1915.