L'acqua e i suoli
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Il sistema agroindustriale
Da parecchi decenni ormai, sia il comparto agricolo, sia le molteplici attività produttive a esso collegate sono investiti da un ampio e ramificato processo di trasformazioni economiche , al cui centro si trova l'impresa agroindustriale.Almeno tre sono gli aspetti che connotano tale processo. Innanzi tutto l'affermarsi d'un settore agroalimentare integrato, o meglio la verticalizzazione del settore, nel senso che le imprese alimentari tendono a controllare l'intero ciclo produttivo, dalla produzione alla trasformazione e alla commercializzazione del prodotto.In secondo luogo, di pari passo con l'industrializzazione del comparto, si realizza anche la sua integrazione orizzontale con altri comparti manifatturieri, dalla produzione di macchine agricole a quella dei fertilizzanti e degli antiparassitari, mentre i prodotti agricoli o dell'allevamento diventano materie prime del nuovo ciclo industriale.
Un terzo aspetto riguarda la concentrazione delle risorse finanziarie e la centralizzazione della direzione strategica aziendale in un'unica struttura organizzativa e decisionale, costituita appunto dall'impresa agroindustriale madre.Esempi emblematici della complessità e dell'articolazione raggiunta dal sistema agroindustriale sono i casi tre delle maggiori multinazionali alimentari, Nestlé, Unilever e Danone (figura 2.3.1), i cui interessi spaziano dalle piantagioni agli allevamenti, dagli autoveicoli ai fertilizzanti, dalle acque minerali ai detersivi, ai trasporti, al credito ecc. Alla diversificazione merceologica e geografica dei prodotti-mercato corrisponde peraltro anche una terziarizzazione del complesso agroindustriale che tende a consolidare le posizioni raggiunte effettuando cospicui investimenti nel campo del marketing , ma soprattutto in quello delle attività di ricerca e sviluppo. Non a caso, infatti, le multinazionali del settore sono all'avanguardia non soltanto nella ricerca agronomica e zootecnica, ma anche nella messa a punto di biotecnologie e negli studi ambientali.
Le grandi imprese agroindustriali hanno certamente contribuito in molti a casi a realizzare importanti miglioramenti organizzativi e tecnologici nel settore, incrementandone la produttività fino a trenta volte in meno di cinquant'anni. Al tempo stesso, tuttavia, la preponderanza economica delle multinazionali ha spesso sacrificato, insieme con la piccola e media agricoltura contadina, gli interessi dei consumatori finali considerati talvolta un ostacolo alla libera concorrenza.
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Figura-2.3.1