Il sistema globale
I nuovi spazi "esterni"
Ora che tutte le terre abitate fanno parte di un unico grande spazio globale, possiamo dire il processo di espansione del sistema-mondo "europeo" sull'intero pianeta abbia raggiunto i suoi confini estremi e debba perciò ritenersi concluso? Sì e no. In linea di principio, non c'è dubbio che la ripartizione del mondo in Stati territoriali e la diffusione dell'economia capitalistica abbiano creato un sistema globale chiuso, convertendo le formazioni geopolitiche e geoeconomiche mondiali preesistenti in spazi interni di tale sistema.Esistono in concreto, tuttavia, aree inabitate del pianeta che non sono state ancora investite, o sono marginalmente toccate, da queste dinamiche e che quindi possiamo considerare esterne. Tali zone ed aree, accomunate dal fatto d'esser state dichiarate dall'ONU "patrimonio comune dell'umanità", sono l'Antartide, i fondali oceanici e lo spazio cosmico.
- L'Antartide
Grande quasi una volta e mezzo l'Europa, in gran parte sepolto
da una coltre di ghiacci perenni, il cui spessore può raggiungere l'altitudine
del Monte Bianco, e spazzato da venti che possono toccare i 300 km/h e abbassare
la temperatura fin quasi a - 90°C, l'Antartide è uno sconfinato deserto dalle
condizioni climatiche proibitive, ma è anche un vero e proprio scrigno di
ricchezze naturali. I suoi ghiacciai, pari ad oltre il 90% di quelli terrestri,
contengono quasi il 70% dell'acqua dolce
dell'intero pianeta; i suoi mari, densi di plancton, pullulano di banchi d'un
minuscolo crostaceo, il krill, di cui si
nutrono le balene, ma che costituisce anche un'ottima fonte potenziale di
proteine per l'alimentazione umana e l'allevamento animale; il suo sottosuolo e
i suoi fondali racchiudono numerosi depositi di risorse
minerarie
d'ogni genere (gas naturale, petrolio, carbone,
uranio, ferro, rame, stagno, manganese, nichel, cromo, titanio, oro, argento,
platino), la cui consistenza effettiva, sicuramente considerevole, è ancora in
via d'accertamento.Rivendicazioni unilaterali di sovranità su porzioni del
continente sono state avanzate da diversi paesi facendo riferimento o al diritto
di scoperta (Regno Unito, Norvegia, Francia), o al principio di prossimità
geografica (Argentina, Cile, Australia, Nuova Zelanda), senza che, però, la cosa
abbia prodotto effetti pratici.I paesi elencati sopra, insieme con Stati Uniti, Unione
Sovietica, Belgio, Sudafrica e Giappone, hanno quindi sottoscritto nel 1959 un
apposito trattato, entrato in vigore nel 1961 (Trattato
Antartico), che pone il continente sotto
giurisdizione
internazionale,
sancendone l'utilizzo per fini pacifici ed esclusivamente
scientifici (tab. 1.3.1), col divieto di ogni attività
mineraria.
Il trattato, prorogato nel 1991 per cinquant'anni e con
l'adesione di oltre quaranta Stati, tra i quali l'Italia, è stato allora
integrato da un Protocollo sulla protezione
ambientale, che dovrebbe non solo preservare l'Antartide da
ogni forma d'inquinamento, ma farne la più vasta riserva naturale del
pianeta.Ciò non toglie che le acque antartiche siano battute da flotte
pescherecce di diversi paesi, Stati Uniti e Giappone in testa, e che da qualche
anno le baie più accessibili del continente siano aperte al turismo
d'élite.
- I fondali oceanici
Le acque marine, il "settimo continente", coprono quasi il 70% della superficie della Terra, costituendo da sempre per l'uomo, oltre che un'importante via di comunicazione, una fonte pressoché inesauribile di risorse. Per il diritto internazionale, solo una quota minima delle acque costiere ricade sotto la sovranità diretta degli Stati, formando il cosiddetto mare territoriale, il cui limite è stato convenzionalmente fissato nel 1958 entro 12 miglia marine (circa 22 km) dalla linea di costa. Tale limite è stato più volte contestato da diversi Stati costieri in merito ai diritti di pesca dei paesi terzi, ma soprattutto dopo che le esplorazioni marittime e le prospezioni minerarie degli anni '60 e '70 del '900 hanno rilevato la presenza sui fondali oceanici di importanti concentrazioni di materie prime, in particolare giacimenti di gas idrati, cristalli di ghiaccio che racchiudono metano, e depositi di noduli polimetallici, questi ultimi costituiti da aggregati allo stato praticamente puro di diversi materiali come manganese, nichel, molibdeno, rame, vanadio e cobalto.
Nel 1982, con la Convenzione di Montego
Bay, è stato quindi introdotto un nuovo regime in materia di
diritto marittimo tramite l'istituto della zona economica
esclusiva (ZEE), che estende la facoltà da parte dei paesi
costieri di sfruttare a proprio vantaggio "esclusivo" le risorse dei fondali
marini oltre il limite delle acque territoriali e della piattaforma continentale
fino a 200 miglia (circa 370 km) dalla linea di costa. La convenzione, adottata
da più di una settantina di Stati, fra i quali l'Italia, ed entrata in vigore
nel 1994, prevede come contropartita che gli Stati titolari delle ZEE si facciano carico
della tutela ambientale delle
zone di rispettiva pertinenza e sotto il controllo di un'Autorità Internazionale
dei Fondi Marini, insediata a Kingston, Giamaica, nel 1995.
In ogni caso la Convenzione di Montego Bay crea un precedente
giuridico internazionale di non poco conto, "privatizzando" il 40% dei fondali
marini, dichiarati nel 1970 dall'ONU "patrimonio comune dell'umanità", a
vantaggio degli Stati costieri e, sostanzialmente, di un ristretto gruppo di
paesi tecnologicamente più avanzati che, attraverso le loro dipendenze, sono
presenti in più aree del pianeta e in grado di sfruttarne le risorse. Il
rimanente 60% dei fondali, che resta al di fuori di ogni giurisdizione, è di
fatto costituito da zone abissali in gran parte inaccessibili e non sfruttabili
economicamente.
- Lo spazio cosmico
L'ingresso dell'umanità nell'era spaziale conta ormai più di
quarant'anni, essendo stato inaugurato nell'ottobre 1957 dal lancio in orbita da
parte dell'URSS del primo satellite artificiale, lo Sputnik 1, seguito
nell'aprile 1961 dal primo volo di un cosmonauta, il sovietico Jurij Gagarin, e
nel luglio 1969 dal primo sbarco umano sulla Luna, compiuto dagli astronauti
americani Neil Armstrong e Edwin Aldrin.Da allora i progressi nel campo sono stati continui e hanno
interessato molteplici ambiti d'applicazione: da quello militare, a quello
scientifico, dalla tecnologia dei veicoli spaziali e delle sonde
interplanetarie, a quella delle stazioni orbitali, dei vettori di lancio o delle
navette di trasporto, all'utilizzo dei sistemi di telerilevamento per lo studio
della Terra e delle sue risorse, fino a investire la nostra vita quotidiana con
le reti di satelliti meteorologici, per la navigazione o per le
telecomunicazioni. Considerata la rilevanza strategica del settore, l'accesso allo
spazio e la sua utilizzazione hanno suscitato sin dall'inizio problemi di
carattere giuridico internazionale, avendo come unico precedente le convenzioni
in materia di navigazione aerea, che considerano la giurisdizione sullo
spazio aereo come pertinenza dei singoli Stati in quanto proiezione
nell'atmosfera della rispettiva sovranità territoriale.
Ciò ha comportato la predisposizione nel 1967 da parte dell'ONU
di uno specifico Trattato sullo spazio
(abbreviazione di Treaty on Principles Governig the Activities of States in
the Exploration and Use of Outer Space, Including the Moon and Other Celestial
Bodies, reso in italiano come "Trattato sui principi regolatori delle
attività degli Stati in materia dello spazio cosmico, ivi compresi la Luna ed
altri corpi celesti"), subito sottoscritto da Stati Uniti, Unione Sovietica e
Regno Unito, che internazionalizza lo spazio cosmico,
garantendo a tutti gli Stati parità di diritti, purché lo
utilizzino a scopi esclusivamente pacifici e scientifici, vietando espressamente
l'uso di armi nucleari o di distruzione di massa. Aldilà delle affermazioni di
principio, il trattato, sottoscritto anche dall'Italia, avvantaggia nei fatti un
ristretto numero di Stati in grado non solo di operare concretamente in campo
spaziale tramite proprie agenzie (tab. 1.3.2), ma anche di competere
economicamente nella produzione e nella messa in orbita di vettori e satelliti
spaziali, oggi monopolio di una cerchia ancor più ristretta di paesi.
Argentina | ||
Almirante Brown | 65� S | 63� W |
Esperanza | 63� S | 57� W |
General Belgrano | 78� S | 35� W |
General San Martin | 68� S | 67� W |
Orcadas | 61� S | 44� W |
Teniente Jubany | 62� S | 59� W |
Australia | ||
Casey | 66� S | 111� E |
Davis | 69� S | 78� E |
Mawson | 68� S | 63� E |
Brasile | ||
Comandante Ferraz | 62� S | 58� W |
Cile | ||
Capit�n Arturo Prat | 62� S | 60� W |
General Bernardo O'Higgins | 63� S | 58� W |
Presidente Frei | 62� S | 59� W |
Cina | ||
Chang Cheng | 62� S | 59� W |
Zhongshan | 69� S | 76� E |
Francia | ||
Dumont d'Urville | 67� S | 140� E |
Germania | ||
G. von Neumayer | 71� S | 8� W |
Giappone | ||
Mizuho | 71� S | 40� E |
Syowa | 69� S | 40� E |
India | ||
Maitri | 71� S | 12� E |
Italia | ||
Baia Terra Nova | 75� S | 164� W |
Nuova Zelanda | ||
Scott Base | 78� S | 167� E |
Polonia | ||
Henryk Arctowski | 62� S | 58� W |
Regno Unito | ||
Faraday | 65� S | 64� W |
Fossil Bluff | 71� S | 68� W |
Halley Bay | 76� S | 26� W |
Rothera | 68� S | 68� W |
Signy | 61� S | 46� W |
Stonington | 68� S | 67� W |
Russia | ||
Bellingshausen | 62� S | 59� W |
Mirny | 67� S | 93� E |
Molodeznaja | 68� S | 46� E |
Novolazarevskaja | 71� S | 12� E |
Vostok | 78� S | 107� E |
Stati Uniti | ||
Amudsen-Scott | Polo Sud | |
McMurdo | 78� S | 167� W |
Palmer | 65� S | 64� W |
Sudafrica | ||
Sanae | 70� S | 2� W |