Maurice Blondel
Il filosofo francese Maurice Blondel (Digione 1861 - Aix-en-Provence 1949) esordisce nel 1893 con le due tesi per il dottorato (L'azione. Saggio di una critica e di una scienza della prassi; Sul vincolo sostanziale e sulla sostanza composta secondo Leibniz), in cui già annuncia l'intento di tutta la sua ricerca: combattere l'intellettualismo e lo scientismo positivistici e porre l'azione come centro della realtà e quindi della filosofia.
Considerato iniziatore della filosofia dell'azione, Blondel afferma che l'atto del filosofare non si esaurisce nel pensiero, ma deve inserirsi, in quanto "essere" stesso, nella realtà, nell'"agire" in cui l'essere si manifesta e da cui è concretamente arricchito. Nella celebre Lettera sulle esigenze del pensiero contemporaneo in materia di apologetica (1896) rivendica alla filosofia un compito apologetico: la realtà del soprannaturale e la verità del cristianesimo possono essere provate facendo leva sulla sproporzione che l'uomo sperimenta tra le sue aspirazioni e le sue realizzazioni; è il cosiddetto "metodo dell'immanenza".