Il secondo romanticismo: i circoli di Heidelberg e di Monaco
Molto particolare è il clima del romanticismo a Heidelberg, i cui esponenti puntano a un ritorno al passato con la rivalutazione del Medioevo, della classicità idealizzata a volte con sfumature di esotismo, dei valori storico-religiosi e di libertà e soprattutto della tradizione popolare, vista nel mito e nella poesia come una verità metafisica. Oltre all'amore per la poesia popolare (von Arnim), per le saghe germaniche e per le fiabe (i fratelli Grimm), per il mondo simbolico arcaico, si diffonde a Heidelberg lo studio della natura in opposizione al newtonianesimo e al meccanicismo settecentesco. Già a Jena aveva preso avvio una interpretazione teleologica spiritualistica e qualitativa della natura, che vagheggiava la nascita di una "biosofia" come scienza unitaria della vita soggettiva e oggettiva. Queste tendenze fantasiose e mistiche si accentuano a Heidelberg, soprattutto con Görres, mettendo capo a intuizioni analogiche che riprendono la sapienza magica e alchemica precedente la nascita delle scienze moderne.
Il romanticismo di Monaco (von Baader, Carus) è caratterizzato dalla conciliazione tra romanticismo e cattolicesimo, con la conversione nel 1808 di Schlegel, che diffonde queste sue nuove concezioni anche a Vienna.
Nel 1836-37 Schelling tiene le celebri Lezioni monacensi il cui bersaglio critico è il razionalismo di Hegel, sin dall'inizio critico severo del movimento romantico. A Monaco Schelling accentua la sua inclinazione teosofica e irrazionalistica, a cui si accompagna una revisione in senso conservatore e restauratore delle idee politiche, che all'inizio del movimento romantico inclinavano maggiormente verso il radicalismo rivoluzionario francese.