La cultura prefilosofica
La cultura greca prefilosofica presenta alcuni aspetti che, sia pure in forma mitico-religiosa, anticipano tematiche caratteristiche della successiva rielaborazione dei primi filosofi. In questa prospettiva sono di particolare rilievo tre ambiti.
1. La poesia epica . In Grecia assume la forma di una sapienza quasi divina e, soprattutto, ha valenza educativa, condensando i costumi, i valori e le credenze più diffusi. In particolare, i poemi di Omero e di Esiodo vengono considerati fonti di principi e di verità necessari a tutti gli uomini. Nell'Iliade e nell'Odissea non solo è contenuta un'interpretazione della genesi del mondo, ma anche una concezione antropomorfica della divinità, per cui gli dei sono presentati come uomini idealizzati o ingigantiti, con passioni e difetti tipicamente terreni, e l'uomo, a livello personale, può confidare ben poco in essi. Tuttavia esiste una legge di giustizia (impersonata nella dea Dike), di cui gli dei sono garanti e che determina un ordine nelle vicende umane e un destino che sovrasta e accomuna tutti gli uomini. Nei poemi omerici, inoltre, la virtù (areté), come insieme di valore, merito, abilità viene incarnata da alcuni personaggi (Achille, Ettore, Odisseo ecc.) che rimarranno come modelli per tutta la successiva civiltà greca. Anche ne Le opere e i giorni di Esiodo ritorna il tema della giustizia, che pone un limite alla tracotanza (h´ybris) delle passioni umane. L'uomo, inoltre, viene esortato alla virtù e a un ideale di parsimonia e giusta moderazione. Nella Teogonia, invece, Esiodo, riorganizzando in senso cronologico e causale il patrimonio tradizionale mitico-cosmologico, narra la nascita degli dei e del mondo e si pone il problema di un'origine e di un principio di tutte le cose, che sarà poi comune ai primi filosofi naturalisti.
2. La riflessione morale . Importante per la sua abbondanza di massime, precetti, consigli morali. In particolare la riflessione dei cosiddetti Sette Sapienti (Talete, Biante, Pittaco, Solone, Cleobulo, Misone, Chilone), in cui spicca l'opera di Solone, è ricca di riferimenti, sia pure in forma episodica e frammentaria, all'ideale della giustizia e della giusta misura come fondamento della vita associata.
3. La religione . Se ne possono distinguere due indirizzi fondamentali. La religione pubblica, politeista e naturalista, codifica e trasmette determinati sentimenti e valori umani; questa religione è priva di una dimensione trascendente e personale e chiede all'uomo, non tanto un'adesione di fede, quanto semplicemente di venerare certe divinità con offerte e culti sacrali. La religione dei misteri comprende un insieme variegato di miti e riti diversi, che hanno in comune una forte valorizzazione degli istinti umani e naturali e un'adesione a eventi e cicli ritmici e vitali, rispondendo a un'esigenza più profonda di spiritualità. In particolare, per la loro influenza sui primi filosofi occorre ricordare l'orfismo e i culti dionisiaci.
L'orfismo è caratterizzato da una visione dualistica dell'uomo nella quale l'anima viene contrapposta nettamente al corpo, di cui è prigioniera a causa di una qualche colpa originaria e da cui deve liberarsi; nell'anima infatti vive un principio divino, un demone immortale, destinato, attraverso una serie di riti iniziatici e purificatori, a espiare le proprie colpe e a porre fine al ciclo delle reincarnazioni. I culti dionisiaci sono incentrati sulla liberazione da forme di autocontrollo intellettuale ed etico-sociale attraverso esperienze di ebbrezza e di esaltazione psicofisica.