La filosofia a Roma
In sintesi
Redazione De Agostini
Cicerone | Marco Tullio Cicerone è il più grande diffusore della cultura greca in Roma. Si interessa soprattutto di etica, assumendo una posizione eclettica, che ripropone la morale stoica in forma mitigata. |
Il neostoicismo | Il neostoicismo è l'indirizzo filosofico più diffuso in Roma con una riduzione dei temi logici e fisici a vantaggio di un diffuso senso religioso. |
Seneca | Lucio Anneo Seneca elabora il concetto di volontà e lo distingue da quello di coscienza, ha un vivo senso del peccato e uno spiccato senso dell'uguaglianza fra tutti gli uomini. |
Epitteto | Epitteto distingue fra le cose che sono in nostro potere e le cose che non lo sono e afferma che ogni vizio, errore e turbamento nasce dalla confusione dei due piani. Solo l'azione del saggio, che ha di mira le cose che sono in suo potere, è in sommo grado libera, perché dipende unicamente da un criterio interiore. |
Marco Aurelio | Marco Aurelio afferma che l'uomo nel mondo ha una posizione di rilievo, simile agli dei, se si ritira in sé per vivere un'intensa vita religiosa e praticare l'amore per il prossimo. |
Lucrezio e l'epicureismo | Anche l'epicureismo ha notevole fortuna a Roma: il più illustre rappresentante è il poeta Tito Lucrezio Caro, che, partendo dalla constatazione che il male è la dimensione dominante nel mondo, la supera con la scienza e la sapienza epicurea. |
Il neoscetticismo | Assai diffuso è anche il neoscettismo, di Enesidemo, Agrippa e Sesto Empirico, che mantengono sempre aperta la ricerca, propugnando l'ideale della vita senza dogmi. |