L'età dei Flavi
Alla morte di Nerone (68 d.C.), si conclude il dominio della famiglia di Augusto e si crearono disordini nella fase di successione, finché l’esercito non nominò imperatore T. Flavio Vespasiano che con il figlio Tito (79-81d.C.) , succedutogli, garantì un periodo di stabilità, durante il quale l’arte romana raggiunse il più alto splendore ed originalità, acquisendo un proprio linguaggio.
Alcuni rilievi aulici dell’età dei Flavi come Arco di Tito al foro romano (eretto per celebrare le vittorie nella guerra giudaica, è ad un fornice solo, si poggia su due grandi pilastri ed è sormontato da un attico) sono caratterizzati dall’inserimento della figura nello spazio, con sovrapposizione di piani, che dà ai rilievi un vivo senso chiaroscurale. Gli edifici più importanti assunsero piante complesse, con ambienti anche poligonali, circolari, o mistilinei, in cui erano sempre più largamente impiegate strutture laterizie e volte a concrezione di materiale leggero come la Domus Flavia dell’architetto Rabirio. A quest’epoca risale la costruzione, iniziata nel 75 d.C., dell’anfiteatro Flavio o Colosseo (così chiamato poiché era stato costruito presso una statua colossale di Nerone) edificio ellittico adibito soprattutto ai giochi dei gladiatori e dotato di un’arena coperta di sabbia, circondata da gradinate divise in settori (cavea), capaci di 45 000 posti. La struttura che circonda la cavea ha una facciata esterna curvilinea che si articola su quattro piani.