Estensione e apporti
L'arte romana abbraccia non solo quella sorta e sviluppatasi nella città di Roma, ma anche quella della vasta parte del mondo antico che fu da essa assoggettata. Rientrano quindi in questo ambito sia i monumenti della città e del suo porto di Ostia, sia quelli eseguiti nelle varie città italiche (Pompei o Ercolano) dopo il loro assoggettamento a Roma, sia quelli delle nuove città dell'Italia centrale e settentrionale, come Aquileia o Brescia, sia infine quelli delle diverse province europee, dalla Spagna alle Gallie, alle province alpine e alla penisola balcanica.
Anche le città della Grecia e quelle greche dell'Asia Minore sono ricche di monumenti romani.
È necessario soffermarsi, però, sul particolare rapporto che ebbero inizialmente i romani con l’arte, dal momento che i primi reperti artistici di questo popolo si collocano solo nell’ultimo periodo della repubblica. Si suppone, infatti, che i romani avessero come primario interesse l’organizzazione dello stato e della macchina bellica, utile all’espansione territoriale e che considerassero, perciò, l’opera d’arte un’inutile frivolezza. Solo quando, dopo la grande espansione territoriale dell’impero, avviene la fusione con altri popoli e con le loro culture e quando nel 146 a.C., dopo aver conquistato la Grecia, entrano nell’orbita ellenistica si ha una produzione artistica indubbiamente romana, ma fortemente determinata dagli influssi dei popoli assoggettati.
Gli apporti più importanti vennero prima e soprattutto dall’Etruria (si veda il box sull’arte etrusca, a fianco) poi dalla Magna Grecia (si veda a pag. 21), quindi dalla Grecia e dal mondo ellenistico e infine, in età imperiale, dalle altre aree dell’Impero romano e anche dalle popolazioni esterne, soprattutto orientali, con cui Roma venne progressivamente in contatto.