L'arte greca arcaica
Culla della civiltà classica, l’antica Grecia era caratterizzata da un’organizzazione politica fondata su città-stato (pólis), che, sebbene sentissero di appartenere ad una realtà sociale e religiosa comune, si trovavano in continua competizione. Rispetto alla civiltà micenea, l’acròpoli (parte alta della città), che era sede del sovrano diventa luogo consacrato alla religione, fatto che denota un ulteriore cambiamento sociale dovuto alla formazione di un governo aristocratico. La conquista del Peloponneso da parte dei Dori (sec. XII a.C.) avviò un periodo chiamato impropriamente (poiché ha valenza negativa, dovuta all’errato pregiudizio che l’arte sia soggetta al concetto di progresso) Medioevo greco (secc. XI-VIII) durante il quale si consolidò un patrimonio mitico e religioso, nucleo dell’unità culturale greca. A partire dal sec. VIII a.C. l’incremento della popolazione, e quindi del
fabbisogno di terre, diede impulso alla nuova colonizzazione (750-650 a.C.) che interessò ampie regioni del Mediterraneo. Concluso felicemente il conflitto con l’impero persiano (499-479 a.C.), si affermarono le due potenze di Sparta e Atene. L’inevitabile scontro per la supremazia tra queste due città (guerra del Peloponneso, 431-404) si concluse con la disfatta di Atene e la parziale vittoria di Sparta. Conseguenza dell’indebolimento reciproco furono la nuova ingerenza persiana e successivamente l’egemonia macedone, allorché Filippo II di Macedonia nell’anno 332 a.C. pose fine alla libertà ellenica.
Lo stile geometrico
Tra l’XI e l’VIII sec. a.C., nel periodo in cui si esauriva la civiltà micenea e prendeva piede quella greca, in arte si ebbe un periodo di formazione, durante il quale le esperienze cretesi-micenee concorrevano con quelle dell’arte orientale e delle popolazioni egee alla creazione di un nuovo stile, che, per comodità, potremmo definire protogeometrico. Le migliori testimonianze della produzione artistica di questa epoca ci vengono regalate da oggetti di piccola dimensione (a causa della loro più agevole conservazione) ed in particolare dal vasellame, spesso contenuto nei corredi funebri, creato principalmente a Corinto e poi in Attica. Lo stile geometrico vero e proprio, che raggiunse la sua maggior perfezione nel sec. VIII a.C., introdusse anche la figura umana severamente stilizzata (statuette di terracotta e figure bronzee di guerrieri) e nella decorazione si diffuse ampiamente l’utilizzo della linea, delle geometrie con angoli retti (le famose greche) e croci, semplici o uncinate (la svastica, antico simbolo del sole). Sorsero intanto nuove fabbriche a Corinto, i cui vasi protocorinzi dalla decorazione geometrica, e poi corinzi, a figure nere su fondo color avorio, conquistarono nel sec. VII i mercati di tutto il bacino Mediterraneo, venendo anche abbondantemente imitati (ceramica etrusco-corinzia). Contemporaneamente la Grecia importò oreficerie e oggetti preziosi dall’Oriente e impiegò e assimilò nelle sue decorazioni schemi e motivi di derivazione orientale (ceramica corinzia; ceramica orientaleggiante e oreficerie di Rodi).
L'architettura arcaica
Nell'età arcaica (ca 650-480 a.C.) comparvero quasi tutti i tipi di tempio (massima espressione dell'architettura greca), da quello a semplice cella rettangolare preceduta da un pronao colonnato (forma che restò canonica nei thesaurói, cioè nei tempietti votivi dei santuari) al tempio periptero, tutto circondato da colonne.
Dato che all’interno dei templi erano ammessi solo i sacerdoti, i riti pubblici venivano svolti all’esterno, ad esso si dedicò, la maggior attenzione decorativa e strutturale. Se la
pianta rimase pressoché costante, infatti, si distinsero tre stili, chiamati anche ordini, poiché rispecchiavano la volontà di fornire un organismo architettonico unitario. Il più antico è quello dorico; dove la colonna si appoggia direttamente sullo stilòbate (basamento comune), è rastremata e scanalata, ornata da un collarino e sormontata dal capitello, formato da un àbaco ed un echìno molto semplici. Anche la trabeazione è contrassegnata dalla stessa essenzialità maestosa ed elegante (Heràion di Olimpia, templi di Cerere e Nettuno a Paestum).
Nell’ordine ionico, la colonna si appoggia su una propria base composta da tori e tròchili (sporgenze e rientranze), nella colonna si hanno più scanalature e, nel capitello, l’echìno
è ornato da òvoli, separati dall’àbaco quadrato da un elemento detto pulvìno, curvato a formare due volute laterali. Si tratta di un ordine, legato all’andamento della linea curva
(Artemìsion di Efeso), più elegante e raffinato del precedente. Il terzo ordine, il corinzio, che si svilupperà solo dal V sec. a.C. e nel periodo ellenistico, ma per completezza è meglio trattarlo accanto agli altri due, presenta il fusto della colonna leggermente più affusolato e nel capitello compare una vistosa decorazione composta da foglie di acànto
stilizzate.
La decorazione templare fu dapprima in terracotta dipinta (metope del tempio di Termo, fine del sec. VII), poi in pietra o marmo, anch’essi dipinti. I frontoni arcaici erano ornati di sculture in un primo tempo a bassorilievo o a mezzo tondo (frontone della Gorgone a Corfù; frontoni arcaici dell’Acropoli di Atene), poi a tutto tondo (frontoni del tempio di Afea a Egina, inizio del sec. V, oggi al Museo di Monaco). Il tesoro dei Sifni a Delfi (530 a.C. ca), era ornato anche da un fregio figurato.
La scultura arcaica
I più antichi esempi di scultura greca (stile dedalico, dal nome del leggendario artista cretese) risalgono al sec. VII a.C. e sono caratterizzati da una rigida astrazione (templi, di Plinías). Importanti esempi di scultura architettonica furono in Italia (in Sicilia) le metope del thesaurós della foce del Sele o del tempio C di Selinunte (Palermo, Museo archeologico), anteriori al 550 a.C., e, sulle coste asiatiche, le basi figurate delle colonne dell'Artemision di Efeso. Nella scultura arcaica la figura, prima rigida e squadrata, passò dall'astrazione dedalica a una maggiore aderenza alla realtà. La scultura era anche votiva, funeraria, onoraria (statue di vincitori di gare atletiche; gruppo dei Tirannicidi). Perduta è la grande scultura in bronzo (sec. VI a.C.), ma restano molti originali in pietra o marmo. Pochi erano i tipi della grande statuaria, tra cui anzitutto quello del kúros (statua maschile nuda, in piedi, con la gamba sinistra avanzata) e della kore (statua femminile vestita, in posizione analoga), documentati da numerosi esemplari trovati nella cosiddetta colmata persiana dell'Acropoli di Atene e oggi al Museo dell'Acropoli (dalla metà del sec. VI ai primi decenni del sec. V a.C.), ma presenti in Attica e in altre località già alla fine del VII secolo; in queste statuette è soprattutto evidente la progressiva conquista della conoscenza dell'anatomia umana. Convenzionalmente si distinguono tre stili: quello dorico (Grecia continentale e Peloponneso), piuttosto rigido e pesante; quello ionico (proprio delle isole egee), più ricercato e decorativo; quello attico (proprio di Atene) che fonde la severità dorica con l'eleganza ionica.
La ceramica arcaica
Anche la ceramica figurata ebbe nel periodo arcaico una grandissima fioritura, ciò che compensa solo in parte la quasi totale scomparsa della pittura. Oltre alla decorativa ceramica corinzia (che terminò alla metà del sec. VI a.C.), fabbriche di vasi figurati furono attive tra i secc. VII e il VI a.C. in diverse località greche. Il sec. VI fu dominato però dalla ceramica attica, prima a figure nere e poi, dal 530 a.C., a figure rosse. Diversi artisti firmarono i loro vasi (per le figure nere è famoso Exechia; per le figure rosse si ricordano tra i molti Eufronio ed Eutimide).