L'Italia delle avanguardie
- Introduzione
- Il futurismo
- Le altre avanguardie italiane
- Riepilogando
In sintesi
Redazione De Agostini
Futurismo | Nel 1909 il Manifesto del futurismo, pubblicato da Marinetti, segna la nascita del movimento futurista. Del 1910 è il Manifesto dei pittori futuristi e dell'aprile successivo il Manifesto tecnico della pittura futurista, firmato da Boccioni, Carrà, Balla, Severini e L. Russolo (gruppo milanese), che propugnano l'abolizione della prospettiva tradizionale, la moltiplicazione di punti di vista per esprimere il dinamico interagire con lo spazio circostante. Un secondo gruppo futurista si riunisce a Roma, dopo la prima guerra mondiale, attorno a Marinetti. L'architettura futurista ha in Antonio Sant'Elia (1888-1916) la figura più rappresentativa. |
Boccioni | Umberto Boccioni (1888-1916) nel 1910 è firmatario dei Manifesti dei pittori futuristi ed esegue le prime opere futuriste, proiezione di un moto turbinoso e irrefrenabile: La città che sale, la serie degli Stati d'animo. Dal 1912 si dedica anche alla scultura: (Sviluppo di una bottiglia nello spazio; L'Antigrazioso). |
Balla | Giacomo Balla (1871-1958) è tra i firmatari del Manifesto tecnico della pittura futurista; nelle sue opere (Bambina che corre sul balcone, Automobile in corsa, Dinamismo di un cane al guinzaglio) studia le forme in movimento. |
Altre avanguardie italiane | La conclusione del futurismo lascia spazio nel primo dopoguerra ad altre avanguardie in Italia: la pittura metafisica e "Novecento", corrente che nel 1922 si crea a Milano con Carrà, De Pisis e Morandi. |
De Chirico | Giorgio De Chirico (1888-1978) elabora la pittura "metafisica" che rappresenta una realtà antitetica a quella empirica, depurata da ogni relazione spazio-temporale, immersa in uno spazio indefinito e illuminato da una luce senza vibrazione atmosferica. Opere: Le muse inquietanti, La torre rossa. |
Carrà | Carlo Carrà (1881-1966), anche critico e teorico, tra i firmatari del Manifesto del futurismo, già nel 1912 si accosta al cubismo e poi si dedica alla pittura metafisica (L'idolo ermafrodito) recuperando poi immagini arcaizzanti, inquadrate in una natura rarefatta (Vele nel porto, Il pino sul mare), a cui fanno riferimento i pittori di "Novecento". |
De Pisis | Filippo De Pisis (1896-1956) ha un esordio metafisico, ma si orienta su nature morte soprattutto marine, paesaggi (La Salute, Natura morta marina). |
Morandi | Giorgio Morandi (1890-1964) pittore e incisore di essenziale equilibrio di forme e sobrietà di immagini: la sua pittura rappresenta una realtà ristretta a pochi oggetti di uso quotidiano, bottiglie, vasetti, bricchi, lucerne, cuccume (Natura morta con fruttiera) e predilige il paesaggio. |
Sironi | Mario Sironi (1885-1961) dipinge inconfondibili paesaggi urbani (Paesaggio urbano, Gasometro) e interpreta la visione metafisica (Il cavallo bianco). |
Casorati | Felice Casorati (1886-1963) esprime una pittura purista, metafisica e poi neoclassica (Le signorine, Meriggio, L'attesa). |
Martini | Arturo Martini (1889-1947) sviluppa nelle sue sculture linee liberty e dinamismo futurista (Ritratto di Omero Soppelsa) per approdare a una classica purezza di forme ascensionali (Donna seduta, Chiaro di luna, La fanciulla che nuota sott'acqua). |
Modigliani | Amedeo Modigliani (1884-1920) costituisce un caso a se stante, libero dalle appartenenze ai gruppi d'avanguardia: riduce all'essenziale gli effetti cromatici; dipinge nudi femminili e ritratti dal caratteristico collo lungo (Ritratto di L. Zborowski, Ritratto di Soutine, Ritratto di Kisling, Nudo sdraiato). |