Alla scoperta degli ecovillaggi: cosa sono e dove si trovano in Italia
Noti anche come progetti di co-living green, ecco come sono fatti, dove si trovano e come si vive in questi luoghi
Vivere in modo sostenibile è possibile. C'è chi si "accontenta" di fare un'efficiente raccolta differenziata. Chi smette di comprare acqua in bottiglia. Chi rinuncia al packaging, facendo la spesa nelle sfuserie. Chi punta più in alto e rende green la propria casa. Ma c'è anche chi, stanco dei compromessi con città sempre più inquinate e invivibili, lascia tutto e si trasferisce in un ecovillaggio. Troppo estremo o soluzione rivoluzionaria da sposare subito? Ecco tutto quello che c'è da sapere.
Cos'è un ecovillaggio
Gli ecovillaggi possono essere definiti come luoghi abitativi in cui la sostenibilità rappresenta il fulcro di ogni pratica sociale individuale o comunitaria. C'è anche un documento istitutivo che li norma: la Carta degli intenti della rete italiana villaggi ecologici (RIVE). Al centro del protocollo c'è un concetto chiave: "I progetti si ispirano a criteri di sostenibilità ecologica, spirituale, socioculturale ed economica, intendendo per sostenibilità l’attitudine di un gruppo umano a soddisfare i propri bisogni senza ridurre, ma anzi migliorando, le prospettive delle generazioni future".
L'obiettivo degli ecovillaggi è quello di portare a zero l'impatto ambientale degli abitanti della comunità. Questo scopo orienta tutta la vita sociale e individuale, nonché le costruzioni abitative. Come si può leggere sul sito del RIVE, “le esperienze di vita comunitaria siano dei veri e propri laboratori di sperimentazione sociale ed educativa per un mondo migliore”.
Il primo ecovillaggio al mondo è stato fondato nel 1971 da Stephen Gaskin, un professore di San Francisco, autore dell'insediamento The Farm, in Tennessee. Questo ecovillaggio è tutt’ora attivo.
Come si vive in queste comunità
Chi sceglie di vivere in un ecovillaggio sceglie un'esistenza a stretto contatto con la natura e con il prossimo. Si affida alle energie rinnovabili. Preferisce metodi di autoproduzione sostenibili: orti, compost, allevamento naturale. Ma la cosa più importante è che sceglie di abitare lo stesso spazio di persone che abbracciano la stessa filosofia di vita.
Quanto costa
Secondo le stime più aggiornate vivere in un ecovillaggio ha un costo che può variare dai 600 euro al metro quadro per una casa non ristrutturata fino a 1.200 euro al metro quadro per abitazioni in classe energetica F. In molti casi chi sceglie di vivere in un ecovillaggio si impegna anche per aumentare la classe energetica dell'abitazione, arrivando a dare un valore all'immobile pari anche a 3.000 euro.
Gli ecovillaggi in Italia
Esiste una vera e propria rete di ecovillaggi in Italia. Le prime fondazioni risalgono agli anni Ottanta, quando viene fondata Utopiaggia, in Umbria. Oggi sono circa venti gli aggregati di co-living green, ma ci sono anche altri sedici progetti in costruzione.
E non tutti i progetti sono uguali: ci sono quelli che impostano la vita comunitaria sul lavoro agricolo e chi sceglie vie più estremiste come la pratica della vita senza agi moderni, quasi ascetica. Ma la ragione fondamentale che spinge le persone a scegliere di vivere in un ecovillaggio è la voglia di lasciare la città e trasferirsi in campagna. La passione per la vita di comunità viene dopo. Solo la Toscana ne conta circa una decina. A incoraggiare la nascita degli ecovillaggi in Italia sono i turisti stranieri, alla ricerca di ambienti incontaminati come l'appennino tosco-romagnolo. Andiamo allora a scoprire gli ecovillaggi più famosi d'Italia.
Popolo degli Elfi
Tra le esperienze più importanti in Italia - se ne contano circa venti - c'è quella del Popolo degli Elfi, nata negli anni Ottanta sull'Appennino pistoiese. Nel 1979 nasce La Bagnaia a Sovicille, in provincia di Siena, una comunità composta da circa venti persone dedite alla produzione di olio, carne bovina, formaggi, miele e altri prodotti provenienti da agricoltura e allevamento.
Campanara
Sempre in Toscana, ma questa volta a Palazzolo sul Senio, in provincia di Firenze, c'è Campanara: un'avventura che comincia nel 1985 nella splenida natura dell'Appennino tosco-emiliano. Oggi a vivere in questo ecovillaggio sono 14 persone, 7 adulti e 7 bambini. Praticano l'autosussistenza.
Ciricea
L'ecovillaggio Ciricea, in provincia di Pistoia, è nato nel 2010 e oggi raccoglie 13 persone, dedite ad artigianato, agricoltura e lavoro da remoto.
Corricelli
Ci troviamo a Cantagallo, in provicina di Prato. Qui, in un borgo antico di circa 700mq si trovano tre casolari, un rudere, due capanne di paglie e una palafitta che funge da cucina e sala polivalente. Dal 2019 nell'ecovillaggio Corricelli abitano 8 persone in completa autonomia energetica grazie alla presenza di impianti fotovoltaici e collettori solari. La comunità si dedica al recupero edilizio e all'agricoltura puntanto all'autosufficienza alimentare.
Corricelli
Ci troviamo a Cantagallo, in provicina di Prato. Qui, in un borgo antico di circa 700mq si trovano tre casolari, un rudere, due capanne di paglie e una palafitta che funge da cucina e sala polivalente. Dal 2019 nell'ecovillaggio Corricelli abitano 8 persone in completa autonomia energetica grazie alla presenza di impianti fotovoltaici e collettori solari. La comunità si dedica al recupero edilizio e all'agricoltura puntanto all'autosufficienza alimentare.
Città della Luce
Nelle Marche, a Trecastelli (An), è nata la Città della Luce. Il sito che illustra l'ecovillaggio recita in apertura "Il cambiamento insieme a partire da noi stessi". Infatti, lo stile di vita è basato sulla sobrietà e sulla riduzione degli sprechi. Questa formazione abitativa ha anche altre due sedi: una a Roma e l'altra a Turbigo (Mi).
Giardino della Gioia
Più a Sud, a San Nicandro Garganico, in provincia di Foggia, sorge il Giardino della Gioia. Questo ecovillaggio sorge con lo scopo di creare una comunità autosufficiente a livello alimentare ed energetico, incentivando la permacultura e altri metodi di coltivazione innovativi.
Eco-House
In Sicilia, a Monreale (Pa), è attivo Eco-House. In questo ecovillaggio non vengono usate sostanze che possono nuocere all'ambiente. Il baratto è la pratica economica dominante. È diffuso il riuso. Si ricila l'acqua. È attiva un'accoglienza solidale e sostenibile.
Il caso Damanhur
Ma non è sempre oro quel che luccica. Damanhur, comunità nata come ecovillaggio nel 1979 in Piemonte, occupa quasi 250 ettari di terreno su un raggio di 15 chilometri e ha sue leggi e moneta. Tuttavia, come hanno raccontato i giornalisti Flavia Piccinni e Carmine Gazzanni nel podcast Nella Setta, più che di un ecovillaggio si tratta di una vera e propria setta, con tanto di abusi fisici e psichici, nonché coercizioni economiche.
Stefania Leo
Foto di Natosha Benning su Unsplash