Addio a Umberto Veronesi, il paladino della lotta contro il tumore
Umberto Veronesi si è spento all'età di 90 anni nella sua casa di Milano. Nelle ultime due settimane le condizioni dell'oncologo si erano progressivamente aggravate. Veronesi è morto, circondato dall'affetto della moglie e dei figli.
Nato nel 1925, Umberto Veronesi è cresciuto nei sobborghi agricoli vicino Milano. Fu il primo dei suoi quattro fratelli a trasferirsi in città. Nonostante provenisse da una famiglia cattolica, Veronesi si allontana dalla religione a 14 anni, diventando agnostico. Questa scelta gli ha permesso di improntare la sua ricerca alla laicità. Ha anche dichiarato che lo studio dell'oncologia lo ha sempre più convinto della non esistenza di Dio.
Inizia lo studio sulla cura dei tumori nel 1952 presso l'Università Statale di Milano. Dopo alcuni soggiorni all'estero, entra all'Istituto Nazionale dei Tumori come volontario e ne diventa direttore generale nel 1975. Nel 1965 partecipa alla fondazione dell'AIRC e nel 1982 fonda la Scuola europea di oncologia. Dal 1985 al 1988 presiede dell'Organizzazione europea per la ricerca e la cura del cancro.
Nel 1991 fonda e poi dirige l'Istituto europeo di oncologia.
Nel 2003 crea la Fondazione Umberto Veronesi: questa iniziativa mira a sostenere la ricerca scientifica a livello nazionale nei campi dell'oncologia, cardiologia, neuroscienze e promuove la divulgazione scientifica. I contributi scientifici più rilevanti legati all'attività di ricerca di Veronesi riguardano l'invenzione della chirurgia conservativa per la cura dei tumori mammari. Le sue ultime parole rivolte alla Fondazione sono state: “Andate avanti, il mondo ha bisogno di scienza e ragione”.
Umberto Veronesi è stato anche una figura di spicco del mondo politico italiano. Da sempre vicino al Partito Socialista, negli ottanta venne chiamato da Bettino Craxi a far parte dell'assemblea nazionale del PSI. Nel 2000 fu nominato Ministro della Sanità nel secondo governo Amato: durante il suo mandato si batté con particolare vigore per la legge contro il fumo.
Ha ricoperto il ruolo di senatore del Parlamento Italiano nella XVI Legislatura, dal 2008 al 2011, eletto in seno al Partito Democratico. Nel 2010 è diventato presidente dell'Agenzia per la sicurezza nucleare italiana, che lo ha costretto a dimettersi dall'incarico di senatore. Il 3 settembre 2011 si è dimesso dal ruolo di presidente dell'agenzia, in polemica con il governo Berlusconi.
Negli ultimi anni della sua vita ha lavorato sul miglioramento della radioterapia, introducendo quella intraoperatoria, che si esaurisce in una sola seduta durante l’intervento. Vegetariano convinto, ha sempre difeso i diritti degli animali. Ha sostenuto il diritto all'eutanasia e il testamento biologico.
Veronesi sposò la pediatra ebrea di origini turche Susy Razon, che gli ha dato sei figli. Due di questi, Paolo e Giulia, sono diventati chirurghi. Anche il rapporto con la moglie è stato improntato all'anticonformismo: la Razon ha raccontato in un libro delle relazioni extraconiugali del marito. Circondato dall'affetto della sua famiglia, Umberto Veronesi si è spento serenamente, coerente con una delle sue dichiarazioni: "La morte non mi fa paura".
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