Cosa sappiamo del nuovo sistema solare scoperto dalla Nasa

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Sembra che la Terra abbia dei "sosia". La Nasa ha annunciato la scoperta di un altro sistema solare con 7 pianeti, di cui 3 molto simili al nostro. Si tratta di Trappist-1 e si trova a meno di 40 anni luce da noi. In tre di questi potrebbero esserci le condizioni per ospitare la vita. La notizia è stata comunicata dall'agenzia spaziale in una conferenza stampa trasmessa in streaming. La scoperta è il frutto di una ricerca coordinata dall'università belga di Liegi e pubblicata sulla rivista "Nature".

Ecco cosa sappiamo del nuovo sistema solare scoperto dalla Nasa.

I 7 nuovi pianeti scoperti sono classificati come esopianeti perché orbitano attorno a una stella diversa dal Sole. I loro nomi sono Trappist-1 b, c, d, e, f, g, h, in ordine crescente di distanza dalla stella che li illumina. Questa si chiama Trappist-1, una nana rossa della costellazione dell'Acquario.

"È un sistema planetario sorprendente - ha detto Michael Gillon, astronomo dell’università di Liegi, in conferenza stampa - non solo perché abbiamo trovato così tanti pianeti, ma perché sono sorprendentemente simili alla Terra".

Le stime di densità hanno rivelato che i pianeti più interni dovrebbero essere rocciosi, proprio come quelli corrispondenti nel Sistema Solare. Le orbite di questi pianeti non sono molto diverse da quelle dei satelliti medicei di Giove, e sono molto più piccole dell'orbita di Mercurio. Ma nonostante la loro prossimità alla stella, questi pianeti non hanno mostrato temperature troppo alte.

La scoperta è stata possibile grazie al team guidato da Gillon. Gli scienziati della sua squadra gestiscono il telescopio spaziale Spitzer. Questo strumento ha permesso la scoperta dell'esistenza di uno degli esopianeti più vicini a noi, chiamato HD 219134b, alla distanza di soli 21 anni luce dalla Terra.

La parte più importante di questa scoperta riguarda l'appartenenza alla fascia di abitabilità di 3 di questi 7 nuovi pianeti. Le condizioni e le sostanze rilevate durante la ricerca fanno pensare che potrebbe esserci acqua allo stato liquido, elemento fondamentale per lo sviluppo della vita.

Il nuovo sistema solare sembra quindi avere un record. Mentre nel nostro solo la Terra ospita forme di vita, in Trappist-1 c'è il maggior numero di pianeti simili al nostro e il maggior numero di pianeti apparentemente abitabili.

Trappist-1 è stata definita una stella "cool", che in inglese significa sia "freddo" che "fantastico". Infatti, la temperatura rilevata sulla nana rossa è di circa 2.400 C°, meno della metà di quella del Sole.

Il nome Trappist-1 non deriva dall'ipotetica passione dei ricercatori per la birra prodotta dai monaci trappisti. Infatti è la derivazione del TRAnsiting Planets and PlanetesImals Small Telescope south (Trappist-south), un telescopio da 60 centimetri di apertura installato all'Osservatorio di La Silla sulle Ande e gestito dall'Università di Liegi.

Esiste un telescopio gemello installato nell'emisfero nord, progettati per monitorare un campione di stelle nane, al fine di scoprire nuovi pianeti in sistemi extrasolari. Per farlo, si catturano le deboli variazioni di luminosità causate dal transito di un esopianeta di fronte alla stella.

La scoperta, annunciata il 22 febbraio dalla Nasa, giunge dopo il primo risultato conseguito e divulgato a maggio 2016. Michaël Gillon dell'Università di Liegi, aveva pubblicato la scoperta di tre pianeti intorno a Trappist-1. Il risultato aveva spinto i ricercatori a indagare la presenza di altri pianeti, sfruttando anche il telescopio spaziale infrarosso "Spitzer".

Stando alle prime analisi, la temperatura dei nuovi pianeti intorno a Trappist-1 potrebbe permettere la presenza di acqua liquida. Gli scienziati ipotizzano che, sfruttando determinati modelli climatici, sarà possibile farsi un'idea più precisa di quali pianeti su cui potrebbe svilupparsi la vita. Al momento quelli più adatti sembrano e, f, g, situati a una distanza sufficiente dalla nana rossa per permettere la presenza di acqua.

Il passo successivo dunque sarà studiare le atmosfere di questi pianeti. Grazie a moderni telescopi, gli scienziati inizieranno a cercare le presenze chimiche di organismi viventi.
 

Foto ©www.nasa.gov