Energia Nucleare: storia, vantaggi e svantaggi della fonte energetica più controversa di sempre
Dalla vita quotidiana, passando per l’agricoltura e terminando nell’industria, l’uomo ha costante bisogno di energia.
E’ l’energia che, nelle sue forme più svariate, ci permette di vivere senza compiere troppi sforzi.
Attualmente le fonti attraverso le quali è possibile produrla sono molte: esistono i combustibili fossili, come petrolio, gas metano e carbone, che vengono quotidianamente utilizzati nei trasporti e nelle abitazioni per riscaldare gli ambienti e cucinare gli alimenti; ci sono le cosiddette energie verdi o rinnovabili, rappresentate dal fotovoltaico, dall'energia idrica, da quella eolica e geotermica, altamente preferibili alle altre perché sostenibili per il nostro pianeta; tuttavia. tra le fonti energetiche oggi utilizzate, non possiamo non nominare il nucleare, attorno al quale il dibattito è sempre aperto.
Per Energia nucleare si intendono tutti quei fenomeni a partire dai quali avviene una produzione di energia a seguito di specifiche trasformazioni dei nuclei atomici. L'intuizione che l'atomo potesse rappresentare una fonte energetica l'abbiamo all'inizio del secolo grazie a Albert Einstein che, nel 1905, pose le basi per la teoria della relatività.
La ricerca sull'atomo, in più di un secolo di studi, è progredita in modo talmente spedito che oggi, su tutto il pianeta, sono molte le centrali nucleari che producono energia per soddisfare le più svariate richieste energetiche.
Ma in che modo si produce energia a partire da un atomo? Fondamentalmente le modalità di produzione si ritrovano nella fusione (unione) di nuclei leggeri o dalla fissione (rottura) di un nucleo atomico pesante.
Ad oggi, però, non esistono centrali nucleari in grado di utilizzare la fusione come modalità sicura ed affidabile per la produzione di energia. Si tratta, infatti, di un procedimento instabile e soprattutto in grado di produrre enormi quantitativi di energia il cui effetto può essere decisamente catastrofico. Proprio sulla fusione, infatti, si basa la cosiddetta bomba atomica o bomba H.
La fissione, invece, è la modalità di produzione energetica che viene attualmente utilizzata e destinata all'uso umano e industriale. In particolare si tratta di metodologie che, partendo dagli atomi di uranio e plutonio, vengono portate avanti da circa 50 anni, arrivando oggi a produrre circa il 16% dell'energia elettrica mondiale.
La storia della fissione nucleare è, però, recente: i primi risultati pratici si devono ad un illustre fisico italiano. Fu Enrico Fermi che, per la prima volta nel 1934, bombardò l’uranio con alcuni neutroni, arrivando così a creare un nuovo tipo di energia. Una scoperta, oltre a conferirgli il premio Nobel, fu anche il punto di partenza di diverse sperimentazioni che presero il via poi in tutto il mondo. Un processo che è progredito molto in fretta, se si pensa che neanche un secolo dopo il nucleare rappresenta una realtà energetica affermata.
In termini di storia delle centrali nucleari, i primi veri risultati in termini di utilizzo di energia si ebbero nel 1954, quando la centrale di Obninsk divenne il primo impianto in grado di generare elettricità. Tuttavia la prima vera e propria centrale atomica entrò in funzione solo due anni dopo, nel 1956 a Sallafield in Inghilterra.
Realtà energetica affermata, il nucleare è però una continua fonte di dibattito e controversie. E’ infatti indubbio che si tratti di una metodologia potenzialmente pericolosa: il ricordo di Chernobyl e la memoria delle conseguenze derivate dall’esplosione di uno dei reattori della centrale sono ancora vive nella memoria di tutti e, oggi, il fantasma di una nuova contaminazione si rifà vivo a seguito del terribile sisma che ha scosso il Giappone, paese in cui sono presenti e in funzione alcune centrali nucleari.
L’aspetto positivo della produzione energetica tramite il nucleare è quindi controbilanciato dagli svantaggi che la costruzione e la funzione di una centrale del genere porta intrinsecamente con sé.
Oltre alla paura della dispersione di elementi radioattivi a seguito di un incidente all’interno delle centrali, è sempre attuale il problema dello smaltimento delle scorie radioattive, derivanti dalla lavorazione degli atomi di uranio. Questi scarti, infatti, conservano un alto grado di radioattività purtroppo che si smaltisce in tempi lunghissimi. Attualmente non esistono metodi atti a distruggerli e, conseguentemente, il loro smaltimento deve avvenire tramite stoccaggio in luoghi deputati ad accoglierli per milioni di anni, senza che entrino in contatto con l'attività umana.
Insomma, quello dell'energia nucleare è un argomento controverso che dà vita a schieramenti di tendenze opposte: tra coloro che sono pro nucleare, e coloro che invece sono contro, non esiste alcun punto di incontro.