Addentrarsi nel "Sogno di una notte di mezza estate"
Un'opera immortale in cui sogno, magia e amore si intrecciano magistralmente: tutto quello che devi sapere sulla commedia di William Shakespeare "Sogno di un notte di mezza estate".
Di William Shakespeare siamo soliti citare a memoria frasi celebri delle sue migliori tragedie, ma il drammaturgo inglese seppe esprimere il suo genio al meglio anche nelle commedie che scrisse, rendendole immortali.
Sogno di una notte di mezza estate mette in scena quattro storie d'amore e di due mondi: uno incantevole, popolato da fate ed elfi, e l’altro reale, che ha per protagonisti un gruppo di artigiani, amori intricati e le nozze di un duca. È il teatro che riflette se stesso.
Le commedie shakespeariane
Le commedie più celebri, che William Shakespeare scrisse, sono: Tutto è bene quel che finisce bene, Come vi piace, La commedia degli errori, La bisbetica domata, La tempesta, Sogno di una notte di mezza estate, La dodicesima notte, Molto rumore per nulla.
Le commedie di Shakespeare parlano di amore e matrimonio in ambienti a volte fiabeschi e contengono solitamente elementi ludici: linguaggio satirico, giochi di parole, metafore e insulti. Le commedie contengono anche elementi di amore o lussuria, con ostacoli che gli amanti devono superare durante il gioco. Identità e travestimenti errati, equivoci sono spesso usati in modi sia intenzionali che involontari per effetto comico. Un punto fermo della commedia shakespeariana sta nella conclusione del gioco con qualche tipo di riunione o matrimonio. Le commedie contengono anche trame complesse, con ampi colpi di scena, per indurre il pubblico a indovinare cosa succederà dopo. Furono spesso guardati dall'alto in basso riguardo ai loro meriti artistici; tragedie ed epopee furono elevate rispetto alla maggior parte degli altri generi teatrali ai tempi di Shakespeare.
Sogno di una notte di mezza estate, 4 storie d'amore
William Shakespeare scrive Sogno di una notte di mezza estate intorno al 1595. La commedia, dopo l'esordio, non fu mai rappresentata nella versione integrale fino alla metà del XIX secolo; nel 1692 ci fu però un adattamento musicale da parte di Henry Purcell con il titolo di The Fairy Queen, una versione ridotta in cui Bottom era il personaggio principale.
Sogno di una notte di mezza estate intreccia in un sogno 4 storie d'amore, quella di Teseo che deve sposare Ippolita, quella di Lisandro ed Ermia, di Demetrio ed Elena, e la coppia reale composta da Titania, regina delle fate e Oberon, re degli elfi, che attraverso il folletto Puck e i suoi incantesimi stravolge amori e coppie.
Personaggi
Teseo, il duca di Atene che si sposerà con Ippolita;
Egeo, il padre di Ermia che vuole che la figlia sposi Demetrio;
Lisandro, innamorato di Ermia, che infine sposerà;
Demetrio, innamorato anche lui di Ermia, ma che grazie al fiore magico sposerà Elena;
Filostrato, il cerimoniere di Teseo;
Quince, Snug, Bottom, Flute, Snout e Starveling, rispettivamente falegname, stipettaio, tessitore, aggiusta-mantici, calderaio e sartore. Bottom è quello di cui, quando avrà la testa da asino, si innamorerà Titania;
Ippolita, la promessa sposa di Teseo, regina delle amazzoni;
Ermia, l’amante di Lisandro, con il quale si sposerà;
Elena, amante di Demetrio, con il quale si sposerà grazie al fiore magico;
Oberon, il re degli elfi;
Titania, la regina delle fate;
Puck, il folletto dispettoso che mescola gli amori dei quattro amanti;
Fior di Pisello, Ragnatela, Bruscolo, Gran di Senape e tanti altri folletti e fate al servizio di Oberon e di Titania.
Ambientazione
Il mondo reale di Sogno di una notte di mezza estate è Atene, quello fiabesco è il bosco, dove dimorano spiritelli, fate e folletti, che con le loro schermaglie e i loro comportamenti incidono sulla vita dei mortali. Il re dei folletti, Oberon, e la regina delle fate, Titania, sono in lite a causa di un paggetto che Oberon vorrebbe per sé, ma che Titania non gli cede. I loro litigi, come ci informa Titania, rendono incostanti le stagioni, incidendo negativamente sulla vita degli uomini. Pur rendendosi conto, Oberon non ha nessuna intenzione di accontentare la consorte, che è ancora più ostinata di lui. A Oberon non rimane quindi che ricorrere a un inganno, servendosi del suo fidato Puck. Il bosco è lo spazio della riflessione, dove emerge dal sogno l'inconscio.
Trama
Sogno di una notte di mezza estate comprende tre distinte storie, che convergono verso la celebrazione del matrimonio tra Teseo, duca di Atene, e Ippolita, regina delle Amazzoni. Lisandro e Demetrio, giovani ateniesi, sono innamorati della stessa donna, Ermia. La quale ama Lisandro, mentre la sua amica Elena è innamorata di Demetrio. Egeo, padre di Ermia, impone tuttavia alla figlia di sposare Demetrio. Allora lei fugge per i boschi con Lisandro, seguita da Elena e Demetrio. Le due coppie presto si smarriscono nel buio e nelle loro schermaglie amorose.
Nello stesso bosco in cui si trovano i quattro ragazzi giungono Oberon, re degli elfi, e la moglie Titania, regina delle fate, per prendere parte alle nozze di Teseo e Ippolita, che si terranno a breve,
Oberon e la moglie sono i protagonisti della terza storia d’amore. La coppia reale litiga perché lei non vuole mettere a disposizione del marito il suo garzone. Per dispetto, Oberon ordina al folletto Puck di raccogliere il fiore della viola del pensiero e di spremerne il succo sugli occhi di Titania mentre dorme. Il fiore ha infatti il magico potere di far innamorare la vittima della prima persona che vede al risveglio.
Nel bosco si avventura anche una compagnia di attori da strapazzo composta da artigiani che si stanno assegnando le parti per mettere in scena uno spettacolo teatrale che intendono provare e che porteranno in scena in occasione del matrimonio del duca con Ippolita. Bottom, l’attore più egocentrico della compagnia, per capriccio di Oberon subirà una lenta metamorfosi in asino, spaventando tutti i compagni che fuggiranno via, lasciandolo solo. Poi anche Puck si prenderà gioco di Bottom. Titania, infatti, al risveglio, vede per primo proprio Bottom, che in seguito a un incantesimo ha la testa d’asino. Titania, pure sotto incantesimo, non si accorge di quanto sia incredibile ciò che le accade. La compagnia di artigiani che prova nel bosco mette in scena il metateatro che Shakespeare usa anche in Amleto: il teatro nel teatro, per farci riflettere sulla rappresentazione che è finta.
Oberon ordina a Puck di dare la viola del pensiero anche a Demetrio, perché si innamori di Elena, ma sbaglia e inverte i personaggi: dà la viola a Lisandro, che si innamora perdutamente di Elena e lascia Ermia.
Allora Oberon, cercando di rimediare, versa la viola del pensiero anche sugli occhi di Demetrio, capovolgendo così la situazione iniziale: adesso Demetrio e Lisandro amano Elena - molto offesa poiché crede di essere presa in giro - e disprezzano la precedentemente tanto amata Ermia, che soffre immensamente a causa dell'atteggiamento inspiegabile di Lisandro.
Puck deve quindi sistemare le cose: i due ragazzi sfidandosi a duello vanno nel bosco e il folletto fa calare su di loro una fitta nebbia che gli impedisce di vedersi e li fa presto addormentare. Quindi, usa la viola del pensiero per far sì che Lisandro ami di nuovo Ermia.
Il giorno dopo, Teseo incontra i quattro giovani nel bosco e non riesce a capire come, due che provano tanto odio l'uno per l'altro, possano dormire tranquillamente vicini senza temer nulla. Si stupisce ancora di più quando si accorge che le cose si sono sistemate e che tutti e quattro i giovani sono finalmente felici: Elena ama ed è amata da Demetrio mentre Ermia e Lisandro sono felici e innamorati come sempre. Teseo allora prepara i matrimoni, che ormai saranno tre.
Al palazzo, Teseo, nonostante gli avvertimenti del cerimoniere, sceglie proprio lo spettacolo degli artigiani (Piramo e Tisbe), in quanto sostiene che un qualcosa offerto con così buona volontà non possa essere rifiutato. Inoltre, ha la sensazione che la rappresentazione sarà divertente a dispetto della trama e sicuramente interessante. A questo punto parte lo spettacolo nello spettacolo: gli artigiani mettono in scena una goffa versione della tragedia, generando una delle scene più comiche del teatro, nella quale è compreso anche un personaggio nel ruolo del leone (causa dell'equivoco che porta i due innamorati alla morte), uno nel chiaro di luna e un altro nella parte del muro (con relativo squarcio attraverso cui i due amanti si parlano). Indimenticabile è la performance dell'artigiano Francis Flute, che interpreta in maniera del tutto singolare il ruolo di Tisbe, perché nel teatro shakesperiano i ruoli femminili sono ancora interpretati dagli uomini. La tragedia diventa una farsa che fa ridere il pubblico fino alle lacrime, incluso Teseo che ricompensa gli artigiani.
La commedia si chiude quella notte, con Oberon e Titania che mandano la loro benedizione sul palazzo addormentato e Puck che saluta il pubblico.
Nel frattempo, gli artigiani propongono il loro spettacolo al cerimoniere che però, fatta la proposta a Teseo, lo invita a rifiutare poiché non crede che lo spettacolo sia degno degli spettatori. Teseo insiste: crede che nulla fatto con tale buona volontà possa essere davvero brutto e che tutto debba essere apprezzato e mai rifiutato. Lo spettacolo viene dunque messo in scena e la famosa tragedia diventa quasi una commedia poiché è ridicola, buffa e grossolana. Il tutto viene concluso da Puck che invita il pubblico a far finta di nulla, di aver dormito se non ha apprezzato lo spettacolo poiché lui rimedierà a ogni danno. “Se vana e sciocca sembrò la storia; ne andrà dissolta ogni memoria; se ci accordate vostra clemenza, gentile pubblico, faremo ammenda”.
Il tema del sogno
La commedia ruota attorno a tre principali tematiche: sogno, magia e amore.
La parola sogno non soltanto caratterizza il titolo, ma viene ripetuta più volte nel corso dello spettacolo per dare una spiegazione a quegli avvenimenti che non avrebbero senso nel loro svolgimento ed anche con il deus ex machina che alla fine Puck vuole impiegare per chi non ha apprezzato la commedia. L’atmosfera si mantiene onirica nel corso di tutto il racconto favorita dalla presenza della magia e di personaggi fatati e dalla suggestiva ambientazione dei boschi. Lontani dal palazzo e dalle convenzioni sociali che esso comporta tutti i protagonisti sembrano rivelare il proprio vero sé come in una selvaggia liberazione degli istinti. La foresta rappresenta il luogo in cui ogni logica è sospesa, in esso regna una magia misteriosa che prelude al cambiamento.
Lo stile e il linguaggio di Sogno di una notte di mezza estate non fanno altro che contribuire ancora di più a creare l’atmosfera sognante ed eterea voluta da Shakespeare.
I personaggi mettono dinnanzi allo spettatore l'enigma dell'amore che ha la stessa densità del mondo onirico. Shakespeare, sovvertendo tutti i canoni della verosimiglianza, tenta di mettere in scena il mistero dell'amore.
Ci sono molti parallelismi, giochi di parole, illusioni classiche e l’abilità del drammaturgo inglese risiede proprio nella capacità di intrecciare tra loro mondi diversi con linguaggi diversi. C’è il dialogo degli amanti, che si esprimono tra loro parlando con versi d’amore, quello delle fate, che utilizzano filastrocche e formule magiche, e infine quello degli artigiani ateniesi – improvvisati attori, che utilizzano un linguaggio parodico.
I sogni sono curiosi e bizzarri e forse questo è il motivo per cui Shakespeare li impiega così spesso. Essi possono essere utilizzati per spiegare desideri, ma possono anche essere ambigui; i sogni possono creare sentimenti e desideri: possono essere sia meravigliosi, che incubi. Inoltre, essi dimostrano come non siamo sotto controllo e aggiungere una dimensione di illusione a qualsiasi situazione.
Tutti i personaggi della commedia sembrano vivere in uno stato di sogno, a eccezione di Teseo e Ippolita che sono gli unici che sembrano avere pieno controllo durante tutta questo farsa e, infatti, rappresentano il mondo reale.
Come ha scritto Benedetto Croce sulla commedia shakesperiana: “La quintessenza di tutte queste commedie (al modo stesso che, rispetto alle grandi tragedie, si può in certo senso dire dell'Amleto) è il Sogno di una notte di mezza estate; dove le rapide accensioni, le incostanze, i capricci, le illusioni e le delusioni, le follie d'ogni sorta dell'amore si danno un corpo e tessono un loro mondo così vivo e reale come quello degli uomini che quegli affetti visitano, estasiandoli e tormentandoli, innalzandoli e abbassandoli; sicché tutto vi è parimente reale e parimente fantastico, secondo meglio piaccia chiamarlo. Il senso del sogno, di un sogno-realtà, permane e impedisce ogni freddezza di allegoria e di apologo”.
Il tema della magia
La magia, desidera, o cerca di evitare il destino. Se questa è malvista, o semplicemente inutile, scherzi con qualcosa che è già stato determinato è raramente una buona idea. In questo gioco, Puck provoca un disordine che ha bisogno inevitabilmente di fissaggio quando usa il fiore magico di improvvisarsi Cupido. La magia, intesa come Shakespeare la esprime, altro non è l’amore che risolve tutto.
Il succo del fiore magico è ciò che simboleggia quell’amore, che agisce sugli occhi, proprio la parte del corpo con la quale ci si innamora la prima volta vedendo l’oggetto del proprio sentimento. L’espediente del liquido fatato del fiore ci fa capire come l’innamoramento nasconda in realtà le vere qualità della persona amata, per poi rivelarle una volta svanito l’incantesimo. La magia, ovvero l’amore, sembra creare solo guai nel corso della commedia, ma è proprio grazie a essa che alla fine tutto si risolve nel migliore dei modi.
Gli amori in Sogno di una notte di mezza estate
Durante tutta la commedia, le azioni impetuose degli amanti creano continuo conflitto. Il groviglio di affetti che ha lasciato fuori Ermia dimostra che l'amore è spesso difficile e squilibrato. Quando il tema è attentamente esaminato, il lettore può vedere che ci sono diversi tipi di amore che lavorano in tutta la commedia. Tuttavia, il messaggio di fondo è che l'amore non è sempre perfetto o ricambiato. Negli scambi d'amore durante la notte nel bosco l'amore riprende il sopravvento.
L'amore è rappresentato come un sentimento che non possiamo governare. Anche l'amore di Piramo e Tisbe che è una sgangherata tragedia, finisce ovviamente malissimo, mentre invece finiscono bene tutti gli amori convolati a nozze: c'è il lieto fine in cui è ricostituito l'ordine delle coppie e l'ordine sociale. In realtà, Shakespeare ci racconta che questo ordine è fragilissimo e che basta poco per portarci chissà dove da qualche altra parte, che alla razionalità della città all'ordine politico gerarchico della città a volte si rompe questo ordine inevitabilmente e possono succedere avvenimenti di ogni genere che ci si innamori della persona sbagliata che ci si disamori e disinnamori, o che la regina delle fate possa innamorarsi di un uomo con le orecchie d'asino, che eppure gli sembra bellissimo. Quindi, Shakespeare mette in scena la fragilità della realtà, che potrebbe rivelarsi un sogno.
Frasi celebri tratte da Sogno di una notte di mezza estate
“La tua virtù mi rassicura: non è mai notte quando vedo il tuo volto; perciò ora a me non sembra che sia notte, né che il bosco sia spopolato e solitario, perché tu per me sei il mondo intero; chi potrà dunque dire che io sono sola se il mondo è qui a guardarmi?”
(Elena, atto II, scena I)
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“L'amore, com'io penso, e la ingenuità d'una lingua impacciata, pur senza parlare, sanno significare molto”.
“Conosco una valle in cui fiorisce il timo selvatico, dove crescono le primule e le timide viole, coperte da un baldacchino di rigoglioso agrifoglio, dolci rose muschiate e caprifogli”.
(Oberon, atto II, scena I)
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“Le più feroci non hanno un cuore come il tuo. Fuggi quando vuoi, e la storia sarà invertita: Apollo scappa e Dafne lo rincorre; la colomba insegue il grifone; la mite cerva corre ad afferrare la tigre. Vana corsa, quando la vigliaccheria ci insegue e la prodezza fugge”.
(Elena: atto II, scena I)
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“Non c'è occhio d'uomo che abbia mai sentito, né orecchio che abbia mai veduto, non c'è mano che abbia mai assaggiato, né lingua che abbia mai toccato, e tantomeno cuore che abbia mai raccontato un sogno come il mio".
(Rocchetto: atto IV, scena I)
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“Pazzo, amante, poeta: tutti e tre sono composti sol di fantasia”.
(Teseo: atto V, scena I)
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“Può ben dire la sua un leone, quando a dir la loro ci sono tanti asini in giro”.
(Demetrio: atto V, scena I)
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"L'amore può dar forma e dignità a cose basse e vili, e senza pregio; ché non per gli occhi Amore guarda il mondo, ma per sua propria rappresentazione, ed è per ciò che l'alato Cupido viene dipinto col volto bendato”.
(Elena: atto I, scena I)
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“L'amore non guarda con gli occhi ma con la mente e perciò l'alato Cupìdo viene dipinto bendato".
"Ahimè, da quanto ho potuto leggere o udire di racconti e storie vissute, la strada del vero amore non è mai piana".
(Lisandro: atto I, scena I)
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“Io fuggirò da te, mi nasconderò nella selva e ti lascerò in balia delle bestie feroci”.
(Demetrio: atto II, scena I)
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“Ciò che il tuo occhio al risveglio vedrà il tuo vero amore diventerà”.
(formula magica di Oberon: atto II, scena II)
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"Amami o odiami, entrambi sono a mio favore. Se mi ami, sarò sempre nel tuo cuore… se mi odi, sarò sempre nella tua mente".
“Signore, che sciocchi sono questi mortali!”
(Puck)
Il monologo finale di Puck
Nel monologo finale che chiude la commedia recitato da Puck, il folletto consapevole di aver scatenato il caos, raccomanda agli spettatori di interpretare quello che hanno appena visto come se fosse solo un sogno, un miraggio e nulla più, perché i sogni non possono cagionare male. Si rivolge al pubblico definendo gli attori come ombre, immaginazioni irreali per questo oniriche, che squarciano la maschera che portiamo sul palcoscenico della realtà. Essendosi smascherato cattivo, si imbonisce il pubblico, dando colpa alla densità onirica che tutto confonde, senza però aver voluto intenzionalmente provocare male, e facendo ammenda se lo spettacolo non sia stato gradito.
Se l’ombre nostre v’han dato offesa
voi fate conto v’abbian colto queste visioni
così a sorpresa mentre eravate in preda al sonno.
In lieve sonno sopiti ed era ogni visione vaga chimera.
Non ci dovete rimproverare
se vana e sciocca sembrò la storia,
ne andrà dissolta ogni memoria,
come di nebbia se il sole appare.
Se ci accordate vostra clemenza, gentile pubblico,
faremo ammenda.
E com’è vero che io son folletto
onesto e semplice, sincero e schietto,
se pur ho colpe non mai ho avuto
lingua di serpe falsa e forcuta.
Pago l’ammenda senza ritardo,
o mi direte che son bugiardo.
Ora vi auguro sogni felici,
se sia ben vero che siam amici,
e ad un applauso tutti vi esorto
poiché ho promesso
che ad ogni torto a voi usato per insipienza,
gentile pubblico, faremo ammenda”.
Sogno di una notte di mezza estate nel cinema e a teatro
Dopo l'esordio, la commedia non fu mai rappresentata nella versione integrale - se non in occasioni private, per cui fu concepita - fino alla metà del XIX secolo; tuttavia nel 1692 ci fu un adattamento da parte di Henry Purcell con il titolo di The Fairy Queen, una versione ridotta in musica in cui Bottom era il personaggio principale.
Dopo The Fairy Queen, Madame Vestris rappresentò nel 1840 la commedia integrale a Covent Garden, inserendovi intermezzi musicali e balletti; lei stessa interpretò il ruolo di Oberon e, per settant'anni, i personaggi di Oberon e Puck furono interpretati da donne. Dopo il successo ottenuto dall'adattamento di Vestris, il teatro del XIX secolo continuò a considerare il Sogno di una notte di mezza estate un'occasione per uno spettacolo imponente recitato da un centinaio di attori. Le ambientazioni sceniche raffiguranti il palazzo e la foresta furono curate nei minimi particolari, e le fate presero le sembianze di danzatrici con le ali di finissima tela di garza.
Nel 1841, a Berlino, Felix Mendelssohn compose musiche per Sogno di una notte di mezza estate.
Max Reinhardt mise in scena Sogno di una notte di mezza estate per tredici volte tra il 1905 ed il 1934, introducendo una scenografia girevole. Fuggito dalla Germania, nel settembre del 1934 inventò un adattamento scenico all'aperto, ancora più spettacolare, all'Hollywood Bowl, in cui il bosco fu piantato su tonnellate di immondizia.
Nel 1971, Peter Brook abbandonò tutte le forme di rappresentazione tradizionali, ambientando la commedia in una scatola bianca vuota in cui fate maschili eseguivano degli esercizi circensi, come il trapezio e i trampoli, anche le luci erano essenziali. Introdusse anche l'idea, diventata poi comune, di far sostenere un doppio ruolo: Teseo/Oberon e Ippolita/Titania, come a voler dire che il mondo delle fate rispecchia il mondo degli uomini.
Dopo Brook, la fantasia dei registi teatrali si è sbizzarrita: i direttori artistici si sono presi la libertà di prendere spunto dalla propria fantasia e decidere autonomamente che significato attribuire alla commedia e come trasferirlo sul palcoscenico. In particolare, è diventato frequente l'elemento legato alla sessualità, poiché molti registi associano il “palazzo” a un simbolo di costrizione e di repressione, mentre il “bosco” può indicare la sessualità dionisiaca-satiresca classica e incontrollabile, che è sia liberatoria che terribile. E la notte di mezza estate ha rabbuiato e colorato di fate, folletti e amori anche il cinema, che conta innumerevoli adattamenti. Dal 1909, con la regia di J. S. Blackton e C. Kent.
Anche il maestro dell'ironia Woody Allen si è voluto confrontare con Shakespeare, scrivendo, girando e interpretando A Midsummer Night's Sex Comedy (Una commedia sexy in una notte di mezza estate) nel 1982.
L'anno dopo, Gabriele Salvatores, dirige la commedia shakesperiana con interpreti italiani doc: Gianna Nannini è Titania, Flavio Bucci Oberon, Alberto Lionello Teseo, Luca Barbareschi Lisandro, Alessandro Haber interpreta Egeo.
Cast affatto hollywoodiano per Michael Hoffman nel 1999: Kevin Kline nel ruolo di Bottom, Michelle Pfeiffer nel ruolo di Titania, Sophie Marceau interpreta Ippolita, Calista Flockhart Elena, Rupert Everett nel ruolo di Oberon e Christian Bale nel ruolo di Demetrio.
Come Brook in teatro, così Eugenio Zanetti, nel cinema, realizza un particolare adattamento cinematografico dell'opera con il film argentino Amapola, prodotto nel 2014 da Fox International. La trama vede gli inquilini di un hotel interpretare l'opera di Shakespeare, ma nello stesso tempo tutto l'hotel è protagonista di intrecci amorosi e magie. Si tratta di una trasposizione dove la realtà intreccia la magia, il musical e il teatro in un mix elegante e ricercato, ispirandosi puntualmente all'opera shakespeariana. Tra gli attori si annoverano Camilla Belle, Francois Arnauld e Geraldine Chaplin, figlia di Charlie.
Ne L'attimo fuggente (1991) gli studenti mettono in scena il monologo di Puck, scatenando una riflessione ancora più complessa sulla rappresentazione e sugli intrecci tra finzione e realtà, sogno e veglia, morte e vita, ossia Eros e Tanatos.
E così Sogno di una notte di mezza estate, inizialmente non rappresentato, oggi è uno dei testi shakespeariani più presenti sui palcoscenici di tutto il mondo occidentale, perché ha saputo tramandarci in un'unica opera tutta la potenza del drammaturgo, poeta e comico inglese.
Laura Cusmà Piccione