Addio a Giorgio Faletti, icona eclettica del panorama artistico italiano
“Per chi ci ha messo il cuore e altrettanto cuore non ha trovato, per chi si è sbagliato e ci ha messo troppo sale, per chi non avrà pace finché non riuscirà a scoprire in quale maledetto barattolo hanno nascosto lo zucchero, per chi rischia di annegare nella piccola alluvione delle sue lacrime. Siamo qui con voi e, nonostante tutto, come voi siamo vivi”.
Giorgio Faletti è morto a 63 anni, dopo aver combattuto con dignità e tanto coraggio la sua battaglia contro il tumore: artista eclettico, versatile e dai mille talenti, Giorgio Faletti era ricoverato presso l’Ospedale Molinette di Torino.
Cabarettista, cantante, sceneggiatore, attore e scrittore, in una combinazione unica di successo e originalità; una popolarità che si è guadagnato nel tempo, dagli inizi storici negli anni 80 come protagonista di Drive In (indimenticabile il suo personaggio Vito Catozzo) fino al 2002, quando il suo romanzo “Io uccido” diventa un best seller, facendolo entrare di diritto nella hall of fame degli scrittori italiani di maggiore successo dell’ultimo ventennio.
Un uomo e una vita da prendere sicuramente come esempio: avversità e ostacoli non devono essere visti come un intralcio ma come la possibilità di fare di più (e meglio).
Lo stesso anno della pubblicazione del suo primo best seller "Io uccido" Giorgio Faletti viene colpito da un ictus. Superato senza complicazioni, nel 2004 torna con il romanzo "Niente di vero tranne gli occhi", un capolavoro che attira addirittura l'attenzione di uno degli scrittori più famosi del mondo, Jeffery Deaver, definendo Giorgio larger than life: "Uno come Faletti è uno che diventerà leggenda".
La voglia continua di cambiamento e il bisogno di reinventarsi: un artista a 360 gradi, che soltanto 24 ore fa su Twitter pubblicava una citazione dal suo libro Tre atti e due tempi:
“A volte immaginare la verità è molto peggio che sapere una brutta verità. La certezza può essere dolore. L'incertezza è pura agonia”.