Banana Yoshimoto: un viaggio attraverso il suo Giappone magico e solitario

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Conosciuta da tutti come Banana, Mahoko Yoshimoto è una delle protagoniste più importanti della letteratura moderna giapponese. Con il suo linguaggio, frutto di una rielaborazione in chiave letteraria di quello dei manga giapponesi, ha incantato i lettori di tutto il mondo catapultandoli in un altro universo, un universo fatto di mille solitudini e di ramoscelli rosei di alberi di ciliegio in cui si fondono il moderno realismo e le forti tradizioni giapponesi.

Banana Yoshimoto: la biografia dell’autrice

Banana Yoshimoto è nata a Tokyo il 24 luglio 1964. È figlia di uno dei più noti intellettuali giapponesi, Takaaki Yoshimoto, che esercitò un’enorme influenza sulla generazione “impegnata” e di sinistra tra gli anni Sessanta e Settanta, mentre sua sorella, Haruno Yoiko, è una famosa disegnatrice di anime giapponesi. Sarà proprio la sua creatività a spingere Banana a cercare la sua strada. 

Durante gli anni dell’infanzia si chiude nel cerchio della sua solitudine, nel suo vuoto interiore. Si dedica alla lettura di manga, in particolare quelli di Fujiko Fujio, come Doraemon, e divora ogni opera di Stephen King rimanendone ammaliata. La vera e propria svolta arriva con la scoperta del noto regista italiano Dario Argento dal quale trarrà anche ispirazione per il suo libro “A proposito di lei” uscito nel 2013: “Da bambina mi sono sempre sentita diversa. Pensavo di essere pazza. Ero terribilmente sola. Quando verso i quattordici anni ho visto Suspiria di Dario Argento, tutto il mondo che avevo nella mia mente e che mi separava dal mondo degli altri, era lì, in quei colori e quelle immagini, già completo e perfettamente formato. Capii che non ero pazza, e non ero più sola.”

Nel 1984 si iscrive all’università, la Nihon Daigaku, e si laurea con una specializzazione in letteratura. Proprio in questi anni inizia ad utilizzare lo pseudonimo “Banana” che lei stessa giudica “carino” e “volutamente androgino”. Alcuni ritengono che la scelta del nome faccia riferimento alla sua passione per i fiori rossi del banano, pianta di cui possiede un esemplare nella sua casa a Tokyo, ma che sia anche dettata dalla semplicità nel ricordarlo in quanto si pronuncia quasi allo stesso modo in tutte le lingue. 

Essendo l’autrice molto riservata per quanto riguarda la sua vita privata, poco si conosce del marito musicista Hiroyoshi Tahata e del figlio Manachinko, nato nel 2003. 

I libri più belli di Banana Yoshimoto: raccontare sottovoce una storia sopra le righe

Le pagine che racchiudono le storie dell’autrice sono pervase da atmosfere che richiamano i tratti tipici del manga, da pennellate erotiche sincere e immaginose e da stimoli tragicomici necessari a disincarnare la sofferenza. Banana Yoshimoto riesce abilmente a mostrare un mondo complesso con una scrittura delicata e semplice, trovando un equilibrio tra il concreto e l’onirico. L’io narrante di ogni sua storia si muove in un tempo segnato sempre da un dolore, dalla desolazione e dall’assenza di calore umano cui risponderà con scelte folli, con l’assurdità. Eppure ogni storia si chiude con un incontro che scalda all’improvviso e accende la speranza. L’ambientazione, il Giappone, incarna perfettamente i sentimenti che vi risiedono: una Tokyo caotica, confusa e fatta di dolori e solitudini, mentre i piccoli villaggi rurali custodiscono le origini, l’identità e proteggono il passato. Forse sono proprio queste storie, tanto simili a quelle di ciascuno di noi e tanto vere da poter essere le nostre, che hanno reso celebre in tutto il mondo Banana Yoshimoto. 

Kitchen

Kitchen è il primo romanzo dell’autrice, pubblicato nel 1988. La sua protagonista, Mikage Sakurai, rimasta orfana dei genitori, si ritrova sola al mondo nel momento in cui viene a mancare sua nonna. Banana ha più volte affermato di prendere ispirazione per i suoi libri dai suoi sogni e dalla cucina ed è proprio il cibo, in Kitchen, a giocare un ruolo fondamentale nell’avanzamento della trama, facendo emergere i pensieri e le emozioni dei personaggi. Mikage Sakurai, infatti, apre la propria descrizione affermando che il posto che ama più al mondo è la cucina perché è proprio lì che riesce a sentirsi in pace con sé stessa, quasi protetta. Il tema affrontato è quello del superamento della morte, della rielaborazione del lutto e l’autrice lo fa senza pregiudizi e senza abbandonarsi a stereotipate immagini e frasi cariche di pianto e tristezza.

Tsugumi

Atmosfere intense, paesaggi interiori i cui contorni sono rifiniti con leggere e nitide pennellate e un linguaggio poetico e sognante. Tsugumi è il racconto di un’estate, l’ultima trascorsa insieme, di due ragazze diciannovenni molto diverse l’una dall’altra, Maria e Tsugumi. Dopo il periodo adolescenziale, Maria abbandona il piccolo paese sul mare per trasferirsi a Tokyo e frequentare l’università. Dopo alcuni anni, il suo ritorno le fa ritrovare Tsugumi, le cui condizioni di salute stanno peggiorando rapidamente. Solitudine, tristezza, gioia, paura del futuro e necessità di cambiare sono i temi principali che vengono rappresentati senza eccessi. 

Sonno profondo

L’opera raccoglie tre racconti precedentemente apparsi sulla rivista letteraria Kaien: Sonno profondo, Viaggiatori nella notte e Un’esperienza. Ogni racconto è pervaso dal sovrannaturale e la notte è il filo che tiene insieme tutta la narrazione. Queste tre storie, infatti, raccontano la notte di alcuni personaggi che vivono una situazione di blocco e si ritrovano a fare i conti con loro stessi, con la paura della solitudine, la sofferenza dovuta al lutto e con la ricerca di un bagliore di speranza. I protagonisti vivono una vita sospesa tra il sonno e la veglia, tra la vita e la morte e la sensazione che le poche descrizioni e i dialoghi essenziali lasciano è quella di avere ancora una speranza davanti a sé, anche quando tutto sembra essere cristallizzato in un tempo sospeso

Amrita

La narrazione ruota attorno ad un’insolita famiglia, quella di Sakumi, di cui fanno parte sua madre e il suo compagno molto più giovane, il fratellastro, la cugina e l’amica del cuore della madre. Su questa famiglia “allargata” pesa ancora il ricordo della tragedia di Mayu, la sorella minore di Sakumi morta a causa di un incidente stradale mentre guidava sotto l’effetto di alcol e droghe. Tutti i personaggi presentano un vissuto difficile alle spalle, sono dotati di un grande magnetismo e hanno una strana storia da raccontare. Lo stile è quello inconfondibile di Banana Yoshimoto, pura spontaneità e un tocco di mistero che rende tutto accattivante, mentre le tematiche affrontate sono quelle ricorrenti come la morte, l’amore, la famiglia e gli affetti.

Il dolce domani

La bellissima storia d’amore tra Sayoko e Yōichi è stata distrutta da un terribile incidente in cui lei è rimasta gravemente ferita e lui, invece, non c’è più. Il dolce domani è stato scritto a seguito dell’incidente di Fukushima e non è altro che un inno alla vita, alla speranza. Chi sopravvive a una catastrofe, a un qualcosa che colpisce un caro affetto, perde anche tutto quello che quel legame può significare, compreso il senso della propria esistenza. Banana Yoshimoto ricorda quanto sia fragile la vita, ma anche quanto sia importante viverla alla ricerca del proprio posto nel mondo.

Le frasi più celebri della scrittrice giapponese

  • “Nelle città senza mare... chissà a chi si rivolge la gente per ritrovare il proprio equilibrio... forse alla Luna..."
  • “I ricordi veramente belli continuano a vivere e a splendere per sempre, pulsando dolorosamente insieme al tempo che passa.”
  • “Ci sono persone così. Persone capaci di ricominciare infinite volte senza paura di sbagliare.”
  • “La vita è una sola, e ogni persona è unica. È la cosa più importantedi tutte, eppure troppo spesso ce ne dimentichiamo.”
  • "La vita è fatta di piccole felicità insignificanti, simili a minuscoli fiori. Non è fatta solo di grandi cose, come lo studio, l'amore, i matrimoni, i funerali. Ogni giorno succedono piccole cose, tante da non riuscire a tenerle a mente né a contarle, e tra di esse si nascondono granelli di una felicità appena percepibile, che l'anima respira e grazie alla quale vive."
  • "In ogni caso la felicità è sempre dietro l'angolo: la felicità arriva all'improvviso, indipendentemente dalla situazione e dalle circostanze, tanto da sembrare spietata [...]. È imprevedibile come lo sono le onde e il tempo. I miracoli sono sempre in attesa, senza far distinzione per nessuno. "


Claudia Monticelli