Palmiro Togliatti, la biografia breve del teorico della "via italiana al socialismo"
Detto "il migliore", fu il fondatore del Partito Comunista Italiano. Con la sua vasta cultura influenzò profondamente il pensiero politico del Novecento
Palmiro Togliatti è stato una delle personalità politiche più influenti del Novecento. Annoverato tra i fondatori del Partito Comunista Italiana, su soprannominato "il migliore" dai suoi compagni di partito. Fu sua l'idea di costruire una "via italiana al socialismo", cercando di adattare i principi del comunismo alle specificità del contesto italiano. Con lui il PCI divenne una delle principali forze politiche del Paese. Morto il 21 agosto 1964 mentre era in visita in Unione Sovietica, la sua figura rimane una delle più importanti della storia politica italiana.
Palmiro Togliatti: biografia breve
Palmiro Togliatti nasce il 26 marzo 1893 a Genova. Suo padre, Antonio Togliatti, è un funzionario del Ministero delle Finanze, e sua madre, Teresa Vitale, fa la casalinga. Dopo aver frequentato il liceo classico a Torino, si laurea in Giurisprudenza. È proprio durante questi anni che si avvicina al socialismo e inizia a frequentare ambienti politici radicali. Nel 1921 aderisce alla testata giornalistica Ordine Nuovo insieme ad Antonio Gramsci.
La carriera politica
La sua adesione a Ordine Nuovo lo porta a diventare una delle personalità politiche di spicco per la corrente che porterà alla costituzione del Partito Comunista Italiano. Nel 1924, partecipando al V Congresso dell'Internazionale, il primo dopo la morte di Lenin, si definirono i compiti del neonato PCI italiano: abbattere il fascismo (che in quegli anni stava dando prova di potenza con attacchi squadristi e con il delitto Matteotti); scartare dalla scena politica i partiti d'opposizione costituzionale e riformista; infine, riunire le masse operaie e contadine per un'azione di classe mirante alla conquista del potere.
Togliatti, conosciuto anche con lo pseudonimo di Ercoli, sente che i partiti di sinistra non avrebbero mai potuto condurre da soli la lotta al fascismo. Quindi sostiene la necessità di isolarli, facendone degli alleati della classe operaia, utilizzando tutte le possibili distanze per disgregare questo blocco politico. Tuttavia, la strategia si rivela fallimentare e, dopo il discorso di Mussolini in Parlamento del 3 gennaio 1925, la persecuzione ai danni dei comunisti si estende anche ad altre opposizioni.
L'esilio
La persecuzione fascista spinge Togliatti a lasciare l'Italia con la moglie e il figlio al seguito. È il 10 febbraio 1926. La famiglia si dirige a Mosca e rientrerà in patria solo diciassette anni dopo. Qui lavora a stretto contatto con l'Internazionale Comunista, mantenendo i contatti con la leadership sovietica. Tuttavia, la vita di questi anni è piena di difficoltà e privazioni, momento mitigato solo dall'impegno politico.
La Resistenza
Palmiro Togliatti ritorna in Italia nel 1944, stabilendosi a Roma. Vive la Resistenza con un approccio da leader, guadagnandosi grande rispetto dai compagni di lotta. Dopo la liberazione di Roma, Palmiro Togliatti inizia a ricoprire cariche governative importanti, fino a diventare Ministro di Grazie e Giustizia nel primo governo Alcide De Gasperi. In questo mandato, per riconciliare gli italiani a valle dei difficili anni appena vissuti, propone l'amnistia per tutti coloro che dopo l'8 settembre si erano macchiati di reati politici. Questa decisione fu definita "amnistia Togliatti".
L'attentato
Dopo le prime elezioni politiche della storia della neonata Repubblica italiana, le sinistre subirono una forte sconfitta. Il 14 luglio 1948, alle ore 11.30, Palmiro Togliatti viene colpito da tre colpi di pistola sparati a distanza ravvicinata mentre usciva da Montecitorio in compagnia di Nilde Iotti. A sparare, Antonio Pallante, un giovane esaltato fortemente anticomunista, spaventato dagli effetti che la politica filosovietica del "Migliore" avrebbe potuto avere sul Paese. L'attentato non porta alla morte di Togliatti, ma ne richiede un'operazione chirurgica e una riabilitazione.
In quegli anni si inizia a parlare di Palmiro Togliatti come "il migliore". Infatti, sotto la sua segreteria, il PCI diventa il più grande partito comunista europeo tra quelli non al potere. Tuttavia, anche sotto la guida di Togliatti il partito non raggiunge mai un consenso elettorale tale da conquistare il primato tra le forze politiche nazionali
Palmiro Togliatti: vita privata
La vita privata di Palmiro Togliatti è segnata da due relazioni importanti. La prima è quella con Rita Montagnana, redattrice di Ordine Nuovo, con cui Togliatti si sposa nel 1924 e da cui ha un figlio, Aldo. Purtroppo, il ragazzo ha problemi di salute mentale per gran parte della sua vita. Per questo viene confinato per molti anni in istituti psichiatrici.
Un'altra delle relazioni più significative di Palmiro Togliatti fu con Nilde Iotti, una giovane militante comunista e futura personalità di spicco della politica italiana. I due intrecciano la loro relazione durante la Resistenza, rimanendo uniti fino alla morte di Togliatti. Lei diventerà una figura chiave del Partito Comunista Italiano, diventando la prima donna a ricoprire la carica di Presidente della Camera dei Deputati.
La morte
Ma come morì Palmiro Togliatti? Nel 1964, durante una sua visita a Jalta, in Unione Sovietica, subisce un grave ictus con emorragia cerebrale, che lo portò a perdere subito conoscenza. Muore il 21 agosto 1964 all'età di 71 anni. I funerali si tennero a Roma, dove parteciparono oltre un milione di persone. Se ci si chiede dove si trova la tomba di Togliatti, basta andare al cimitero del Verano, a Roma, dove il leader del PCI è sepolto accanto ad altri dirigenti e dove è stata tumulata anche Nilde Iotti, morta nel 1999.
Stefania Leo
Foto di apertura: Unknown photographer, Public domain, via Wikimedia Commons