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Linfomi non Hodgkin e linfosarcomi
Sintomi
I linfomi non-Hodgkin possono originare dai linfonodi, oppure dalle strutture linfatiche non ghiandolari: tonsille, stomaco, intestino, milza. Più spesso, il linfoma non-Hodgkin si presenta con una persistente linfoadenopatia periferica non dolente: più colpiti appaiono i linfonodi superficiali (laterocervicali, sovraclaveari, ascellari, inguinali ecc.) e poi quelli profondi (toracici, addominali), con sintomi relativi agli organi eventualmente coinvolti. Talvolta fin dall'inizio sintomi sistemici come astenia, febbre, dimagramento e sudorazione profusa.
Cause
Tumori solidi del sistema linfatico, il 90% dei quali origina dai linfociti B, mentre il restante 10% dai linfociti T. L'agente eziologico dei linfomi non Hodgkin resta a tutt'oggi sconosciuto, anche se gli studi suggeriscono una possibile causa virale (solo il linfoma di Burkitt e alcuni linfomi a cellule B altamente maligni sarebbero fortemente associati, specie nei pazienti HIV positivi, al virus di Epstein-Barr [EBV], così come i linfomi a cellule T dell'adulto sarebbero causati dal virus della leucemia umana a cellule T [HTLV-I] nelle zone dove si presentano endemici); accanto a ciò, sono state evidenziate anomalie citogenetiche ed è stato postulato che un ruolo importante potrebbe essere svolto dagli oncogeni; infine, un aumento di incidenza di linfomi si osserva anche in pazienti sottoposti a trattamento immunosoppressivo e in portatori di malattie immunopatologiche da deficit immunologici ereditari o acquisiti (AIDS).
Terapia consigliata
Chemioterapia, associata o meno a radioterapia, secondo schemi diversi. A ciò si può far seguire il trapianto di midollo osseo. Promettente pare l'aiuto che potrà venire dall'immunologia e dalla biologia molecolare attraverso l'utilizzo delle citochine (interferone, interleuchine e tumor necrosis factor su tutte), così come dei fattori di crescita ematopoietica, che potrebbero limitare il grado di immunosoppressione consentendo l'impiego dei classici chemioterapici a dosi più massicce. Ancora molto difficile è il trattamento dei linfomi non-Hodgkin correlati all'AIDS.
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