Il denaro
Gli egizi conoscevano il denaro quando ancora non lo utilizzavano: il loro commercio si basava sul baratto. I soldi vennero introdotti in Egitto con l'instaurazione della dinastia dei macedoni.
L'Egitto era essenzialmente un paese agricolo. La maggior parte degli scambi avveniva in natura, attraverso i prodotti della terra, con cui si pagavano anche i tributi. A partire dalla XVIII dinastia (1552-1305 a.C.) vi fu uno strumento di scambio basato sui metalli: il deben, che equivaleva a 91 grammi. Poteva essere d'oro, argento e rame ed era suddiviso in 10 kite. L'archeologia ha rinvenuto numerosi "pesi" di aspetto teriomorfo o con testa di bovino, a dimostrazione che il sistema economico si basava sull'agricoltura. L'uso del metallo come mezzo di scambio nel Nuovo Regno non incise sull'economia del paese. Il tetradramma equivaleva a quattro dramme d'argento. Il suo peso oscillava tra i 17 e i 15,5 grammi. Le prime emissioni di moneta sono di epoca tarda e si devono a una situazione eccezionale. Per lottare contro l'esercito persiano, il faraone Acoris (391-379 a.C.) ingaggiò mercenari greci, che non accettavano il pagamento in natura, per cui fu necessario coniare monete di tipo ateniese e anche richiedere coni in questa città.
Fino alla fuga di Nectanebo II in Macedonia, nel 341 a.C., i tipi acquisirono un carattere più locale, anche se la circolazione di queste emissioni fu limitata. Le prime coniazioni propriamente dette iniziarono però tra il 330 e il 325 a.C., quando ad Alessandria fu emessa una moneta che cominciò a circolare nell'impero macedone, dove esisteva già un'organizzazione definita, tipi stabiliti e un sistema di pesi. La città fu fondata come centro economico e commerciale. Tolomeo I (305-283 a.C.) ne fece una delle più importanti del mondo ellenistico. Era necessario molto denaro per costituire un esercito di mercenari greci e riorganizzare economicamente il paese. Esso poteva essere anche un potente mezzo di propaganda ideologica. Nel 305, quando Tolomeo divenne re dell'Egitto, modificò i coni e fece mettere la propria immagine sulle monete d'oro e sui tetradrammi di 14 grammi, quelli maggiormente in circolazione. Per la prima volta fu raffigurato sulle monete il ritratto di un monarca vivo. Le prime serie indipendenti realizzate al tempo di Tolomeo I mostrano l'effigie del re Alessandro Magno divinizzato sul recto, alludendo al re d'Egitto Tolomeo come suo legittimo erede.
L'innovazione assunse una forma definitiva sotto i Tolomei. Il primo re della dinastia dei Lagidi creò un nuovo sistema monetario, effettuò operazioni finanziarie per aumentare le riserve a disposizione della zecca, poiché il metallo delle monete era scarso in Egitto. Pertanto fuse quelle di peso attico e le coniò di nuovo rendendole più leggere. Furono emesse dramme ed emidrammi rispettivamente di 3,5 e 1,8 grammi. I tetradrammi di peso attico normale (17,44 grammi) furono ridotti a 15,5. Interruppe le emissioni in oro. Nel 305-304 a.C. ridusse nuovamente il tetradramma a 14 grammi, ma riprese le emissioni in oro con il suo ritratto sul recto. Con la conquista della Cirenaica, di Cipro e della Fenicia, la creazione di un sistema monetario trasformò questi domini dei Lagidi in un'area di circolazione esclusiva che facilitò il controllo dell'economia. Dopo la battaglia di Ipso, nel 301 a.C., fu adottato il sistema di peso fenicio e si coniarono monete in tutti i metalli: oro, argento e bronzo. L'economia dei Lagidi raggiunse il massimo splendore con Tolomeo II (283-246 a.C.) e Tolomeo III (246-221 a.C.). Tuttavia, l'oro circolò poco; le coniazioni più note in questo metallo risalgono alla fine del regno di Tolomeo II o ai tempi di Tolomeo III. Si tratta di una serie di octodrammi, sul cui recto sono raffigurati Tolomeo II e Arsinoe II e sul verso Tolomeo I e Berenice. Le emissioni più importanti furono quelle di bronzo. Fu introdotto il tipo "rame" durante il regno di Tolomeo IV Filopatore (221-203 a.C.). Il bronzo di grande peso fu introdotto verso il 270 da Siracusa, città che segnava le mode di Alessandria. Verso la metà del III secolo circolarono tetradrammi d'argento per il commercio estero e dramme di bronzo per quello interno. La popolazione utilizzò il bronzo senza coniarlo per il commercio di tutti i giorni. La conquista di Siracusa da parte dei romani pose fine all'era dell'argento, e a partire da Tolomeo V Epifane (203-181 a.C.), la monetazione perse vigore anche se continuarono i tipi precedenti e rimasero solo didrammi molto rari. A partire dal regno di Tolomeo VI le emissioni in argento sono datate in modo sistematico. Le emissioni d'oro scomparvero dopo Tolomeo VIII Evergete (170-116 a.C.).
La fine della dinastia dei Lagidi, specialmente durante il regno di Tolomeo XII (80 a.C.) e Cleopatra VII (51-30 a.C.), fu caratterizzata da una crisi economica e politica. Le monete d'argento non scomparvero, ma furono utilizzate soltanto per un certo tipo di pagamenti: i prestiti a lungo termine per prevenire l'inflazione. Per la maggior parte della popolazione questo prezioso metallo conservò il proprio valore ma non sotto forma di moneta. Durante l'impero romano, Augusto confiscò tutto l'oro e l'argento delle tesorerie reali e lasciò circolare soltanto le monete di rame per i bisogni interni. Tiberio continuò le coniazioni in bronzo nella zecca di Alessandria.
Nel 20 d.C. fu coniata una moneta fatta per l'82% di rame e per il resto di argento. In seguito venne realizzata una lega d'argento uguale a quella contenuta nel denaro romano. Poiché allora non si conosceva alcun metodo per separare l'argento dagli altri metalli, questa moneta fu poco diffusa e il suo valore commerciale scarso. Si chiamava statere o tetradramma ed equivaleva ufficialmente a un denaro romano o a una dramma attica. Ad Alessandria furono coniati cinque tipi di monete di bronzo durante i primi due secoli della dominazione romana.
Le zecche
La zecca di Alessandria entrò in attività verso il 326 a.C. ed emise serie in oro, argento e bronzo; i suoi maggiori indici di produzione si ebbero sotto i primi quattro monarchi lagidi, ma non vi fu il marchio della zecca fino alla fine del II secolo a.C. Il sistema delle zecche fu opera di Tolomeo I, e quelle di Corinto ed Efeso furono le uniche a funzionare fuori dell'area monetaria esclusiva al tempo di Tolomeo I e Tolomeo III. Le città fenicie, con una lunga tradizione, avevano coniato monete per Alessandro, non fu quindi difficile adattarle alle esigenze dei Tolomei. Al tempo di Tolomeo II furono importanti le zecche di Tiro, Sidone, Ptolemais, Khoppa, Gaza, Beirut e Ascalon. A Cipro si distinsero quelle di Kition, Pafos e Salamina. Anche a Cirene vi fu una zecca importante.