Arte Olmeca
L’arte degli Olmechi si esprimeva soprattutto attraverso la scultura monumentale – i ritratti allegorici conosciuti come teste colossali, gli altari o troni di grande plasticità e le statue antropomorfe in cui prevale la fisionomia felina – , ma grande maestria si rileva anche nella lavorazione di materiali preziosi come giada e ossidiana. Le opere di produzione olmeca sono state trovate in regioni molto lontane dalla patria originaria – in Chiapas, a Oaxaca e nell’altopiano centrale del Messico – e la loro diffusione era dovuta a una fitta rete di vie commerciali e agli empori sparsi su gran parte del territorio messicano. Un’attenzione particolare meritano le teste colossali, alte fino a 4 metri e pesanti tra le 6 e le 8 tonnellate, trovate in grandi quantità a San Lorenzo e a La Venta: labbra tumide dall’espressione altezzosa, naso largo e schiacciato, fronte aggrottata sotto un casco aderente al cranio, i volti – sorprendentemente estranei alla fisionomia delle popolazioni preispaniche – erano scolpiti con grande realismo in un unico blocco di pietra basaltica e venivano esposti a gruppi nei centri cerimoniali.
Molto si è discusso sul significato di queste teste giganti – risalenti a un periodo tra il 1200 e il 900 a.C. –, che vennero abbattute e parzialmente mutilate dagli stessi Olmechi forse durante una rivolta intorno al X secolo a.C.: forse erano ritratti di una dinastia di sovrani oppure rappresentavano dei personaggi legati al sacro Gioco della Palla, un rito creato dagli Olmechi e legato alla morte e alla rinascita. Altrettanto misteriosa è l’iconografia dei rilievi e delle sculture sugli altari (o troni) che sembra appartenere a un contesto mitologico: si tratta di grossi monoliti rettangolari che mostrano sulla facciata le fauci di un giaguaro stilizzato che si spalancano in modo da formare una grotta dalla quale emergono figure maschili, talvolta con un bambino in braccio oppure nell’atto di afferrare una fune collegata a un gruppo di adulti che sorreggono dei bambini piangenti. Certamente la scultura si riferisce al mito del Dio-Giaguaro e alla caverna primordiale dalla quale sarebbero emersi gli antenati degli Olmechi, mentre l’atteggiamento dei personaggi potrebbe far pensare a un culto sacrificale. Ma l’enigma degli Olmechi permane.
La maggior parte delle opere olmeche si trova nei Musei Archeologici di Città del Messico e di Jalapa, mentre a Villahermosa, nello Stato di Veracruz, è stato allestito negli anni Cinquanta un grande Parco Archeologico tra il verde di una foresta tropicale che raccoglie la statuaria di La Venta, un tempo capitale degli Olmechi e ora inghiottita dagli stabilimenti dell’industria petrolifera che ha risparmiato soltanto una piccola porzione dell’originaria area archeologica.