L'apogeo
Il mito dell’immortalità di Quetzalcóatl fu la rovina delle popolazioni della Mesoamerica: quando nel 1519 il conquistatore spagnolo Hernán Cortés sbarcò sulle coste del Golfo del Messico, gli Aztechi credettero che l’eroe divinizzato Quetzalcóatl fosse tornato per vendicarsi e sovvertire le regole del loro impero cosí faticosamente conquistato. Ma torniamo a occuparci della storia degli Aztechi, che nel XIV secolo si erano appena insediati sul Lago di Texcoco. Inizialmente vissero come vassalli dei regni vicini, ma l’ascesa al potere del capo-guerriero Itzcóatl segnò una svolta: sfruttando le discordie tra i feudi che confinavano lungo le rive del lago, gli Aztechi si allearono con le tribú militarmente piú forti. Dopo aver ottenuto come mercenari numerose vittorie, i Mexica ottennero che la loro isola ricevesse il diritto a diventare un regno indipendente. I popoli delle valli si videro costretti a difendersi dai continui attacchi degli Aztechi e nel 1428 le città-stato limitrofe dovettero accettare di sottomettersi alla Triplice Alleanza stretta tra Tenochtitlán, Texcoco e Tlacopán, che decretava cosí la fine del regno dei Tepanechi.
A partire dal 1440, quando prese il potere Moctezuma I (antenato del piú celebre Moctezuma II che si scontrerà con i Conquistadores), l’ascesa degli Aztechi divenne ormai inarrestabile: in breve tempo vennero conquistati gli altipiani centrali, i territori degli Huastechi e dei Totonachi sul Golfo del Messico e la regione di Oaxaca, abitata da Zapotechi e Mixtechi. A causa di una serie di catastrofi naturali come alluvioni e gelate che provocarono una terribile carestia nel Paese, Moctezuma I fu costretto a rinunciare a ulteriori imprese militari, ma il suo nome rimarrà negli annali come il vero fondatore dell’Impero azteco. Negli anni seguenti, tra il 1469 e il 1502, i sovrani Axayácatl, Tizóc e Áhuitzotl proseguirono nella politica di espansione del loro predecessore aprendosi la strada fino al Guatemala e riuscendo a imporre il proprio dominio su quasi tutte le regioni del Messico abitate in quel tempo da una moltitudine di gruppi etnici spesso in conflitto tra di loro.
La presenza dell’autorità azteca si limitava talvolta alla riscossione dei tributi e al controllo delle vie commerciali, e il governo delle province era affidato ai capi locali che in materia religiosa e sociale potevano agire con un certo margine di autonomia. Le quattro regole fondamentali dell’Impero, che non potevano essere infrante, erano invece la guerra, i tributi, il commercio e il sacrificio di sangue. Un dominio di cosí vaste proporzioni era difficile da controllare e spesso gli Aztechi furono costretti a intraprendere spedizioni punitive per reprimere le ribellioni periferiche. Quando nel 1503 salí al potere l’ultimo sovrano, Moctezuma II (1503-1520), l’Impero stava vivendo una crisi istituzionale che coinvolgeva le classi privilegiate, i nobili e i sacerdoti, e inoltre si erano acutizzati i conflitti con le popolazioni sottomesse, dissanguate dai pesanti tributi e ormai apertamente ostili al potere centrale.