trapèzio

sm. [sec. XV; dal greco trapézion, dim. di trápeza, tavolo].

1) Quadrilatero avente due lati paralleli e gli altri due non paralleli, detti basi; la distanza fra queste dicesi altezza del trapezio; le basi si distinguono in maggiore e minore. L'area di un trapezio vale , dove h è l'altezza, B è la base maggiore e b la base minore. Un trapezio è equivalente a un triangolo avente la stessa altezza del trapezio e per base la somma delle basi del trapezio. Un trapezio dicesi isoscele, se ha uguali i due lati non paralleli; rettangolo, se uno dei lati non paralleli è perpendicolare alle basi.

2) Attrezzo del circo costituito da una sbarra d'acciaio o di legno appesa a due funi parallele di uguale lunghezza. Può essere fisso o volante se le corde permettono l'oscillazione dell'attrezzo. Il numero del trapezio volante consiste nel passare con piroette e salti mortali da un trapezio oscillante a un altro.

3) Nella meccanica applicata, trapezio articolato, insieme di quattro aste rigide disuguali collegate alle estremità, a due a due, da accoppiamenti rotoidali o sferici. È la disposizione tradizionale della tiranteria dello sterzo per l'accoppiamento delle ruote direzionali ancora in uso per i veicoli industriali (v. anche parallelogramma articolato).

4) Attrezzatura prevista per alcuni tipi di imbarcazione a vela da regata consistente in un cavetto metallico fissato all'estremità superiore dell'albero, che termina in basso con una cintura speciale che, indossata dal prodiere, gli permette di protendersi fuori bordo, in modo da contrastare efficacemente lo sbandamento con vento teso.

5) In anatomia, muscolo trapezio (o cucullare), muscolo superficiale della regione superocentrale del dorso che si inserisce sul rachide cervico-dorsale, sulla clavicola e sulla scapola; la sua contrazione provoca l'elevazione della spalla; osso trapezio, osso breve del carpo della mano che si articola con lo scafoide, il trapezoide e i primi due metacarpali.