tossicologìa
Indicesf. [sec. XIX; tossico+ -logia]. Scienza che si occupa dello studio delle sostanze velenose, con il compito fondamentale di definire i limiti di sicurezza per l'uomo. Alla tossicologia appartiene anche lo studio delle sostanze ad azione fisiologica o terapeutica alle quali solo un eccesso di dose fa assumere il ruolo di veleno. La tossicologia fornisce tutte le cognizioni inerenti i veleni: sulla loro struttura chimica e sui metodi di identificazione (chimica tossicologica), sulle caratteristiche e i meccanismi della loro azione (farmacotossicologia), sugli aspetti diagnostici e terapeutici delle intossicazioni (tossicologia clinica), su quelli preventivi (igiene tossicologica) e medicolegali (tossicologia forense). Nella sua evoluzione storica la tossicologia, da fenomeno individuale, è andata sempre più assumendo i caratteri di tossicologia di massa. La fase più lontana nel tempo vede l'uomo primitivo che, nella ricerca di farmaci capaci di combattere le malattie, scopre anche i veleni esistenti in natura, gli alimenti nocivi e gli animali velenosi. Applicazioni di queste primitive esperienze tossicologiche furono i veleni adoperati per la caccia e per la difesa individuale. Origini antichissime ebbe pure l'uso voluttuario di alcuni veleni, come l'alcol, l'oppio, il tabacco, la coca. Un secondo periodo è caratterizzato dall'impiego diffuso dei veleni a scopo criminale. Da questi usi scaturirono tuttavia anche conoscenze utili, come la scoperta di molte sostanze organiche e inorganiche diventate in seguito farmaci importanti, nonché la messa a punto di alcuni efficaci antidoti e antagonisti. La tossicologia criminale cessò di essere un pericolo collettivo fra il 1830 e il 1860, allorché, grazie agli studi di J. Marsh, di Frasenius, di Reinsh e di altri scienziati, furono perfezionati i metodi per svelare e dosare i principali veleni, anche nei visceri degli intossicati. L'ultima manifestazione dell'“era criminale” della tossicologia si può considerare il capitolo degli aggressivi chimici; anch'esso, tuttavia, ha portato a utili scoperte, come, per esempio, quella del 2,3-dimercapto-1-propanolo (BAL), antidoto delle arsine e di vari metalli pesanti, o la scoperta dell'attività antineoplastica posseduta dai derivati dell'iprite, le cosiddette “mostarde azotate”. Scomparsi o quasi nel tempo gli avvelenamenti criminali, si è invece diffuso il veneficio intenzionale a scopo suicida, dovuto a sicurezza dell'effetto in rapporto alla dose, comodità di impiego, illusione di un esito mortale senza sofferenze. La tossicologia di massa ha avuto il suo inizio con l'approfondimento degli studi sulle intossicazioni professionali, che sono specifico oggetto di ricerca della medicina del lavoro. L'attività dei medici di fabbrica, la diffusione delle assicurazioni obbligatorie e l'adozione di misure di sicurezza a protezione del lavoratore hanno consentito di contenere alcuni tipi di intossicazione professionale; conservano invece la loro gravità i problemi dell'inquinamento ambientale e i pericoli della polluzione atmosferica e della contaminazione con sostanze radioattive. Un altro complesso capitolo della moderna tossicologia di massa è quello delle intossicazioni alimentari, che riguarda non tanto l'utilizzazione di cibi velenosi, guasti o infetti, quanto l'aggiunta agli alimenti di additivi chimici con l'intento di garantirne la conservazione o migliorarne le caratteristiche. Infine va rilevato l'importante aspetto della tossicologia di massa connesso alla diffusione del problema delle tossicomanie, che può essere inquadrato nel problema dell'abuso di farmaci. Lo studio e la prevenzione delle malattie da farmaci, o comunque di composti chimici che possono entrare in contatto con l'uomo, rappresentano l'ultima fase della tossicologia. Prodotti non degradabili per uso agricolo, o derivati dalla lavorazione del petrolio, o residui di lavorazioni industriali immessi in maniera incontrollata nell'ambiente, portano ad alterazioni dell'ecosistema, con conseguenze che incidono sulla vita umana.
Bibliografia
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