stazióne
IndiceLessico
sf. [sec. XIII; dal latino statío-ōnis, da stare, star fermo, fermarsi].
1) Atto e modo dello stare; posizione del corpo: stazione prona, supina;stazione eretta, posizione eretta del corpo, caratteristica dell'uomo. § Ιn antropologia, la stazione eretta è la condizione propria dell'Homo sapiens in cui cranio, rachide e arti inferiori appaiono allineati lungo un unico asse perpendicolare al piano di appoggio del corpo; costituisce il risultato finale di un processo di progressiva verticalizzazione del busto sugli arti inferiori, con conseguente liberazione di quelli anteriori dalle funzioni di deambulazione e sviluppo quindi della deambulazione bipede. È considerata come causa induttiva primaria della progressiva cefalizzazione che ha caratterizzato la linea evolutiva che ha condotto all'uomo attuale e quindi, indirettamente, anche dello sviluppo culturale umano. § In zootecnia, posizione dell'animale in riposo, ritto sul suolo. La stazione forzata si ha quando l'animale si appoggia con tutti e quattro gli arti distribuendo su di essi il peso del corpo in modo più o meno equivalente. Può essere piazzata se gli arti hanno direzione pressoché verticale, riunita se gli arti hanno tutti una direzione che tende a convergere verso il centro della base di sostegno, distesa quando gli arti anteriori sono portati in avanti e quelli posteriori indietro rispetto al tronco. La stazione libera si ha quando l'animale si appoggia solo con tre arti e il quarto, di solito un posteriore, poggia solo con la punta del piede; il peso del corpo viene generalmente gravato sul bipede laterale in appoggio.
2) Lo stare, il fermarsi; fermata, sosta: fare stazione in un luogo. In particolare, stazione liturgica, nei primi tempi del cristianesimo, un giorno di digiuno pubblico (il mercoledì o il venerdì). Per estensione, in seguito, le riunioni della comunità cristiana; in particolare, a Roma, l'assemblea di preghiera presieduta dal papa che veniva convocata in anticipo per un giorno e un luogo determinato. Tutto il clero e i fedeli dei vari rioni si stringevano attorno al proprio vescovo. Il pellegrinaggio a varie chiese stazionali caratterizzò a poco a poco lo svolgimento dell'anno liturgico. I testi della Messa spesso sono legati alla chiesa della stazione. Nelle domeniche ordinarie non vi era stazione, perché il clero doveva provvedere al servizio religioso del popolo. Nella pratica della Via Crucis, ognuna delle quattordici immagini che rappresentano gli episodi più salienti della passione di Cristo e la sosta che i fedeli fanno davanti a ciascuna per pregare e meditare.
3) Il luogo dove si fa sosta: stazione della posta, in cui un tempo si fermavano le diligenze per il cambio dei cavalli; nel linguaggio militare. In particolare, luogo munito delle necessarie attrezzature, in cui si fermano i veicoli di un servizio di trasporto per il movimento dei passeggeri o delle merci, per il rifornimento e la manutenzione dei veicoli e simili; fermata: la stazione delle corriere, degli autobus; stazione ferroviaria (o stazione per antonomasia); stazione marittima, il molo e gli edifici annessi adibiti al solo traffico passeggeri; stazione autostradale, autostazione o anche un casello; stazione spaziale ecc.; stazione aeroportuale, aerostazione; stazione centrale, in una città dove esistono più stazioni, quella principale; stazione di rifornimento e/o di servizio, impianto posto lungo una strada urbana o extraurbana adibito al rifornimento degli autoveicoli; le stazioni di servizio, oltre ai distributori per la benzina, sono dotate di locale per il lavaggio vetture, di autofficina e, spesso, di ambienti per la sosta e il ristoro dei viaggiatori. Le stazioni lungo le autostrade sono dislocate in una più o meno vasta area di servizio.
4) Lo stazionare, dimora stabile di esseri viventi animali o vegetali: le stazioni umane della preistoria. In biologia, il complesso delle condizioni ambientali, fisiche e biologiche adatte alla vita e allo sviluppo della vegetazione; lo stesso che biotopo. Per estensione, luogo, località di soggiorno, per lo più temporaneo, che abbia determinate prerogative per villeggiatura, cure, scopi ricreativi e simili: stazione balneare;stazione termale, v. terme; stazione climatica; stazione di sport invernali.
5) Luogo, edificio, munito degli impianti e delle attrezzature necessarie per determinati servizi o funzioni appositamente specificati: stazione elettrica; stazione telegrafica; stazione radio; stazione trasmittente, ricevente. Con valore assoluto, radiotrasmettitore, canale di trasmissione: stazione nazionale, straniera; cambiare stazione. Per estensione, posto opportunamente attrezzato per ricerche scientifiche; piccolo osservatorio: stazione zoologica, sismica;stazione meteorologica. Più in particolare: A) stazione dei Carabinieri, distaccamento dell'Arma dei Carabinieri, composto solitamente da sette uomini al comando di un maresciallo o di un brigadiere; anche l'edificio dove il distaccamento ha sede. B) In marina, stazione di governo, locale della nave dove sono accentrati apparecchi di comando e strumenti indicatori per la condotta della nave (ruota del timone, telegrafi di macchina, bussola, indicatori di giri e di velocità ecc.). Generalmente si ha una stazione di governo principale (plancia) e una secondaria. Stazione radio, locale della nave dove sono accentrati gli apparati radio di bordo; stazione di salvataggio, edificio sistemato nelle località di intenso traffico, attrezzato con mezzi in grado di intervenire prontamente in soccorso di navi sinistrate. C) Nelle miniere, luogo (detto anche ricetta) nel quale avviene l'ingabbiamento e lo sgabbiamento dei vagonetti alla bocca, al fondo e nei livelli intermedi di un pozzo (stazione di testa, di fondo, intermedia). D) In agraria, stazione sperimentale, centro di ricerca istituito dal Ministero dell'agricoltura e foreste per lo studio dei problemi scientifici, economici e tecnici connessi con le varie colture, gli allevamenti ecc. Scopo delle numerose stazioni sperimentali esistenti in Italia è quello di potenziare e migliorare, attraverso sperimentazioni e ricerche nei vari campi, le produzioni agricole e zootecniche nonché i processi di trasformazione dei diversi prodotti. E) Negli impianti per la depurazione delle acque, l'insieme delle varie vasche (bacini di stazione), collocate allo stesso livello o ad altezze differenti, nelle quali le acque luride vengono sottoposte a decantazione e a successiva filtrazione attraverso sostanze inerti, come la sabbia, spesso arricchite di particolari batteri (fanghi attivati). F) Nel tiro a segno, stazione dei bersagli, l'impianto fisso in cui è sistemato il saliscendi porta bersagli con la nicchia per il ricovero del segnalatore; stazione di tiro, la parte chiusa ai lati e con tettoia, sopraelevata di ca. 50 cm dal terreno e che ripara i tiratori dal sole e dalle intemperie.
6) In geometria, per piano di stazione, v. prospettiva.
7) In topografia, punto di stazione: punto sul terreno sulla cui verticale vengono effettuate misure azimutali, zenitali e di distanza. È individuato dal filo a piombo o da un centrino ottico di uno strumento topografico oppure da un centrino metallico a terra che lo materializza.
8) In astronomia, stazione planetaria, posizione nella quale un pianeta o corpo del sistema solare inverte il suo moto apparente, da retrogrado a diretto o viceversa; un punto di stazione (o stazionario) si ha quando la visuale è tangente all'epicicloide (orbita apparente di un pianeta visto dalla Terra). Stazione spaziale, grande complesso orbitante intorno alla Terra e destinato a fungere da “trampolino di lancio” per veicoli diretti verso basi su altri corpi celesti o per sonde interplanetarie. Una base di lancio spaziale, al di fuori dell'atmosfera terrestre, consente di impiegare navi spaziali di grandi dimensioni realizzate senza problemi di aerodinamicità e soprattutto con minor dispendio di energia, in quanto non si deve vincere in partenza la forza di attrazione terrestre. Le dimensioni di un tale complesso, che deve essere costruito in orbita, sono notevoli, prevedendo non solo gli alloggi e i depositi di viveri, acqua e aria per il personale di servizio, ma anche un ospedale di pronto soccorso, un'officina di riparazione e montaggio, depositi di propellente, astrorimesse, osservatori astronomici ecc.
Geofisica e meteorologia
Le stazioni geofisiche sono centri di rilevamento e studio di dati geofisici (gravimetrici, magnetici, sismici, oceanografici, meteorologici ecc.) opportunamente localizzate e attrezzate in rapporto al particolare tipo di ricerca. Particolarmente importanti e numerose, data anche la loro utilità pratica, sono le stazioni sismiche e le stazioni meteorologiche. Le prime, attrezzate con sismografi, inclinometri e altri strumenti atti a rilevare i micro- e i macrosismi e i loro epicentri, sono ubicate nelle aree di maggior sismicità e sono in costante comunicazione con centri di raccolta e di elaborazione dei dati. Le stazioni meteorologiche sono il luogo permanente o temporaneo dove vengono effettuate le osservazioni meteorologiche. Sorgono nei luoghi dove le condizioni locali mascherano il meno possibile le condizioni meteorologiche generali (fattore questo specialmente importante per le stazioni di montagna) e sono dotate di tutti gli strumenti atti a compiere le osservazioni necessarie per la previsione del tempo (barografi, termometri a massima e a minima, termografi, igrometri, psicrometri, anemometri, pluviometri ecc.). Si dividono in genere in: stazioni di 1, se eseguono tutte le osservazioni meteorologiche sinottiche a intervalli regolari di tempo (ogni ora oppure ogni 3 ore) durante tutto l'arco della giornata; stazioni di 2, se eseguono osservazioni meteorologiche solo nelle ore sinottiche principali (00, 06, 12 e 18) ed eventualmente nelle ore sinottiche secondarie a eccezione delle ore notturne (09, 15 e 21); stazioni speciali, se eseguono misure meteorologiche specifiche per particolari fini di studio e ricerca o di sorveglianza ambientale (per esempio misure di ozono stratosferico, acidità e composizione delle precipitazioni, misure di gas atmosferici responsabili dell'effetto serra, elettricità atmosferica ecc.); stazioni climatologiche, se eseguono osservazioni meteorologiche elaborando statisticamente i dati per scopi clinici; stazioni marine e oceaniche, se eseguono osservazioni meteorologiche da postazioni fisse o mobili ubicate in mare a bordo di navi oceanografiche o su boe meteorologiche. Oltre a stazioni fisse esistono anche stazioni mobili rappresentate da complessi di misura montati su navi, aerei, palloni sonda, satelliti artificiali. Il Servizio Meteorologico Nazionale italiano dispone di 160 stazioni sinottiche, di tre stazioni per la localizzazione dei temporali e di due impianti per la ricezione di telefoto da satelliti meteorologici, oltre a un certo numero di stazioni sperimentali e di uffici regionali e di informazione.
Urbanistica
Grande importanza rivestono le stazioni del trasporto su rotaia (ferrovia, metropolitana); esse richiamano infatti altre attività non strettamente collegate alla funzione di trasporto (per esempio di soggiorno, ristoro, acquisto ecc.). In particolare le grandi stazioni ferroviarie tendono ad attrarre anche attività lavorative e a diventare centri direzionali, mentre le stazioni della metropolitana centri d'acquisto. L'influenza sulla città del trasporto su rotaia divenne determinante a partire dalla seconda metà dell'Ottocento e la stazione per lungo tempo rappresentò l'unico punto di scambio (a livello di trasporto di massa) tra scala regionale e urbana, e su essa convergeva anche la rete tranviaria cittadina. Per quanto riguarda l'influenza sull'organizzazione spaziale degli insediamenti, va osservato che le linee ferroviarie e metropolitane con le loro stazioni hanno reso possibile l'aumento della concentrazione urbana e la realizzazione di centri satelliti.
Trasporti: ferrovie
La stazione è il complesso di impianti nei quali avviene il contatto fra linea ferroviaria e utenti: essa è destinata alla partenza e all'arrivo dei viaggiatori, al carico e allo scarico delle merci, alla formazione dei treni, allo smistamento dei carri, alla regolazione della circolazione, al ricovero del materiale rotabile, alle riparazioni ecc. Il complesso degli impianti di una stazione può essere diviso in impianti di traffico e impianti di esercizio. Gli impianti di traffico sono quelli che riguardano i rapporti diretti fra ferrovia e pubblico e sono distinti in: impianti per il servizio viaggiatori, comprendenti il fabbricato viaggiatori, i marciapiedi di accesso ai treni, le pensiline, i sottopassaggi; impianti per il servizio merci, comprendenti i piani caricatori, i piazzali e i binari di carico e scarico, i binari di deposito, di manovra, i magazzini ecc. Gli impianti dell'esercizio sono invece usati per il ricovero dei mezzi di trazione e per facilitare la circolazione dei treni. Le stazioni possono essere classificate in vario modo: rispetto alla loro posizione sulla linea, si hanno stazioni estreme o capotronco (che si trovano agli estremi di linee isolate); stazioni intermedie (che si trovano lungo una linea); stazioni di diramazione (estreme per alcune linee e intermedie per altre). In base alla forma si distinguono stazioni di testa (nelle quali il fabbricato ha l'asse longitudinale normale alla direzione dei binari tronchi); stazioni di transito (nelle quali il fabbricato viaggiatori ha l'asse longitudinale parallelo alla direzione dei binari di corsa). In funzione della loro importanza vengono dette fermate, stazioni piccole, stazioni secondarie, stazioni principali. Rispetto alla destinazione si distinguono: stazioni adibite a tutti i servizi del traffico; stazioni esclusivamente per viaggiatori; stazioni esclusivamente per merci; stazioni di movimento; stazioni di alimentazione o di deposito. La diversa dislocazione tra stazioni viaggiatori e scali merci si è resa indispensabile nei grandi centri ferroviari per le dimensioni assunte dal complesso degli impianti e per la necessità di dislocare le stazioni viaggiatori il più possibile vicino al centro della città. § Le prime stazioni ferroviarie sorsero intorno alla metà dell'Ottocento (in Italia le prime furono quelle di Napoli al Carmine e a Portici, costruite e inaugurate nel 1839), con una tipologia caratterizzata dalla presenza di tettoie o gallerie precedute da vasti ambienti destinati alle varie attività connesse al traffico e al tempo stesso tali da costituire il legame tra gli scali ferroviari e il tessuto urbano. Tuttavia, benché costruite fin dall'origine per rispondere a precise esigenze funzionali e realizzate col ricorso a tecnologie avanzate e all'impiego di nuovi materiali quali cemento e ferro, le stazioni ferroviarie riflettono a lungo il gusto eclettico, monumentale e decorativo dell'Ottocento (stazione di Paddington, 1855, e di San Pancrazio, 1868, a Londra; Gare du Nord a Parigi; stazione di Porta Nuova a Torino, 1868). Anche nel Novecento l'aspetto formale-decorativo prevalse spesso su quello funzionale; tipico l'esempio della Stazione Centrale di Milano (1931), opera di U. Stacchini, costruzione monumentale, ridondante, che mal si fonde con le strutture in vetro e acciaio della tettoia. Il razionalismo ha riportato il problema sulla giusta strada, considerando la stazione un edificio non più (o non solo) rappresentativo, bensì capace innanzi tutto di rispondere a precisi compiti e funzioni. Con l'esodo dalle città verso le aree suburbane, il treno è divenuto un mezzo di collegamento importante tra periferia residenziale e centro degli affari. Nei maggiori centri urbani la stazione ferroviaria è dunque diventata un polo di scambio sempre più nevralgico tra più sistemi di trasporto in seguito alla sua integrazione con linee metropolitane, strade automobilistiche urbane e regionali o di collegamento con terminal aeroportuali. In Italia i due esempi più riusciti di stazioni funzionali e al tempo stesso ben fuse nel contesto urbano sono offerti dalla stazione di Santa Maria Novella a Firenze (1933-34), di G. Michelucci, e dalla stazione Termini di Roma. Si segnalano anche le stazioni di Cosenza (1981) e di Pescara (1988).
Elettrotecnica
In generale, la stazione elettrica è un impianto facente parte di una rete elettrica e avente la funzione di smistare l'energia proveniente da una o più linee in entrata su diverse linee in uscita, spesso con caratteristiche differenti. Più precisamente, sono gli impianti (spesso detti anche sottostazioni) cui si collega almeno una linea con tensione superiore a 30 kV, mentre le installazioni cui fanno capo solo sistemi elettrici con tensioni inferiori vengono dette cabine. Le stazioni di smistamento hanno la funzione di distribuire su più linee in uscita l'energia proveniente da due o più linee in entrata, ripartendo opportunamente tra tali linee i prelievi energetici. Le stazioni di trasformazione sono le più diffuse e hanno il compito di interconnettere sistemi a tensioni differenti: sono equipaggiate con trasformatori, in genere di potenza rilevante. Le stazioni di regolazione regolano la tensione di uno o più sistemi elettrici, mantenendola sensibilmente costante al variare delle richieste di energia da parte del complesso di utilizzatori che alimentano. Ciò si realizza mediante trasformatori a rapporto variabile sotto carico, batterie di condensatori statici e compensatori sincroni. Infine, le stazioni di conversione hanno lo scopo di convertire energia elettrica in corrente alternata in energia in corrente continua o viceversa. I loro componenti principali sono raddrizzatori per la conversione di corrente alternata in continua, inverter per la conversione di corrente continua in alternata. Uno degli impieghi più comuni di tali stazioni è l'alimentazione di impianti ferroviari o tranviari. In generale le stazioni elettriche svolgono diverse di tali funzioni, assicurando contemporaneamente, per esempio, lo smistamento dell'energia, la trasformazione e la regolazione della tensione. Il loro funzionamento richiede inoltre l'installazione di apparecchi di manovra (interruttori e sezionatori) e di protezione (relè), di strumenti di misura e degli opportuni servizi ausiliari.
Telecomunicazioni
Complesso di apparecchiature elettroniche installato in adatti edifici e predisposto per espletare un servizio: stazione amplificatrice, i cui apparati, inseriti in punti opportunamente prescelti lungo le linee di telecomunicazione, sono destinati a ripristinare il livello dei segnali relativi alle informazioni trasmesse; stazione radio, stazione televisiva, le cui apparecchiature, collegate con opportune antenne, sono previste per il funzionamento di impianti di radio o telediffusione; stazione ripetitrice, i cui apparati sono destinati a captare e ritrasmettere delle radioonde per servizio privato (ponti radio), o per radio e telediffusione; stazione trasmittente, stazione ricevente, impianti destinati, in collegamento con opportune antenne, a realizzare la trasmissione o la ricezione di informazioni tramite radioonde; stazione radar, complesso di apparati destinati generalmente alla ricerca e alla localizzazione di aeromobili a scopo militare o civile da postazioni fisse o mobili.