stòmaco

Indice

Lessico

sm. (pl. -chi o -ci) [sec. XIII; latino stomăchus, dal greco stómachos, da stóma-atos, bocca].

1) Tratto dell'intestino addominale, che nell'uomo occupa gran parte dell'epigastrio e dell'ipocondrio sinistro, subito sotto il diaframma: avere uno stomaco forte, debole; avere uno stomaco di ferro, di struzzo, che digerisce ogni cosa; riempirsi lo stomaco, mangiare; rovinarsi lo stomaco, mangiare o bere qualche cosa di indigesto o nauseante; avere, stare, rimanere sullo stomaco, di cibo che riesce indigesto; fig., di persona o cosa insopportabile; rivoltare lo stomaco, dare allo stomaco, fare stomaco, stomacare, nauseare; fig., colmare di disgusto: discorsi che rivoltano lo stomaco; dar di stomaco, vomitare; a stomaco vuoto, a digiuno; fare una cosa contro stomaco (o controstomaco), contro voglia. Regionale, petto: ha ricevuto un pugno nello stomaco.

2) Fig. familiare, capacità di tollerare persone, cose, situazioni disgustose, noiose: ci vuole un bello stomaco per andare con certa gente.

Anatomia

Nello stomaco il cibo viene trasformato in una pasta semiliquida, detta chimo gastrico, che viene a piccole quantità e a successivi intervalli passato nel duodeno in seguito all'apertura dello sfintere pilorico. "Per il disegno anatomico vedi il lemma del 18° volume." È situato tra l'esofago e il duodeno ed è tenuto in posto, oltre che dalla continuità con gli altri tratti dell'apparato, da lamine peritoneali (legamenti frenicogastrico, gastrolienale, gastrocolico, epatogastrico) che non ne impediscono però la distensibilità e gli spostamenti dipendenti, oltre che dai movimenti attivi intrinseci, da quelli degli organi vicini, nonché dal peso del contenuto e dalla posizione del corpo. Lo stomaco ha forma tubulare e quindi non dissimile da quella dell'intestino; è lungo ca. 25 cm, largo 10-12, spesso 8; la sua capacità, molto variabile, s'aggira mediamente attorno ai 1200-1500 cm3. In esso si possono distinguere, oltre a una parete anteriore e una posteriore, un margine sinistro (rappresentato dalla grande curvatura volta in basso e in avanti) e un margine destro (piccola curvatura, volta in alto e indietro). "Vedi disegno anatomico vol. 21, pag. 43" Topograficamente è divisibile in una porzione superiore, il fondo o cupola, corrispondente alla grande tuberosità, che è a contatto con il diaframma, una parte mediana, il corpo, che può essere considerata come il serbatoio del cibo ingerito, una porzione inferiore, la parte pilorica, corrispondente alla piccola tuberosità. Lo stomaco presenta due orifici, quello che lo pone in comunicazione con l'esofago (cardias) e quello che lo mette in rapporto con il duodeno (piloro), dove una valvola impedisce il reflusso nello stomaco del materiale digerito. La parete gastrica è costituita da tre tuniche principali, che, dall'esterno all'interno, sono: la tunica sierosa, derivante dai foglietti (mesogastrio dorsale e ventrale), che avvolge lo stomaco; la tunica muscolare, in cui sono distinguibili tre strati di cellule muscolari (esterno, medio e interno) con fibre longitudinali, oblique e per lo più circolari; la tunica mucosa, consistente in un epitelio cilindrico semplice, un connettivo fibrillare, una lamina muscolare (muscolaris mucosae), con più strati di cellule e fascetti muscolari. Una tela sottomucosa separa quest'ultima tunica da quella muscolare. La superficie mucosa interna dello stomaco "Per la sezione sagittale il lemma del 18° volume." "Vedi sezione sagittale vol. 21, pag. 43" appare formata da una ricca rete di solchi che delimitano aree dall'aspetto mammellonato, crivellate di forellini (fossette gastriche), dove sono presenti numerosi orifici più piccoli corrispondenti agli sbocchi di numerosissime ghiandole intramucose, di tipo semplice o ramificato, distinte in quattro tipi differenti: le gastriche propriamente dette (assai numerose, che secernono pepsina e acido cloridrico), le cardiali, le piloriche e le intestinali (site soprattutto nella regione pilorica e lungo la piccola curvatura). L'irrorazione sanguigna dello stomaco è garantita da arterie che provengono da due archi anastomici che corrono lungo le due curvature e che sono alimentati dalle arterie gastriche, gastroepiploiche e gastriche brevi; il sangue refluo passa attraverso i due plessi venosi sottomucoso e sottosieroso, per finire poi nella vena porta. L'innervazione è assicurata da rami dei plessi esofagei, dei nervi vaghi e da plessi simpatici; tali rami formano a loro volta due plessi gastrici, anteriore e posteriore, i cui gangli danno origine a un altro plesso nervoso intramuscolare per l'attivazione della muscolatura dello stomaco e un plesso sottomucoso per la stimolazione della funzione delle ghiandole.

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